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FOGGIA/ NOBILETTI, IL MARZIANO  “ECCO COME STO CAMBIANDO LE COSE IN PROVINCIA”

I presidente della Provincia di Foggia Giuseppe Nobiletti è stati ieri ospite della redazione de l’Attacco. Ecco l’intervi­sta.

A cosa sta dedicando questo primo periodo?

Alla sistemazione della macchina amministrativa, sono attivi­tà interne più che esterne. Ho iniziato a fare modifiche, è arri­vato il nuovo segretario generale e a breve faremo concorsi per i nuovi dirigenti ex articolo 110 del TUEL. Sto cambiando un po’ la struttura per proiettarla in una ottica di maggiore effi­cienza e maggior lavoro da parte di tutti. E’ un impegno che fi­nora mi ha impedito di attraversare il territorio, lo farò a partire dalle prossime settimane.

La sua prima impressione sulla tecnostruttura?

E’ mancata una guida forte negli scorsi anni. Ci sono poten­zialità, persone capaci.

Come ha scelto il nuovo segretario generale Di Natale?

E’ molto referenziato. Ho incrociato varie informazioni e anche dall’incontro che ho avuto è la persona che mi ha fatto la mi­gliore impressione. Verrà anche a Vieste, per un giorno a set­timana.

Ai tre dirigenti a tempo determinato-lannotta, Cela e Diella-cosa ha detto?

Ho detto loro che devo rifare le nomine ex articolo 110 e che loro hanno una chance in più rispetto agli altri, perché lavo­rando insieme a me possono convincermi che è giusto prose­guire con loro. Non è vero, come dice Gatta, che intendo but­tare tutto a mare ma è chiaro che li devo conoscere.

Le casse in che situazione sono?

Le risorse sono poche, pensavo che il bilancio fosse migliore e invece c’è poca roba quanto a gestione ordinaria. Gatta par­lava di 90 milioni in cassa, in realtà sono tutti i fondi vincolati e mi ritrovo quest’anno con 8 milioni in meno rispetto al previsto.

A quanto ammontano in totale i finanziamenti del PNRR? Ed è preoccupato dall’allarme sui ritardi?

In totale 650 milioni circa tra PNRR, CIS e altre fonti di finan­ziamento. Certo, sono preoccupato. Siamo tutti in ritardo. In Italia gli iter burocratici sono molto lunghi, chi ci governa sa­peva e sa che non si riesce a stare dietro alle scadenze strin­genti connesse al PNRR. E’ necessario attuare proroghe per­ché siamo tutti in difficoltà, nord e sud del Paese.

La Stazione unica appaltante della Provincia è lenta, co­me alcuni Comuni lamentano?

La SUA non è poi così lenta. Tra le prossime assunzioni ci sa­ranno comunque 16 o 17 tecnici, dopo l’infornata fatta da Gat­ta rispetto agli amministrativi soprattutto. Ho trovato un buco da questo punto di vista. A noi servono tecnici che si occupino di SUA, ambiente, viabilità ed edilizia scolastica. Attingeremo alle graduatorie della Regione, nessuno avrà da ridire sui con­corsi. Quelle della Provincia sono ormai esaurite dopo lo scor­rimento, tutti gli idonei sono stati assunti da altri enti.

Va avanti l’attuazione del CIS?

Sì, proprio la scorsa settimana si è riunita la conferenza di ser­vizi sulla strada regionale 1. Ma c’è un problema importante per le grandi opere del CIS. Per la R1 i soldi non ci sono, con quelli esistenti oggi al massimo faremo due stralci per circa 45 km sugli 80 totali. Penso che stiamo al 60 o 70% delle risorse, ce ne mancano almeno tra i 50 e i 70. Peraltro, con l’aumento dei costi non ci saranno economie. Gatta parlava sempre dei ribassi di gara, ma con quelli si può fare ben poco. La verità è che vanno messe altre risorse sul CIS. Poi ci sono altre pro­gettazioni legate alla SP53 e alla Pedegarganica, che neces­sitano pure di ulteriori fondi per andare avanti. Tornando alla R1, entro fine anno va fatto l’appalto integrato, così come quello che ha fatto ANAS per la super­strada veloce del Gargano, un altro caso in cui ci sono i soldi solo per il primo trat­to mentre non sappiamo nulla del secon­do stralcio riguardante il tratto compreso tra Vieste e Mattina­ta. E’ chiaro che con l’aumento dei prezzi vanno ricalcolati tut­ti i parametri, come ha segnalato efficacemente anche l’attuale capo di gabinetto del presidente Emiliano, il professor Catalano.

Rispetto agli impianti eolici, cosa è cambiato dopo la sen­tenza del Consiglio di Stato sul canone unico patrimo­niale?

Abbiamo avuto un crollo enorme, siamo passati da 4,5 milio­ni di introiti legati al CUP ad appena 500mila euro. Stiamo cer­cando di trovare un sistema che possa assicurare un canone adeguato, credo partirà una nuova battaglia. C’è sempre da domandarsi cosa tutti questi impianti eolici lascino sul territo­rio. Credo poco, anche a livello occupazionale. Ci deve pur es­sere un modo per ristorare i territori. Il CUP almeno ci dava un po’ di risorse, che potevano essere utilizzate sul territorio. Su questo tema non è pervenuta l’UPI, l’Unione delle Province italiane. Foggia è una delle province più tartassate quanto a impianti eolici. Bisogna farsi la domanda se valga la pena an­dare avanti, in un territorio già tanto falcidiato.

E c’è poi il boom delle richieste legate all’agrivoltaico.

In molti casi le istanze erano state presentate in un primo mo­mento come fotovoltaico e poi sono state cambiate in agrivol­taico. C’è da fare attenzione perché può determinare l’abban­dono dei campi, pure quando nei progetti si garantisce che si permetterà il contestuale svolgimento delle attività agricole.

Cosa pensa, invece, delle istanze di eolico offshore, che pure stanno aumentando?

Se il rimpianto è posizionato a distanza tale da non essere visi­bile dalla costa per me va bene. Di sicuro non deve danneg­giare il turismo, la mia preoccupazione è questa. L’importan­za delle rinnovabili non si discute ma i territori non vanno dan­neggiati. Le attuali istanze prevedono una distanza di 12 mi­glia marine dalla costa garganica.

Qual è lo stato di salute dell’edilizia scolastica?

Ci sono molti edifici su cui serve intervenire, oltre a quelli già fi­nanziati nell’ambito del PNRR. Ho chiesto di inserire in bilan­cio 2 milioni in più all’anno sull’edilizia scolastica per imper­meabilizzare gli istituti. Quando mi sono insediato il bi­lancio non era ancora stato approvato, io ho detto chiaramente che va approvato ogni anno a dicembre. Ora va approvato il rendiconto per usare quel minimo avanzo che c’è nel bilancio di previsione. Voglio fare un focus sulle entrate, capire meglio cosa avviene rispetto all’evasione fiscale e che margini di mi­glioramento ci sono. Sono in difficoltà per l’assenza della po­lizia provinciale: è come operare senza avere le braccia, non abbiamo modo di agire contro gli abusivi e contro l’abbando­no dei rifiuti. Bisogna parlarne con la Regione, altre Province hanno mantenuto la polizia provinciale con le relative risorse. Risorse che noi non abbiamo.

Politicamente cosa vede nel suo futuro?

Sono fermo e anche abbastanza confuso, devo capire anche io cosa voglio fare e che direzione prendere. A me piace am­ministrare, gli impegni sono però molto gravosi. Non so se raf­forzerò il mio profilo civico.

Dopo le provinciali l’alleanza centrosinistra-M5S sembra fortemente a rischio per le comunali di Foggia, in autun­no.

Quell’alleanza ha dato frutti positivi in Provincia, insieme alla spaccatura del centrodestra. Le cose vanno coltivate, bisogna smussare gli angoli da tutte le parti ma molto dipende anche dalle relazioni personali. Ho ascoltato dal segretario provin­ciale Pd parole di apertura, mi sembra che ci sia un atteggia­mento di apertura anche da parte degli altri, dai civici di Cusmai ai 5S di Furore. Per me la strada è quella, anche consi­derato lo scenario nazionale che polarizza lo scontro tra cen­trodestra e centrosinistra. Cercherò di dare il mio apporto nei limiti in cui mi verrà consentito. Il Sindaco di Foggia rappre­senta una figura davvero fondamentale, caratterizza il per­corso dell’intero nostro territorio. Se si sbaglia nella scelta del primo cittadino del capoluogo le ripercussioni sono chiare. Le parti devono ragionare con molta tranquillità e pacatezza, sa­pendo che la scelta unitaria è quella che dà più garanzie di vit­toria. Al momento non vedo ancora l’ansia di sedersi al tavo­lo, anche se è ormai arrivato il momento di farlo.

A Vieste ha sempre amministrato in maniera svincolata dai partiti, non ne avete in maggioranza. Quanto pesano, invece, le pressioni in Provincia? Si sono fatte sentire per le prime nomine, quelle nei due Consorzi di bonifica, an­date a un piddino e a un civico?

Qui si tratta di una maggioranza nata grazie all’accordo tra i partiti, lo resto un marziano, spesso sono io a dover chiedere chi sono le persone che vengono a incontrarmi. Per le nomi­ne, quando il sindaco Di Pumpo e Del Vecchio si sono pro­posti non ho avuto obiezioni. Esiste certamente anche una questione di equilibrio da mantenere, ma la mia autonomia c’è sempre. Lo sapevano tutti che io non avrei accettato mai di es­sere eterodiretto. Alle precedenti elezioni provinciali rifiutai di fare il candidato presidente, era troppo presto per me. E rifiu­tai di fare il candidato del Pd. Stavolta il merito della vittoria è di tutti, non di qualcuno in particolare. Molto hanno fatto anche i 4mila voti di Vieste e il risultato delle relazioni personali. Cre­do valgano almeno tra i 7000 e gli 8000 voti. Questo non vuo­le assolutamente dire, sia chiaro, che intenda creare un grup­po alternativo.

Da Sindaco della capitale pugliese delle vacanze cosa pensa che Foggia possa fare per rafforzarsi sul piano tu­ristico?

All’aeroporto Gino Lisa servirebbe qualche tratta estera di­versa, Mostar è più di entrata che di uscita. I mercati di riferi­mento del Gargano sono quelli di centro e nord Europa, quel­le destinazioni sarebbero l’ideale. Vanno risolte le criticità sui servizi, chi atterra a Foggia fa fatica anche solo a prendere un’auto a noleggio. La riattivazione del Gino Lisa sta inizian­do a incidere sul comparto turistico viestano e garganico, ma servirà un report triennale per avere un quadro chiaro. A Vie­ste ora ci sono alcuni tedeschi sbarcati a Foggia. Quanto alla città capoluogo, come Provincia non abbiamo competenze ma sto dialogando con la Soprintendenza che progetta di apri­re un nuovo museo. Foggia deve investire sulla cultura.

LA MACCHINA DELLA TECNOSTRUTTURA DA RIFORMARE E 650 MILIONI DA SPENDERE

Sono trascorsi quasi tre mesi dall’insediamento del Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti a Palaz­zo Dogana, quale nuovo pre­sidente della Provincia. Sim­bolo della fortissima riparten­za della città del Pizzomunno dopo una fase amministrativa declinante, l’avvocato è sem­pre rimasto civico desistendo alle lusinghe dei partiti, del Pd in particolare. A gennaio scor­so ha saputo rappresentare l’elemento di sintesi tra dem, civici emilianisti e contiani, riu­scendo nell’impresa di far scordare ai 5S i trascorsi anni di contrapposizione a Vieste, aiutato dalla frantumazione del centrodestra. Un ammini­stratore pragmatico, poco av­vezzo alle logiche della parti­tocrazia e per nulla amante delle vuote passerelle istitu­zionali.

Un uomo dalle idee nette, co­me dimostrano le risposte for­nite all’Attacco, che lo ha incontrato in redazione.

Non ha usato, ad esempio, gi­ri di parole per commentare le possibili riforme sulle Provin­ce e sul terzo mandato dei sindaci. “Considero una cavola­ta enorme l’idea di tornare al voto di primo livello per le Pro­vince. Se si vuole farlo biso­gna prima ripristinare tali enti con la complessità che ave­vano prima”, ha affermato No­biletti. “Non avrebbe altrimen­ti alcun senso caricarle di in­stabilità. A che fine? Per ge­stire 80 scuole e 3000 km di strade? Ma di che parliamo? A sud scontiamo spesso la pre­senza di una classe politica non all’altezza, sebbene ora io incontri amministratori mol­to più preparati rispetto ad al­cuni anni fa. Il limite del se­condo mandato va tolto, non è facile trovare bravi amministratori a livello comunale. De­caro ha assolutamente ragio­ne su questo. Se uno è bravo perché non deve potersi ri­candidare per la terza volta?”.

l’attacco