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DAL GARGANO SACRO ALLA NORMANDIA

L’Abbazia di Mont Saint-Michel, in Francia, compie mille anni: nacque a imitazione del santuario di san Michele a Monte Sant Angelo, per Gregorovius “metropoli del culto dell Arcangelo in Occidente”.

L’abbazia di Mont Saint-Michel compie 1000 anni. La tradizione fondativa del luogo di culto vuole che nel 708 San Michele, l’arcangelo guerriero, apparve al vescovo di Avaranches, in Normandia, chiedendogli di costruire una chiesa su un isolotto roccioso, soggetto al ciclo delle maree dell’oceano atlantico. Da un primo oratorio, fu costruita a partire del 1023 un’abbazia che sarebbe diventata presto meta di pellegrinaggio ed è oggi, dopo Parigi, il secondo luogo più visitato della Francia.

Nel XIII secolo l’edificio si è arricchito di un chiostro, autentico gioiello architettonico, ribattezzato “la merveille” (la meraviglia). L’abbazia, per la sua sagoma triangolare che si staglia sull’orizzonte, è stata paragonata da Victor Hugo a una piramide sull’oceano: «Il Mont Saint-Michel sta al mare come Cheope sta al deserto». Ma, nella lettera indirizzata alla figlia Adèle del 28 giugno 1838, lo stesso Victor Hugo, raccontando di una sua visita, deplorava lo stato di abbandono del sito, di cui una parte era stata adibita a prigione: «Un rospo in un reliquario!». Hugo contribuì alla chiusura di quella “Bastiglia del mare” e promosse iniziative per il restauro del patrimonio medievale. D’altronde, egli fu anche il poeta che lanciò il grande restauro di Notre-Dame di Parigi, affidato dell’architetto Viollet-le-Duc, figura chiave del neogotico francese, e a cui dobbiamo il famoso apparato scultoreo della cattedrale e soprattutto l’innalzamento di una guglia tra la navata principale e il transetto. Questa stessa guglia, crollata con l’incendio del 5 aprile 2019, si sta ricostruendo esattamente sullo stesso disegno.

Anche la guglia di Mont Saint-Michel è stata aggiunta dell’Ottocento a cura di un allievo di Viollet le Due, Edouard Corroyer, e poi coronata dalla statua dorata del santo patrono nel 1896.

Passati pochi giorni dalla festa di san Michele (29 settembre), l’Alliance Frangaise di Bari avverte doppiamente il dovere di ricordare il millenario della grande abbazia, in quanto essa è gemellata con il santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo.

Nel V secolo sul promontorio del Gargano sorse il più antico e più famoso luogo di culto micaelico dell’Occidente, che rappresentò il modello ideale per tutti i santuari angelici successivi, eretti appunto su ispirazione di quello garganico. Studi approfonditi, tra cui quelli del professore Giorgio Otranto, recentemente scomparso, hanno individuato una serie di insediamenti micaelici nel mondo medievale. Già lo studioso tedesco Ferdinand Gregorovius (1821-1891) aveva definito il santuario micaelico di Monte Sant’Angelo «la metropoli del culto dell’Arcangelo in Occidente». Citiamo anche un divulgatore scientifico, Alberto Angela, che ha dedicato il 28 dicembre 2022 una trasmissione in prima serata su Rai1 all’abbazia francese. Facendo riferimento al santuario pugliese, Angela ha dichiarato: «Questo è uno dei luoghi più celebri legati al culto di san Michele Arcangelo. Ma non tutti sanno che questa Abbazia è nata ad imitazione di un santuario italiano». Ha ricordato anche il gemellaggio di Monte Sant’Angelo con Mont Saint-Michel avvenuto nel 2019, «momento emozionante» per il sindaco Pierpaolo D’Arienzo.

La relazione tra Monte Sant’Angelo e altri luoghi dedicati a san Michele ha contribuito a creare un ricco patrimonio di fede, arte e cultura del mondo medievale. I santuari di san Michele sembrano seguire una misteriosa linea immaginaria che va dall’Irlanda per giungere fino in Israele. Partendo dall’isola deserta di Skelling Michael, a St. Michael’s Mount, piccola isola della Cornovaglia che con la bassa marea si unisce alla terraferma, si prosegue poi in Francia con il Mont Saint-Michel, quindi in Val Susa con la Sacra di san Michele, e poi giù, in Puglia, al Santuario di San Michele. La traccia di questo percorso, detta via Micaelica, prosegue ancora in Grecia, sull’isola di Symi, dove il monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis custodisce una delle effigi del santo più grandi del mondo. Termina, infine, in Israele, al Monastero del Monte Carmelo ad Haifa. Una linea retta che, secondo la leggenda, è il segno lasciato dalla spada di San Michele nell’atto di ferire Satana e rispingerlo negli inferi.

Dalla leggenda di san Michele vincitore di Satana Guy de Maupassant ha tratto una novella, La légende du Mont Saint-Michel, pubblicata nel 1882. Altri grandi scrittori francesi sono stati colpiti dalla bellezza del sito normanno, tra cui Stendhal (Mémoires d’un touriste, 1838), Gustave Flaubert (Par les champs et par les grèves, [1847] 1885), Jules Michelet (La Mer, 1861), e ancora nel 1879 Anatole France, con il quale concludiamo: «Una dolce luce colorava d’argento la baia di sabbia, in fondo alla quale il Mont Saint-Michel erigeva la sua piramide bruna e merlettata».

michèle sajous d’oria