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MAFIA TRA FOGGIA E GARGANO, PENTITO SVELA SCAMBI DI FAVORI TRA CLAN. “VENNERO RAGAZZI A VIESTE PER DEGLI OMICIDI”

Le rivelazioni di Danilo Della Malva nelle carte di “Decimabis”, maxi processo alle batterie foggiane. “Ci sono affiliazioni, ma non avevamo patti di sangue. Niente Madonnine o favelle”

 Fiumi di interrogatori e intercettazioni nelle carte di “Decimabis”, maxi processo alla mafia foggiana. Si sta rivelando sempre più incisivo il ruolo dei pentiti, per anni assenti nel panorama criminale della Capitanata. Oggi, però, il muro di omertà sta scricchiolando e alcuni pregiudicati hanno iniziato una proficua collaborazione con la giustizia.

Tra i pentiti di punta c’è senz’altro Danilo Della Malva alias “U’ Meticcio”, ex membro di spicco del clan Raduano di Vieste, uomo di riferimento del boss Marco “Pallone” Raduano, capace di intessere legami con il clan Romito-Ricucci-Lombardi, attivo tra Mattinata e Manfredonia. Della Malva si occupava, inoltre, dei traffici di droga internazionali. L’ultima volta venne arrestato in Spagna, a Maspalomas.

Poi la decisione di dire basta e iniziare a parlare con gli inquirenti. Le sue dichiarazioni figurano anche in “Decimabis” e raccontano i forti contatti tra mafia foggiana e garganica. “Il collaboratore – si legge – ha confermato l’alleanza fra i mafiosi dell’area garganica e il clan Moretti“.

“Io principalmente conosco dei soggetti del clan Moretti, perché avevamo una sorta di… diciamo affiliazione con il gruppo nostro di Vieste… non avevamo patti di sangue, tipo le storielle, la Madonnina… La favella (rito o filastrocca malavitosa, ndr). No. Noi sul Gargano non usavamo… Ci scambiavamo favori, tipo sono venuti dei ragazzi a Vieste a fare degli omicidi e…”. Pubblico ministero: “Voi siete mai andati a Foggia?”. Della Malva:”No, io personalmente no”.

Il pentito ha poi parlato del “ruolo apicale – si legge – di Pasquale Moretti in seno all’omonima batteria e degli accordi presi per lo spaccio di sostanze stupefacenti: ‘Allora, lui era il boss diciamo del loro gruppo criminale. Io l’ho visto parecchie volte sia a Mattinata, quando uscì, ora non ricordo la detenzione da cui era uscito, comunque venne con il T-Max e venne a Mattinata. Parlammo del più e del meno. C’ero io, c’era Pasquale Ricucci, c’era Matteo Lombardi… Io ero andato… perché ogni tanto andavo in spiaggia lì e mi trovai questo Pasquale. Era venuto a salutare tutti i personaggi che stavano lì e poi se n’è andato, sì’”.

GLI INSULTI DI MARIO ROMITO A VILLANI

Il pentito ha parlato anche di Patrizio Villani, “della sua alleanza con la criminalità foggiana – riportano le carte – e dell’essersi spesso lo stesso vantato”. Le sue dichiarazioni: “Il killer dei foggiani, Patrizio Villani. È di San Marco in Lamis. Siamo stati in carcere insieme a Foggia, sempre alla 3^ Vecchia, più di una volta. Ci siamo visti anche di recente, perché stava all’AS (il reparto di Alta Sicurezza, ormai chiuso, ndr), sia lui che Mario Luciano Romito (il boss manfredoniano ucciso nella strage di San Marco, ndr), e Mario lo insultava, c’era stato un… noi ci siamo incontrati con quelli dell’AS perché c’era un torneo a calcetto…e ci siamo visti tutti quanti al pallone, però loro avevano una rete solo metallica che ci separava da noi e mi ricordo che Mario lo insultava, gli diceva appunto che dal Gargano era passato al clan dei foggiani”.

Pm: “E lui rispondeva a questo…?”. Pentito: “No, no”. Pm: “E poi lo sai che è stato trasferito in un altro carcere?”. Pentito: “A Badu e’ Carros, ed ora sta al 41… al 41 se non sbaglio”. Pm: “Bis. Chi te l’ha detto? Come fate a sapere tutti questi fatti? Chi te l’ha detto che stava al 41?”. Pentito: “Sempre Raduano. Che hanno inaugurato la sezione… e lui è stato il primo ad inaugurarla”.

L’IDEA DI ASSASSINARE “LASCIA LASCIA”

Da un lato l’alleanza tra Moretti e i garganici Raduano, Romito, Lombardi e Ricucci, dall’altra i Sinesi-Francavilla con i Li Bergolis-Miucci-Lombardone. Alla domanda sul foggiano Antonio Salvatore detto “Lascia Lascia”, il pentito Della Malva ha spiegato: “È amico stretto con Renzino Miucci (boss reggente dei Li Bergolis, ndr), infatti quando eravamo stati arrestati noi per l’Ariete, arrestarono anche a Miucci per… con altri due paesani suoi, con delle pistole in macchina, venne portato al Carcere di Foggia, stavano alla 3^ Vecchia e noi stavamo alla 1^ Vecchia. Renzino era passato a salutare ‘Lascia Lascia’ e gli aveva detto che non trovava posto…”

“Eravamo due clan opposti diciamo. Noi eravamo una decina e lui, Renzino, si affacciò proprio al passeggio nostro per dire questa cosa. C’era anche Mario Romito. C’era ‘Passaguai’ Gentile (ucciso a marzo 2019 a Mattinata, ndr) che diceva: ‘Come scende giù lo devo mandare all’ospedale’. E Mario gli diceva di no, di lasciarlo perdere che poi…”. 

Riguardo ad Antonio Salvatore, il pentito ha fatto sapere che l’uomo “era uno dei principali obiettivi nostri diciamo. Era amico di Renzino e i grandi, diciamo i capezzoni diciamo che… lo stavano… si erano proprio accaniti su di lui perché sapevano che aveva commesso qualche… qualcosa di grave, che però non… non so di preciso cosa. So che lo dovevano andare a prendere in una comunità, stava in una comunità e lo dovevano andare a prendere in questa comunità, si dovevano far raccontare tutto e poi lo dovevano uccidere”. 

Pm: “Ma questo solo i garganici, o era un favore che avevano chiesto i foggiani?”. Pentito: “No, no, era i garganici con i foggiani”. Pm: “I foggiani in persona di?”. Pentito: “Con…”. Pm: “Se te lo ricordi, eh!”. Pentito: “Sì, sì. Uhm… con quello che è stato ucciso alla benzina”. Pm: “Rodolfo?”. Pentito: “Con Rodolfo, con Rodolfo”. Si tratta di Rodolfo Bruno, membro dei Moretti ucciso nel 2018 mentre si trovava nel bar di un distributore di benzina sulla tangenziale di Foggia.

Pm: “Rodolfo lo voleva uccidere a…?”. Pentito: “Sì, sì”. Pm: “Ovviamente quindi Rodolfo?”. Pentito: “Sempre con Mario Luciano Romito. Perché stava… anche se faceva anche lui il filaggio, però sapeva che stava con i Li Bergolis e allora dovevano…”. Pm: “Ok”.


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