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SANITÀ IN PUGLIA/ IL FLOP DELLA REGIONE. A CACCIA DI 200 MILIONI PER EVITARE L’AUMENTO DELLE TASSE

Oggi una riunione in video conferenza con i tecnici ministeriali, domani una valutazione che potrebbe essere definitiva. Sono ore cruciali in Regione per capire se sarà possibile coprire, con gli avanzi di amministrazione del bilancio autonomo, il buco da 205 milioni della gestione sanitaria e scongiurare così l’automatico inasprimento dell’Irpef regionale. I dirigenti del Bilancio cercheranno di capire come sarà formulato nel dettaglio il decreto ministeriale che consente di utilizzare gli avanzi. L’idea di aumentare le tasse non piace a nessuno ed alimenta la tensione, anche nella maggioranza. Non è sfuggita la dichiarazione del capogruppo Pd, Filippo Caracciolo. Tre giorni fa si era scagliato contro la giunta, aveva criticato l’assessore Rocco Palese, aveva respinto l’idea di aumentare l’Irpef e invocato maggiore condivisione sulla manovra di risparmio nelle Asl («delibera frettolosa»). Il governatore Michele Emiliano ha invocato toni distesi e invitato tutti, capogruppo compreso, a spiegare le cause del disavanzo. Sono – secondo il centrosinistra – il sotto-finanziamento del Fondo sanitario, i costi covid non rimborsati da Roma, i nuovi contratti collettivi firmati dal governo, la bolletta energetica e l’inflazione. «Riconosco – afferma Caracciolo – che l’assessore Rocco Palese sta facendo un lavoro encomiabile. Ma è opportuno che non venga criminalizzata l’attività dei dg delle Asl. Tutti noi siamo chiamati a vigilare e a collaborare con le Asl». L’opposizione non si accontenta. Il consigliere Fabiano Amati, coordinatore regionale di Azione, prende di mira l’intervista di Palese al Corriere. Soprattutto per il riferimento al leader di Azione, Calenda, che chiede un aumento di 30 miliardi del Fondo sanitario. Palese si dichiara d’accordo con lui e schiva le critiche di Azione. «Un conto – afferma Amati – è chiedere 30 miliardi in più per le Regioni e tentare di risolvere i molti problemi della sanità, a cominciare dalle liste d’attesa. Un altro conto è non fare nulla da anni. Torno a ricordare l’inaccettabile spreco di denaro sulla farmaceutica e sulle protesi. In Puglia, in un triennio, abbiamo avuto uno scostamento un miliardo e cento milioni tra il massimo consentito dalle regole e la spesa sostenuta effettivamente».

Palese si è solo detto d’accordo con la posizione di Calenda. «Certo, ma più che dire ha ragione tizio o caio, andrebbero sottolineati i torti maturati in Puglia. Se non si fosse sprecato il miliardo e i cento milioni che dicevo prima, oggi non avremmo il deficit in sanità. Più che dire ha ragione Calenda, l’assessore Palese dovrebbe parlarci delle responsabilità della sua giunta». Gli esempi, secondo Amati, non mancano: «Non risulta, per esempio, che le Asl abbiano mai rinegoziato i prezzi delle protesi e non risulta che abbiano mai preso iniziative contro lo spreco dei farmaci. Abbiamo una legge che dispone la decadenza dei direttori generali di Asl nel caso di sforamento della spesa farmaceutica. Finora non è successo nulla. Un dg che sa di non rischiare una sanzione, non si disporrà mai alla battaglia contro gli sprechi». Amati, infine, considera che sarebbe molto utile l’idea di un’unica Asl per tutta la Puglia: servirebbe ad accorpare e razionalizzare la spesa per il personale e gli acquisti: «Ma evito di dirlo per non offrire un diversivo e consentire alla giunta di parlar d’altro».