Dieci consiglieri regionali eleggibili in meno per la Puglia. La prossima tornata per un seggio in Via Gentile sarà una vera corrida. Effetto imprevedibile del calo demografico e della legge del 2011 finalizzata al contenimento della finanza pubblica. La popolazione è infatti scesa sotto la soglia dei quattro milioni di abitanti in base alle ultime rilevazioni Istat e le normative nazionali prevedono il passaggio da 50 a 40 consiglieri eleggibili. Le normative avranno anche un impatto sulla composizione delle giunta: dagli attuali dieci assessori si passerà a solo otto responsabili dei vari settori del governo regionale.
Secondo l’Istat – sui dati dell’ultima rilevazione risalente al 31 dicembre 2020 – gli abitanti della Puglia sono 3.933.777: da qui la necessità di rimodulare il numero dei rappresentanti nel parlamentino di Japigia.
Non basterà però un tratto di penna per aggiornare lo stato dell’arte: per ora sono previsti nello Statuto della Puglia e nella legge elettorale vigente 50 consiglieri regionali e quindi gli attuali consiglieri dovranno intervenire per apportare le indispensabili revisioni. Non solo del numero degli eletti, ma anche dei collegi, oggetti di diatribe e dispute con ricorsi nell’ultima competizione del settembre 2020. L’unica possibilità di conservare lo status quo potrebbe essere un intervento del legislatore nazionale, ma l’opzione si scontrerebbe con il forte vento contrario del populismo anticasta.
La competizione per un numero minore di seggi renderà sempre più difficile l’elezione, non solo all’interno dei grandi partiti dove si confrontano candidati in gradi di raccogliere consensi in maniera ramificata in ogni comune, ma anche per le piccole sigle che – già falcidiate dallo sbarramento al 4% – saranno costrette a confrontarsi con vedere restringersi ulteriormente gli spazi eventuali di agibilità politica (ovvero di elezione) per conquistare seggi di rappresentanza.
Dal taglio di dieci consiglieri, si risparmieranno circa 1,3 milioni di euro all’anno, per cinque anni di mandato (per complessivi 6,5 milioni di euro), mentre dalla riduzione dei componenti dell’esecutivo ci sarà un vantaggio per le casse pugliesi superiore a un milione di euro.
La mannaia della spending review unita al calo demografico (determinato dalla riduzione delle nascite e dal fenomeno crescente dell’emigrazione interna e verso l’estero) è stata subito percepita come un imprevisto dagli attuali eletti che – prima di pensare a cimentarsi nella conferma del proprio posto nell’assemblea legislativa dei pugliesi – a dicembre hanno approvato una legge che proroga di otto-dieci mesi il proprio mandato in caso di dimissioni nel 2024 del governatore Michele Emiliano, papabile candidato per le prossime europee.