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“SERVIZIO SANITARIO LIQUEFATTO SUL GARGANO. POCHI MEDICI PERCHE’ PAGATI TROPPO POCO”

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Non è stato sufficiente l’incentivo di 20 euro in più all’ora disposto dalla Regione Puglia per incorag­giare i medici a prestare servizio nel 118 e nelle postazioni medicalizzate del Gargano. Risulta infatti, ad esempio, che da giugno la postazione fissa medicalizzata di Vieste lavori solo H12 perché i tre medici rimasti in servizio riescono a coprire solo i turni di giorno. “Ergo, dalle 20 alle 8 non risulta alcun medico in servizio, con il rischio che talvolta manchi anche il medico del 118 e quello di continuità assistenziale. Il tutto per carenza di medici e per altre criticità mai affrontate”, tuona il consi­gliere regionale e candidato alla Camera per Forza Ita­lia, Giandiego Gattache già in passato aveva solleva­to la questione.

“Mi sono fatto portavoce di tantissimi alert e numerosis­sime sollecitazioni e doglianze da parte della popolazio­ne di Capitanata ma senza esito – ha aggiunto – ma la situazione sembra addirittura peggio­rare. Faccio riferimento a Vieste ma in generale al Gar­gano, non da ultimo a Manfredonia, le carenze di medi­ci sono ormai ai limiti per la tenuta in vita delle strutture. Più volte insieme al Sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice,abbiamo interloquito con il direttore generale della Asl Antonio Nigriche, devo dire, ci ha accolti con gran­de disponibilità, abbiamo sviscerato le questioni e ci ha garantito che a brevissimo dovrebbe partire un piano di rilancio e di potenziamento dell’esistente. Una notizia che già ci rasserena se dovesse tradursi in fatti”.

Ma si impone, a detta di Gatta, una soluzione seria e de­finitiva del problema. “Non è possibile che si dica ‘va tut­to bene madama la marchesa’ soltanto perché magari il Sindaco di una comunità è dello stesso colore politico di chi amministra la Regione. Credo che un primo cittadino debba istituzionalmente essere garante della comunità che amministra, innanzitutto dovrebbe salvaguardare il diritto alla salute, soprattutto laddove questo diritto vie­ne pregiudicato, talvolta persino conculcato. Una situa­zione gravissima, nel silenzio assordante del Sindaco di Vieste, che dimentica (o finge di dimenticare) di essere l’autorità sanitaria nel Comune pur di sottrarsi alle sue pesantissime responsabilità che affondano le radici, in­nanzitutto, nel disinteresse e nell’incapacità di ammini­strare, perseguendo gli interessi e i bisogni della comu­nità. Penso che i Sindaci debbano intervenire con vigo­re fregandosene del colore politico di chi è al governo della Regione Puglia, che è da ritenersi la prima re­sponsabile della gestione e del fallimento delle dinami­che della sanità: gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e po­trei presentare un cahier de doléance che mostra quale sia la situazione. Per quanto mi riguarda il diritto alla sa­lute è la priorità per eccellenza, lo è sempre stata ma in questo momento storico per le popolazioni di Capitana­ta lo è ancora di più e non lo dico oggi ma mi sono sem­pre battuto per questo”, ha sottolineato il consigliere si­pontino.

La conferma di queste difficoltà arriva anche dagli ad­detti ai lavori e dagli operatori che sono sul campo e che già in passato, tramite queste colonne, avevano espres­so le loro preoccupazioni.

“È vero – hanno evidenziato – mancano i medici a Vieste, che nei fine settimana è praticamente sempre scoperta. Certe volte, quando c’è il medico in ambulanza non c’è nel Punto di primo intervento e quello dell’ambulanza viene spostato nel Ppi perché mancano medici anche là, con tutte le conseguenze sulla qualità del servizio. Spes­so si chiama a Vieste l’equipe da Peschici, Comune che pure è in difficoltà a coprire i turni essendoci solo due me­dici e si può immaginare che servizio si possa offrire a mezz’ora di distanza. Un’ambulanza con medico a bor­do solo se è sul posto può intervenire sulle emergenze e ancora di più sulle urgenze, in tutti quei casi cioè in cui si richiede l’intervento entro pochi minuti, intervenendo al contrario oltre certi tempi poi chiaramente c’è poco da fa­re”.

Gli operatori lo dicono da tempo, il problema è su scala nazionale e ha a che fare principalmente con le retribu­zioni accordate ai medici: “La situazione è sempre la stessa, mancano medici perché li pagano 24,5 euro all’ora e 29 euro dopo la 164esima ora di servizio. Questo comporta non solo che i medici non si interessino proprio a questa attività ma fa scappare anche quelli che ci so­no e purtroppo il livello professionale generale ne risen­te. A livello nazionale alcuni rappresentanti dei medici si stanno battendo cercando di migliorare questa situazio­ne contrattuale che alla fine è la vera causa della man­canza dei medici ma va purtroppo detto che ormai in que­sto settore restano quasi esclusivamente medici che non fanno alcun trattamento e non fanno altro che pren­dere il paziente e portarlo nell’ospedale più vicino. Quel­lo che vediamo è un disinteresse generale da parte del­le istituzioni e una mancata risposta a livello regionale”, hanno concluso amareggiati gli addetti ai lavori.

Un motivo in più, anche per Giandiego Gatta, per cui l’in­centivo di 20 euro non ha funzionato: “Tale somma deve essere paragonata con quelle erogate in altri centri del­la provincia, per avere puntuale contezza della situazio­ne. Per lavorare nei Pronto Soccorso di San Severo, Lu­cerà, Cerignola e Foggia tale incentivo varia da 40 a 100 euro lorde in più all’ora, cifre che triplicano per coloro che prendono servizio alle isole Tremiti (dove, naturalmen­te, c’è un numero di presenze decisamente inferiore, im­paragonabile con quello di Vieste). Il servizio sanitario è sostanzialmente liquefatto a Vieste (e non solo), duran­te il periodo estivo. Una gestione sconcertante”.

l’attacco