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“SENZA CASE, VIESTE NON PUÒ DEFINIRSI CITTÀ DELL’AMORE !!”

Riceviamo e pubblichiamo.

Tra le emergenze sociali che sono emerse negli ultimi anni a Vieste, una sta prendendo il sopravvento: l’impossibilità di trovare agevolmente, specie per le giovani coppie, una casa per civile abitazione.

L’emergenza trova le proprie cause sia in un nuovo fenomeno sociale sia in una politica, o meglio in una assenza della politica, sulla pianificazione edilizia locale.

Oggi, si può pacificamente sostenere, una casa la si trova:

1)         attraverso la fortuna di ereditarne una da un genitore, nonno, zia o fratello;

2)         attraverso una previgenza di un genitore benestante che ha avuto la possibilità di investire nel mattone per poter garantire ai propri figli, una casa per il futuro;

3)         attraverso dei canali con i quali si può scorgere qualche affare di fortuna.

Il mercato immobiliare, a Vieste, negli ultimi venti anni ha avuto una vera metamorfosi. Vi è stata una domanda esponenziale da parte di persone, specie del circondario, che ha avuto per oggetto l’appartamentino di 60/70 mq. da utilizzare come seconda casa. Il fenomeno ha indotto diversi imprenditori e proprietari a costruire, in origine, appartamenti di quelle dimensioni, per poter avere un mercato fiorente e, in proporzione, più profitti.

Il risultato è quello che, in estate, la lingua ufficiale a Vieste non è più il dialetto viestano, ma quello foggiano; con tutto quello che comporta il fenomeno.

Ancora, negli ultimi cinque anni, numerosi appartamenti, specie quelli caduti in successione, hanno trovato la soluzione nella realizzazioni dei B&B, avvantaggiati anche da una legislazione regionale favorevole.

Dunque il risultato è stato che oltre a diminuire in maniera irreversibile la domanda per la casa di civile abitazione da destinarsi alle famiglie, dunque dal 90 mq in su, è venuta dastricamente meno anche l’offerta delle abitazioni ad uso locativo.

E’ inutile fare un giro di parole: a Vieste non si trova più una casa!!! non è più un “sentito dire” è una brutale realtà.

Il fenomeno non è di natura istantanea, ovvero non si può porre rimedio a breve o medio tempo, per risolverlo; bisogna perseguire programmi di lottizzazione e di organizzazione amministrativa triennali o quinquennali; per usare una terminologia marinaresca c’è bisogno di un “Myday” (ascoltami!) con un indietro tutta per evitare che la problematica diventi irreversibile.

Il fenomeno potrebbe costringere numerose coppie anche ad emigrare, spopolando ancora più una città che ha perso svariate centinaia di abitanti nel corso degli anni.

Dunque, appare urgente un’azione amministrativa efficiente e risolutiva che metta in campo tutta una serie di iniziative finalizzate a pianificare un assetto urbanistico per offrire ai cittadini civili abitazione per far ripristinare la flora corallina esistenziale per i figli di questa Città. Si dice: ci si può innamorare anche se si odia. Vieste non potrà definirsi città dell’Amore, come da qualche hanno fa, ed abbandonare i cittadini e giovani al proprio destino non dando loro la possibilità di trovare oltre che il Cuore una capanna.

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