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VIESTE/ CRONACHE DAL PALAZZO  “VIAGGIO FRA RICORDI, RIFLESSIONI, TESTIMONIANZE E CURIOSITÀ” (13)

UN NUOVO SINDACO (1985 – 1986)

Contestualmente è stata determinata la crisi politica con la presentazione delle dimissioni da parte del Sindaco stesso e 3 asses­sori (Caruso – De Angelis – Nobile). La Giunta rimane azzerata ed impossibilitata ad adottare provvedimenti; la crisi si trascinava stancamente fino alla convocazione del Consiglio Comunale da parte del Prefetto per il 7 gennaio, andata deserta, e successivamente per il 23 gennaio 1985 con all’ordine del giorno l’elezione del Sindaco e la sostituzione degli assessori dimissionari. La decisione non è stata di gradimento per gran parte delle forze politiche, molte delle quali pensavano allo scioglimento del Consiglio con indizione delle elezioni anticipate. Nel frattempo erano in corso segrete trattative fra socialisti e democristiani che concordavano di dar vita ad una nuova amministrazione che vedeva la luce il 16 febbraio 1985 con una nuova Giunta presieduta dal nuovo Sindaco, Aldo Brigida, e dalla nuova compagine formata da:

– BevilacquaGiuseppe– Assessore ai LL.PP.
– TroianoAlessandro66al Commercio e Turismo
– PiracciGiuseppe66All’Urbanistica
– RosielloGiovanni66supplente alla Sanità e P.I.
ClementeMarcello66all’Agricoltura.

Le deleghe furono assegnate in due tempi:

1A fase in data 19.02.1985 (Troiano – Piracci – Clemente)

2A fase in data 01.04.1985 (Bevilacqua – Rosiello).

L’anomalia nell’assegnazione delle deleghe era legata alle man­cate dimissioni da assessore da parte di Dirodi e Totaro; i due rappresentanti del P.C.I., infatti, rimasti in carica anche dopo reie­zione del nuovo Sindaco, rassegnarono le dimissioni il 10 marzo 1985; restava in carica il rappresentante del P.R.I., dr. Domenico Nardella, assessore anziano ma senza delega.

Diciotto mesi è durata la rinnovata Amministrazione, fino al 21 Settembre 1986.

Le nuove elezioni si tennero il 16 e 17 novembre 1986 per una ripetizione parziale di quelle effettuate il 1983. Quelle elezioni furono annullate in parte dal Consiglio di Stato, su ricorso presen­tato dalla dott.ssa Angela Allegrini, prima dei non eletti del P.S.I.

Trattandosi di una ripetizione parziale si è votato in 11 delle 15 sezioni.

La nuova e parziale consultazione ha determinato una nuova mappa politica che, in dettaglio, può così riassumersi:

Nella seduta di mercoledì 21 gennaio 1987, Valentino Dirodi è stato eletto Sindaco di Vieste che subito dopo la proclamazione ha dichiarato: “Cari Viestani, da questo momento sono il vostro Sindaco e mi sento commosso ed onorato di questa grande fiducia che mi avete concesso: Cercherò di esercitare questa carica con imparzialità e correttezza cercando di risolvere insieme a tutta la Giunta i molteplici

impegni che questa carica comporta”. Segue un elenco, come di prassi, di buone intenzioni così sintetizzabili in ordine prioritario:

  1. organizzazione delle risorse umane e finanziarie del Comune;
  2. servizi sociali;
  3. sviluppo economico;
  4. assetto e utilizzazione del territorio.

La composizione dell’assise consiliare fu integrato successivamente con l’ingresso dei consiglieri Totaro Matteo per il P.C.I., in sostituzione di Dirodi Nicola, impegnato quale consigliere regionale, e Di Vieste Celestino al posto di Pecorelli Pasquale Antonio per il P.R.I.

L’accorto e dinamico neo-capo dell’Amministrazione ha inteso soprattutto pubblicizzare l’immagine del nostro territorio a livello nazionale, partecipando ad una nota trasmissione televisiva della RAI condotta da Raffaella Carrà e bissando, dopo il 1979 quando era assessore allo Sport, l’arrivo a Vieste del Giro d’Italia, program­mato per il 27 maggio 1988 e vinto da Saronni.

Non ci fu tempo per impegnarsi in grandi obiettivi e progetti di rilevanza pubblica. L’imminente stagione e le nuove elezioni fissate il 29 e 30 maggio per fine mandato hanno concluso l’Amministrazione.

All’indomani delle nuove elezioni, tenutesi il 29 e 30 maggio 1988, nes­suno immaginava che di lì a poco e per tutta la stagione estiva si sarebbe par­lato di una vicenda che aveva i con­notati di fantapolitica. E così è stato!

D’altra parte le vicende politiche, a volte, non finiscono mai di stupire.

Nell’autunno del 1988, verso la fine di ottobre, il Consiglio Comunale fu convocato per eleggere il Sindaco e la nuova Giunta. La seduta, per mancanza di numero legale, non si tenne e fu rin­viata al 2 novembre.

In pratica la situazione venutasi a determinare era incerta ed in ebollizione; era il motivo principale per cui l’assise consiliare non si era tenuta.

Vi era una divisione interna alla Democrazia Cristiana, partito di maggioranza, dove quattro esponenti (Rosiello, Soldano, Piracci e Pecorelli) avevano manifestato in più di un’occasione il loro dissenso sull’organigramma deciso dal partito e che, in pratica, escludeva la loro componente da qualsiasi incarico.

Piracci, dopo l’apertura dei lavori, ha letto una dichiarazione choc nei confronti dei colleghi di partito, definendoli “faccendieri e portaborse che rappresentavano la vera forza occulta della Demo­crazia Cristiana”.

Nel lungo e pesante intervento Piracci ha parlato anche dell’esi­stenza, all’interno del partito, di “gruppi di potere, di lobby, di volti nuovi e vecchi compromessi e di gente interessata”. Dopo la lettura della dichiarazione Piracci, Rosiello, Soldano e Pecorelli abbando­nano l’aula. Mancava il numero legale e neanche l’invito, rivolto dal capogruppo della D.C., Marcello Clemente, all’opposizione a rimanere in aula sortì l’effetto sperato.

La frattura sembrava insanabile e fu portata alle estreme conse­guenze. Erano in corso prove tecniche di alleanze trasversali iniziate con una frenetica campagna acquisti; il panorama politico era in fermento ed erano frequenti le riunioni ospitate nella tenuta di un noto personaggio politico (si fa per dire!) poi nominato responsabile di un importante assessorato.

L’intesa fu successivamente formalizzata il 28 Novembre 1988, data in cui fu varata la nuova amministrazione.

Era questo anche il periodo in cui circolavano voci che davano alti esponenti politici di maggioranza in visita a rinomati ed esclusivi negozi di abbigliamento della provincia per la scelta del vestito più consono da indossare in caso di elezione alla massima carica dell’assise consigliare. Per quanto se ne sappia l’abito nuovo, nel frattempo acquistato in tutta fretta, è stato mestamente riposto nell’armadio.

E non l’ha fatto per cambio di stagione.

L’Amministrazione non nasceva sotto una buona stella; veniva definita “Arcobaleno”, e si trovarono insieme comunisti, missini, dissidenti democristiani e socialisti che eleggevano alla massima carica cittadina Carlo Nobile, nonostante il parere contrario del suo partito.

Le Federazioni Provinciali, infatti, non riconoscevano rac­cordo e lo bocciavano senza mezzi termini; quella del P.C.I. emise un suo comunicato, invitando i compagni a rimettere il mandato, giudicando la soluzione non autorizzata “un’avventura” ed un grave pasticcio.

In effetti l’eterogeneità delle forze, componenti la nuova Amministrazione, aveva creato un notevole imbarazzo a tutti i livelli; ne andava di mezzo la dignità, la serietà ed il ruolo di tutti i partiti. Dopo la dura presa di posizione del P.C.I. provinciale è stata la volta della D.C. che ha deferito ai probiviri il quartetto Rosiello – Soldano – Piracci e Pecorelli che hanno aderito alla Giunta “Arcobaleno”.

Nonostante gli attacchi e l’anomala situazione venutasi a creare, la Giunta dava inizio al programma che aveva enunciato in fase di insediamento.

Infatti, alla fine di dicembre del 1988, adottò il Piano Regolatore Generale, adeguato alle prescrizioni contenute nella delibera della Giunta Regionale del 1985 che aveva restituito gli atti adottati il 1983 dalla Giunta Ragno. Va detto, in ogni caso, che gli atti del P.R.G. adottati sono stati approvati definitivamente dalla Regione Puglia con delibera del dicembre 1993.

Era anche la stagione degli esposti.

Un numero non trascurabile di esposti, nella quasi totalità anonimi, contribuiva ad avvelenare la vita pubblica con falsità e fatti inesistenti, che coinvolgevano anche l’Ufficio di appartenenza di chi scrive, con illazioni e contumelie di ogni genere compreso anche le offese personali.

Naturalmente sono atti che denotano una grave carenza culturale e di frustrazione per chi li ha prodotti. Tale situazione, comunque, ha comportato anche l’acquisizione di una serie di atti da parte degli inquirenti, a far data dal mese di febbraio del 1989.

I dissensi e malumori nella Giunta erano frequenti e raggiunsero l’apice nel Consiglio Comunale tenutosi nel mese di luglio 1989, quando l’assessore al commercio, Ludovico Ragno, abbandonò l’aula, seguito dal collega Paolo Soldano, non condividendo la proposta del riordino commerciale all’ordine del giorno della seduta.

Il piano in questione, redatto da una società specializzata del settore (ISCOM), non veniva più ritenuto idoneo dall’assessore che, per una città come Vieste, c’era bisogno di nuove e più adeguate strutture mercantili. Una considerazione, questa, non condivisa però dagli altri componenti della Giunta (P.C.I. – P.S.D.I. – ex P.S.I. – dissidenti D.C. con l’appoggio esterno del M.S.I.) che hanno bocciato, anche con il voto della minoranza (D.C. – P.S.I.) la proposta Ragno.

La seduta interessò anche la magistratura locale, sia in ordine a facili licenze commerciali che venivano rilasciate in applicazione troppo estensiva della normativa e sia per una verifica di verbali nell’ambito dei quali si ravvisava il vilipendio alle istituzioni e apologia di reato in ordine ad alcune dichiarazioni.

Non viveva vita facile la Giunta che veniva ripetutamente attaccata anche con manifesti; uno di questi ultimi fatto affiggere dalla CGIL, nel pieno della stagione estiva, dichiarava l’Amministrazione “inutile ed inefficiente”.

Sulla scorta di tali attacchi, tutti i partiti componenti la Giunta “Arcobaleno”, presero consapevolezza: l’esperienza anomala messa in piedi era arrivata a conclusione.

Sindaco, come gesto di buona volontà e per consentire un momen­to di verifica e di ridefinizione del quadro politico più ampio e stabile, decideva di rassegnare le dimissioni nelle mani del Segretario Sezionale del suo partito, cui seguirono successivamente quelle degli assessori.

L’Amministrazione di Centro Sinistra si era faticosamente costituita nel mese di gennaio del 1990, eleggendo alla massima carica il prof. Francesco Marinelli, dopo alcune sedute infruttuose del Consiglio Comunale.

Un debutto culturale per l’Amministrazione all’inizio del mandato; nella primavera del 1990 convennero nella nostra città un nutrito gruppo di giovani studenti provenienti dai vari istituti di Belle Arti d’Italia. Avevano aderito ad un bando di concorso finalizzato a dotare la città di sculture da sistemare in luoghi tipici del centro abitato.

La manifestazione fu battezzata significativamente “VIESTARTE”. Alcuni dei progetti sviluppati, qualcuno inevro di dubbio gusto, è ancora visibile come l’arco di Traiano (ribattezzato di “Troiano” in omaggio all’ex assessore che avevava promosso l’iniziativa) all’ingresso dei giardini pubblici di C.so L. Fazzini, una struttura lignea a ventaglio con i colori dell’arcobaleno sistemata alle spalle del palazzo di città ed ancora sul Lung. C. Colombo adiacente il trabucco e sul Lung. A. Vespucci.

L’esperienza non fu ripetuta; non furono trovate adeguate risorse finanziarie ed anche perché la manifestazione, nel suo complesso, non destò eccessivo entusiasmo.

Le attenzioni furono spostate nel settore turistico. Nella stagione del 1991 furono stabilite le strategie di marketing e proposte operative finalizzate a dotare la città di un “Piano Turistico” indicando le direttive e gli obiettivi da perseguire che, tuttavia, dovevano restare ed adeguarsi al piano di sviluppo turistico della Regione Puglia e del Piano Socio – economico varato dalla Comunità Montana del Gargano.

Per coordinare la politica turistica fu stabilito  di istituire la “Consulta per il  Turismo” che avvenne con delibera consiliare nel febbraio del 1991.

L’istituenda consulta doveva costituire l’anello di congiunzione tra gli incaricati di redigere il piano turistico e la pubblica amministrazione con funzioni di controllo.

Nel mese di aprile 1991, l’Assessore all’Urbanistica Alessandro Troiano convocò un convegno sull’urbanistica che si tenne nei locali dell’oratorio con la presenza di alcuni magistrati della Procura della Repubblica di Foggia.

Si parlò di interpetrazioni giuridiche nel Settore Urbanistico che, in quel periodo, avevano animato la vita pubblica. In particolare seil giudice penale poteva disapplicare la validità di una concessione edilizia rilasciata dalla pubblica amministrazione.

Il dibattito assunse toni anche aspri per la diversa interpetrazione che 2 magistrati avevano contrapposto. Il primo lamentava la mancanza di indagini sull’abusivismo edilizio che, in quel periodo, si stava sviluppando nel nostro territorio e sulla commissione edilizia, ipotizzando una scarsa dimestichezza con la materia urbanistica.

Sulla scorta di tali pesanti dichiarazioni fu sollecitata un’inchiesta da parte del CSM al fine di verificare la cosiddetta “compatibilità ambientale” di alcuni magistrati con il luogo in cui operano.

Il magistrato destinatario delle accuse prima citate fu trasferito presso il Tribunale di Napoli e successivamente dimissionario dall’organo giudiziario per intraprendere la professione di avvocato nel foro di Foggia.

LE DIMISSIONI DI MARIO TURI

Era da molto tempo che Mario Turi, Assessore alla pubblica istruzione, igiene e sport, aveva espresso la volontà di lasciare la carica per impegni personali chiarendo che le deleghe a lui assegnate comportavano tantissimo tempo e mezzi, ritenendo quest’ultimi assolutamente inadeguati che, comunque, non davano risultati.

Il Consiglio Comunale prese atto, nella seduta di fine maggio 1991, delle dimissioni ritenute irrevocabili. Nella stessa seduta, l’Assessore Pasquale Pecorelli (sc’ catta murt) prese il posto di Turi.

LE DIMISSIONI DEL SINDACO

L’esperienza amministrativa precedentemente acquisita da Franco Marinelli gli faceva dubitare della tenuta della maggioranza. Avvisaglie, in tal senso, erano arrivate soprattutto dalla diserzione della seduta del Consiglio Comunale, convocato per il 17 luglio 1991 da parte di molti componenti la maggioranza. Era in predicato la revoca della fiducia all’amministrazione da parte dei partners di maggioranza del PSI e PSDI, con pesanti dichiarazioni, fra l’altro, stampate sui manifesti affissi in tutta la città e che, in pratica, avevano decretato senza mezzi termini la crisi politica-amministrativa del Consiglio di Vieste.

Aveva capito, il Sindaco, che la corsa era finita e che era arrivato al capolinea. Le dimissioni furono formalizzate nella seduta del Consiglio Comunale tenutasi il 14 ottobre 1991, dichiarando di aver preso atto degli insanabili contrasti esistenti fra i partiti della maggioranza  e, constatato l’impossibilità di proseguire oltre.

Prima di concludere l’intervento, ha invitato i consiglieri presenti in Consiglio a rimanere in aula per approvare responsabilmente lo statuto del Comune di Vieste, cosa che avvenne il giorno successivo.

Contestualmente, alle dimissioni del Sindaco, furono accettate anche quelle di Carlo Nobile, da Assessore al Turismo e da Consigliere.

Gli subentrò Matteo Trotta, primo dei non eletti nella lista del PSDI.

Conseguentemente alle dimissioni del Sindaco, il Consiglio Comunale, fu ripetutamente convocato nei giorni 12 e 18 novembre, 5 – 10 e 12 dicembre per eleggere il nuovo esecutivo entro i 60 giorni previsti per legge dalla data di dimissioni.

L’esito fu infruttuoso e il Prefetto di Foggia decretò lo scioglimento del Consiglio Comunale e la nomina del Commissario Prefettizio, nella persona del Dott. Salvatore Tropea che, insediatosi il 17 dicembre 1991, mantenne la carica fino allo svolgimento delle nuove elezioni amministrative tenutesi nel mese di giugno 1992.

Nella prima seduta del Consiglio Comunale, tenutasi il 3 luglio 1992, dopo la consultazione elettorale del 7 e 8 giugno, il Commissario Prefettizio, dott. Tropea, nel saluto di congedo ricordava all’Amministrazione appena insediatasi le potenzialità di questo territorio a forte vocazione turistica e non solo.

Nella discussione che ne è seguita, dopo che il consigliere anziano Domenicantonio Spina Diana ha assunto la presidenza, si è proceduto preliminarmente a sostituire il consigliere Giuseppe Biscotti, ineleggibile per la carica di giudice conciliatore, con il sig. Lavella Francesco, primo dei non eletti nella lista del MSI.

L’elezione del Sindaco, nella persona del dott. Domenicantonio Spina Diana, avvenne nella seduta consiliare tenutasi il 27 luglio 1992 e subito dopo la nomina della nuova Giunta.

Alle nove del mattino di lunedì 4 agosto, il neo – Sindaco, dopo aver sorseggiato il caffè, si diresse in Prefettura dove prestò il giuramento di rito alla presenza dei testimoni Pasquale Pecorelli (sc’ catta murt) e Carlo Nobile.

L’impegno e gli obiettivi declamati nella campagna elettorale stentavano a decollare e la Giunta, in molte circostanze, ha dovuto registrare pesanti difficoltà; insomma era in affanno e la strategia di sviluppo dei settori trainanti dell’economia locale, turismo ed edilizia, in particolare era pressocchè stagnante.

Il Piano Regolatore non era stato ancora approvato e il blocco di alcuni settori produttivi fondamentali, avevano evidenziato una drammatica crisi occupazionale che, nella primavera del 1993, sfociò in uno sciopero generale cui partecipò l’intera Amministrazione con i sindacati e le varie associazioni di categoria e numerosi cittadini.

Era un campanello d’allarme preoccupante che il Sindaco recepì e subito dopo l’estate, in data 29 settembre 1993, presentò le dimissioni.

L’obiettivo era quello di favorire la costituzione di una nuova Giunta, politicamente più rappresentativa e incisiva che andava, pertanto, azzerata  quale condizione per un nuovo corso.

Il Consiglio Comunale, convocato il 3 novembre, aveva  all’ordine del giorno l’approvazione del documento programmatico e l’elezione del Sindaco e della Giunta Municipale.

L’esposizione programmatica prevedeva prioritariamente:

 -. l’occupazione mediante la cantierizzaizone di piccoli e diversificati interventi;

 – turismo con l’intento di intervenire per primo sulla riqualificazione delle strutture ricettive ormai fatiscenti e decisamente fuori mercato;

 – urbanistica ed edilizia privata; in tale settore si imponeva urgentemente l’approvazione del Piano Regolatore Generale;

 – edilizia pubblica residenziale con la necessità di acquisire i suoli del Comparto “A” della “167”;

ed, inoltre, lavori pubblici, sanità, affari sociali, commercio e agricoltura. Al termine dell’esposizione e dei vari interventi si è proceduto all’approvazione del nuovo organigramma di Giunta, così composto:

– Devita  Angelo      – Assessore al Commercio

– Abatantuono     Nicola    –       “  all’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), Agricoltura e  Ambiente

– Notarangelo Michele   – alla Pubblica Istruzione, Cultura, Sport, Igiene e Sanità    

– Pecorelli Pasqualei      – ai LL.PP. – Arredo Urbano, Tributi e Patrimonio

– Zaffarano Raffaele        –      all’Urbanistica

L’unico superstite della Giunta neonata è stato Michele Notarangelo che, peraltro, ha mantenuto lo stesso incarico allo Sport e Pubblica Istruzione.

A poco più di un mese dal varo della nuova compagine, il 15 dicembre 1993, la Giunta Regionale approvava il Piano Regolatore, divenuto operante nel febbraio 1994.

Non c’è stato tempo per attivare i progetti esecutivi, salvo qualche eccezione, che una sentenza del TAR annullava il P.R.G. dopo poco più di un anno. Venivano, così, vanificati gli entusiasmi che accompagnarono l’approvazione.

Tuttavia, venivano poste le basi per una serie di opere pubbliche che avrebbero visto la luce nella successiva compagine amministrativa.

Nel campo turistico iniziava la stagione di “VIESTESTATE”, contenitore di iniziative promozionali che avevano il baricentro nella piazzetta Petrone, luogo paesaggisticamente di impareggiabile suggestione, dove confluivano importanti personaggi dello spettacolo.

All’inizio del mese di febbraio del 1996, il consigliere del P.D.S., Ruggieri Vincenzo, rassegnava le dimissioni da consigliere, sostituito da Calderisi Giuseppe, primo dei non eletti della lista.

L’improduttività nel settore edilizio per l’annullamento del P.R.G. ha indotto l’Amministrazione a proporre l’adozione del nuovo strumento urbanistico che avvenne nel mese di febbraio 1997.

Nella stessa seduta del Consiglio Comunale fu approvato anche il regolamento per l’utilizzazione delle spiagge che ha consentito di disciplinare l’uso delle concessioni demaniali e la tipologia degli interventi consentiti su tutti gli arenili (stabilimenti balneari, lidi attrezzati, ecc.).

Si arrivò, così, al termine della legislatura e il rinnovo del Consiglio Comunale con elezioni tenutasi il 27 aprile 1997.

e della Giunta:

Spina Diana Domenicantonio  – Sindaco

  •  
  • Zaffarano Raffaele – Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica ed E.R.P.
  • Petrone Antonio – Assessore alla Polizia Urbana Commercio e Sanità

– Pecorelli Pasquale (1944) – Assessore ai LL.PP. – Arredo Urbano e Spazi Pubblici

  • Pecorelli Antonio – Assessore all’Ambiente
  • Devita Angelo – Assessore al Bilancio – Finanze

Romano Angela – Assessore alla RI. e Servizi Sociali

  1.  

Era la prima volta che si votava con il sistema maggioritario e la nuova legge elettorale del 1993 che assegnava al nostro Comune, inferiore a 15.000 abitanti, 20 consiglieri.

Significativo l’exploit di Pasquale Pecorelli (1944), assessore uscente, primo degli eletti con 551 voti, giusto riconoscimento per una stagione intensa nel settore dei lavori pubblici, che ha curato con vero spirito di abnegazione e sacrificio.

Nel programma che la compagine di maggioranza si era impegnata ad attuare secondo le intenzioni ascoltate nella campagna elettorale, spiccavano, per una doverosa continuità amministrativa, una serie di lavori pubblici che poi hanno trovato concreta attuazione nel corso della legislatura, ad iniziare dalla sistemazione e del nuovo look della degradata Marina Piccola, al centro storico e nel borgo ottocentesco.

I punti nevralgici della città sono stati oggetto di nuovi e più moderni impianti di illuminazione, aree di parcheggio, finalizzati alla decongestione del traffico veicolare e poi interventi nel campo dell’arredo urbano.

Va, infine, ricordato, l’inizio dei lavori per la costruzione del serbatoio idrico in loc. S. Luca della capacità pari a 12 volte più grande di quello attuale , del costo di circa 11 miliardi e che consentirà di ovviare ai gravi disservizi registrati nell’erogazione dell’acqua specie nel quartiere del centro storico.

Contestualmente sono stati appaltati ed iniziati i lavori di costruzione del nuovo depuratore comunale in loc. Focareta.

Non sono mancate, tuttavia, delusioni e rabbia per non aver attivato importanti infrastrutture stradali di prioritaria importanza, nonostante solleciti e interessamenti profusi dall’Amministrazione.

Si parla, ovviamente, della mancata soluzione del completamento della superstrada Garganica ed all’apertura  delle gallerie la cui apertura è stata sempre annunciata per oltre un quinquiennio con roboanti comunicati sulla stampa; la situazione resterà tale anche negli anni successivi.

Si giunse, così, alle nuove elezioni, per fine mandato, che si tennnero il 13. maggio 2001 con un programma di opere pubbliche attuate che hanno cambiato il volto della città.

e della Giunta:

– Spina Diana       Domenicantonio           –  Sindaco

– Pecorelli             Pasquale                       – Vice Sindaco – Assessore ai

                                                                      LL.PP. – Arredo  Urbano –

                                                                     Rapporti con la Società del Porto

– Zaffarano           Raffaele                        – Assessore Pianificazione

                                                                     Urbanistica ed E.R.P.     

– Sollitto               Carlo                            – Assessore all’Ambiente –

                                                                    Igiene e Agricoltura

– Rosiello             Paolo                            –  Assessore al Bilancio – Finanze

                                                                     Personale – Polizia Urbana  

– Romano             Angela                          – Assessore ai Servizi Sociali –

                                                                     Sanità

– Nardella            Michela                         – Assessore alla P.I.  – Politica

                                                                    Giovanile e Sport                                            

-Nobile              Carlo                            – Assessore al Turismo

La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale ha visto in lizza ben cinque liste: due di centro destra, una di centro sinistra e due liste civiche.

In dettaglio sono state così distinte:

  • Lista n° 1 – Candidato Sindaco: Domenicantonio Spina Diana (Centro destra CDL);
  • Lista n° 2 – Candidato Sindaco: Antonio Traja (Lista civica;
  • Lista n° 3 – Candidato Sindaco: Vincenzo Caruso (Centro destra);
  • Lista n° 4 – Candidato Sindaco: Michele Mattera (Lista civica);
  • Lista n° 5 – Candidato Sindaco: Aldo Brigida (Centro Sinistra – Ulivo).

Le liste civiche non ebbero fortuna nel senso che non sono rappresentate in Consiglio Comunale; la lista n° 1 risultata di maggioranza con 13 consiglieri (47,03% di voti), mentre all’opposizione sono andate la lista n° 3 (25,31% di voti) con candidato Sindaco e 3 consiglieri e lista nà 5 (20,07% di voti) con 2 consiglieri oltre al candidato Sindaco.

Il 13 maggio non si votava solo per il rinnovo del Consiglio Comunale, ma anche per le elezioni politiche; nelle liste della CDL (componente Forza Italia) veniva eletto il neo- Sindaco Spina Diana Domenicantonio, candidato nel collegio garganico con il 34,3% delle preferenze e 21.185 voti. “An plain” in una sola giornata.

In verità, la campagna elettorale che si stava consumando nel pieno della festa patronale di S. Maria di Merino, è stata sviluppata con un alto tasso di polemica, tenuto conto dei personaggi in competizione.

“VIESTE – Da paese a città” è stato questo lo slogan del candidato Sindaco Spina Diana (per gli amici “Mimì”), che a conclusione della campagna elettorale accusava le due liste contrapposte di fare denigrazione e demagogia e di caduta di stile. Non sono mancati anche i riferimenti all’odio, alla rabbia ed alla menzogna da parte di alcuni protagonisti della politica locale.

Nel mirino del Sindaco era finito il partito di Alleanza Nazionale che, nonostante la presenza di un proprio assessore ancora in carica nell’Amministrazione uscente, stava scatenando una velenosa campagna diffamatoria.

Veniva accusato, in particolare il Sindaco, di aver occupato il Comune da ben nove anni con risultati non certamente lusinghieri.

Era un affronto per “mimì” che in un pubblico comizio di fine campagna rispose per le rime accusando gli avversari.

Il destinatario risultava un influente personaggio di AN al quale venivano attribuiti atteggiamenti di irrazionalità politica, di arroganza e di insensibilità probabilmente dovute ad un cocktail di prestazioni e delusioni. E concludeva: in democrazia, chiunque può aspirare ad essere candidato Sindaco, ma non tutti hanno i requisiti per esserlo se non si possiede lo stile, il rispetto, il buon senso e il buon gusto che non sono doti comuni.

E’ andata come era nelle previsioni con la lista n° 1 che ottenne la maggioranza.

Da registrare il calo di consensi da parte di alcuni “big” della maggioranza: Pasquale Pecorelli (1944), assessore ai LL.PP. uscente e primo degli eletti con 551 voti nelle elezioni del 1997, è stato riconfermato con 223 voti; Angelo Devita da 520 voti della precedente amministrazione ha ottenuto 327 in quella attuale e così anche per Carlo Sollitto (da 434 a 286) a Pasquale Pecorelli (1934) (da 244 a 171) a Gino Dirodi (da 245 a 152). La sfida, ovviamente per chi ci sarà, è rinviata alla prossima consultazione elettorale.

Nuova Amministrazione 28 e 29 maggio 2006

Impressioni sulla campagna elettorale

   Il balletto per le candidature a ricoprire la massima carica dell’assise comunale è cominciata già nel mese di maggio 2005 quando, a sorpresa, l’UDC ha candidato alla carica di Sindaco il forzista Raffaele Zaffarano assessore all’urbanistica uscente; la notizia fu successivamente smentita ma è stata l’occasione per mettere in fibrillazione l’apparato politico specie nella coalizione di maggioranza.

   Anche nello schieramento del centro sinistra si è aperta la discussione sulla scelta del candidato sindaco.

I DS propongono Antonio Giuffreda che però non riceve il consenso dei partner della Margherita, dello SDI ed UDEUR e successivamente anche dal neonato movimento “VIESTE NUOVA”. A questo schieramento si è unita la lista Marinelli sostenuto nella carica di candidato Sindaco. La mancata competizione per le primarie fra i DS e la restante componente del centro sinistra fece venir meno l’opportunità di riunire tutto il centro sinistra riducendo drasticamente le possibilità di un successo.

Nel centro destra la dottoressa Ersilia Nobile, nota ginecologa, è stata preferita all’assessore all’urbanistica uscente Raffaele Zaffarano cosicché all’appuntamento per le elezioni del 28 e 29 maggio 2006 si presentarono 77 candidati consiglieri per 4 liste così composte:

–    Lista  n. 1 – Marinelli per Vieste – Sindaco

–    Lista n. 2 – L’Unione per Vieste – Giuffreda Sindaco

–    Lista n. 3 – Democrazia Cristiana per le Autonomie – Candidato Sindaco Nardella Michela

–    Lista n. 4 – Ersilia Nobile – Ersilia Nobile Sindaco per Vieste

Le cose andarono come nelle previsioni ed Ersilia Nobile, eletto Sindaco e per la prima volta una donna alla guida della città.

L’apparato messo in campo dalle varie compagini è quello delle grandi occasioni: striscioni, manifesti, altoparlanti e qualcuno ha utilizzato anche una piccola utilitaria.

La gente, in grande maggioranza, è sembrata indifferente ed è difficile dire se lo è stata per disinteresse o per maturità.

Una cosa è sembrata certa che non c’è stata molta fidu­cia in giro, la politica in senso stretto viene con­siderata come qualcosa di estraneo nella vita di ognuno e che il vincere o il perdere l’elezione sia stato un fatto che ha ri­guardato solo i partiti per i quali, al massimo, fare il tifo, più o meno disin­teressatamente, il giorno del confronto elettorale.

E’ stata un’attesa spasmodica per gli aspi­ranti consiglieri che si sono riversati nell’aula consiliare dove è stata allestita una posta­zione televisiva.

Sono stato personalmente testimone delle ansie e della aspet­tative che hanno caratterizzato la conclusione dello scrutinio.

I risultati che man mano pervenivano sembravano non pre­miare i consiglieri uscenti; gli amministratori sembravano i più penalizzati.

L’assessore uscente Zaffarano ha dovuto aspettare con evidente trepidazione il risultato dell’ultima sezione (la n. 13) che gli ha consentito, per i 59 voti assegnati, attestarsi nelle prime posizioni.

Non è andata bene per altri assessori uscenti: Pasquale Pecorelli (1944) relegato nelle ultime posizioni mentre Carlo Sollitto non è stato neanche eletto.

Lo scrutinio finale era stato da poco ultimato e già si cono­sceva la composizione dell’assise consiliare.

Qualche consigliere presente nell’emiciclo ci rimase male nell’apprendere la sua mancata elezione: con profonda mestizia e molto rattristato tolse il disturbo e andò via.

Si arrivò, così, all’insediamento del Consiglio Comunale che si tenne nella seduta del 12 giugno 2006 necessaria per l’espleta­mento di tutte le formalità di inizio mandato.

La composizione della Giunta Comunale ha rispecchiato in toto, gli accordi stabiliti prima della competizione elettorale secon­do cui a rivestire la carica di assessore dovevano essere i primi classificati.

Della neonata compagine assessorile non faceva parte, ovvia­mente, Pasquale Pecorelli che qualcuno avrebbe gradito per la sua esperienza e abnegazione profusa nei 12 anni precedenti dove ha rivestito ripetutamente la carica di assessore ai LL.PP. e, da ultimo, anche di Vice Sindaco.

Complice gli accordi di cui prima si è fatto cenno, natural­mente non se ne fece nulla; è rimasto, però, l’attestato di stima.

Fra alti e bassi si arrivò al compimento del primo anno di attività dell’amministrazione con qualche tensione nella maggio­ranza dovuta soprattutto ad incomprensioni e contrapposizioni anche se il Sindaco ha promosso tutti gli assessori per l’impegno profuso dichiarando, tuttavia, che era prematuro dare voti per i risultati ottenuti. Come dire che c’è tempo per fare le dovute valutazioni.

Correva voce, ma forse era solo aneddotica, che al compi­mento di un anno dell’attività si sarebbe preparato un rimpasto per talune evidenti tensioni nella maggioranza e per ipotizzate incompatibilità di un rappresentante in Giunta. La situazione rimase immutata perché tutto si ricompose nonostante forti dissidi e toni accesi anche fra gli assessori.

Giunsero inaspettate, invece, le dimissioni da assessore e consigliere di Giuseppe Cimaglia in un torrido pomeriggio di mercoledì 18 luglio. Qualcuno ha giudicato l’iniziativa uno sfogo ma era chiaro che c’era aria di divorzio.

Nelle dichiarazioni immediatamente fomite relative alle mo­tivazioni del gesto, Cimaglia ha spiegato che alla base ci sono state valutazioni non positive sul funzionamento della macchina amministrativa, al modo di operare dell’amministrazione fino alla vicenda della “Notte Bianca” che, a suo parere, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso; quest’ultima manifestazione non partecipata e non sufficientemente pubblicizzata lui che si è di­chiarato inventore della notte bianca dell’estate 2006.

Il Sindaco ha però liquidato l’inatteso gesto di Cimaglia privo di ogni credibile fondamento.

Qualcuno ipotizzava un nuovo assetto della Giunta consen­tendo al Sindaco di svincolarsi dagli accordi pre elettorali. L’ipo­tesi è rimasta tale nel senso che la Giunta non è stata azzerata e il sostituto di Cimaglia è stato ripescato nella classifica degli eletti in ordine di preferenze e, nella circostanza, di Francesco Notarangelo; il provvedimento che il Sindaco ha adottato in data 31 luglio 2007 ha determinato un nuovo assetto in Giunta con questa com­posizione;

  1. PRENCIPE Saverio, nato a Vieste il 01.01.1969, Vice Sindaco con delega a Pubblica Istruzione, Formazione Professionale, Polizia Municipale, Arredo Urbano, Traffico e Viabilità;
  2. D’ERRICO Antonio, nato a Vieste il 18.06.1942, Assessore con delega a Ambiente, Agricoltura, Patrimonio forestale;
  3. ZAFFARANO Raffaele, nato a Vieste il 24.06.1955, Assessore con delega ad Attività Produttive, Usi civici, Organizzazione Uffici e Personale;
  4. DEVITA Angelo, nato a Vieste il 29.09.1955, Assessore con delega a Urbanistica, Edilizia Pubblica e Privata, Trasporti, Cimitero;
  5. ROSIELLO Nicola, nato a San Giovanni Rotondo il 19.07.1973 Assessore con delega a Turismo, Cultura, Politiche sociali, Qualità della vita;
  6. RAGNO Nicola, nato a Vieste il 08.01.1962, Assessore con delega a Bilancio, Programmazione Finanziaria, Sviluppo economico, Patrimonio e contenzioso;
  7. NOTARANGELO Francesco, nato a Vieste il 21.01.1954 Asses­sore con delega a Lavori Pubblici;

E’ ripartita, così, con rinnovato impegno l’avventura politica.

Un atto qualificante per l’amministrazione è avvenuto verso la fine di ottobre 2007 quando con atto consiliare è stato rimediato ad una lacuna che da tempo si avvertiva e che ha riguardato il regola­mento dell’accoglienza. Un provvedimento che prevede una rivolu­zione culturale in una realtà territoriale come quella viestana che, in pratica, vive di accoglienza e che sa cos’è il bene prezioso del turismo e il turista che va trattato con riguardo in quanto tassello prezioso di una economia che proprio da quel comparto trae mezzi e benefici.

mario fabrizio 2008

13 – FINE