Menu Chiudi

LECCE/ ESITO DELLA BIOPSIA ATTESO DA NOVEMBRE. L’ASSESSORE ALLA SANITA’,PALESE: «CAPISCO PERCHÉ SI CURANO AL NORD»

I familiari di una donna salentina, malata di tumore, scrivono all’assessore. La denuncia da un generale dei carabinieri in congedo, parente della paziente.

Sotto il peso dei suoi 79 anni, delle malattie che l’hanno resa invalida civile, dei dolorosi strascichi della chemio per un tumore al colon, dei sacrifici di una vita vissuta in solitudine con la pensione sociale, M.C., nella sua casa di Cutrofiano, cerca le forze per resistere all’ennesima prova: l’ansia che le stringe il petto a causa di un referto istologico che attende da oltre due mesi. Vuole sapere se ha un nuovo tumore al colon oppure no.
I medici dell’ospedale di Casarano, dove la donna si è sottoposta alle cure chemioterapiche dopo l’intervento chirurgico per la rimozione della massa tumorale, lo scorso 15 novembre le hanno asportato una neoformazione durante una colonscopia. I tessuti sospetti sono stati consegnati agli anatomopatologi della Asl di Lecce che, a quanto pare, tardano a consegnare l’esito. 

LA DENUNCIA

A denunciare il fatto è il cognato dell’anziana, Vito Corvino, generale dei carabinieri in congedo, che da Gussago, nel Bresciano, dove risiede, ha scritto un’accorata lettera all’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese. Poche righe, un compendio tanto succinto quanto puntuale della triste vicenda dell’anziana cognata, cui poco più di una anno fa è stata asportata una vasta neoplasia dai chirurghi dell’ospedale di Piario, in provincia di Bergamo. Palese ha girato il reclamo alla direzione generale e alla direzione sanitaria della Asl salentina. «Purtroppo, nulla è cambiato – spiega l’ex alto ufficiale dei carabinieri – e mia cognata, alla quale era stato detto che il referto sarebbe stato pronto entro un mese, si sente rispondere ancora adesso al telefono di richiamare perché i risultati non sono disponibili. Un’attesa di oltre due mesi non è tollerabile. Qui al Nord, si aspetta massimo venti-trenta giorni. Perciò mi sono rivolto all’assessore».
E proprio da Palese arriva un’amara riflessione che suona anche come una tirata d’orecchi: «Queste purtroppo sono le lacune di un sistema sanitario che non dà certezze sulle attese e che induce i nostri conterranei ad andarsi a curare al Nord. Quando non vi sono tempi certi occorrerebbe farlo sapere ai pazienti e non costringerli ad aspettare senza dare loro alcun riferimento su quando potranno ottenere il referto. In questo caso si parla, tra l’altro, di una donna che ha già avuto un tumore. Perciò dico che, in presenza di queste disfunzioni, una persona è giustificata se si rivolge ad un sistema sanitario del Nord». 

LA LETTERA ALL’ASSESSORE

Nella sua lettera all’assessore, Vito Corvino scrive: «Dopo tanto tempo, nonostante numerose telefonate, non abbiamo ancora il risultato dell’esame. Nella convinzione che lei conosce bene lo stato psicologico di un paziente oncologico, mi pongo e le pongo una domanda. È normale una situazione del genere? È normale che per avere una risposta bisogna rivolgersi alla stampa?».
La vicenda fa il paio con quella di Maria Jole Visconti, la 36enne di Copertino, reduce da mastectomia e isterectomia, che, in una intervista al Corriere del Mezzogiorno, raccontò il suo dramma: la sofferenza dell’anima, dopo quella fisica, per i tre mesi trascorsi in attesa di un referto istologico.

corrieredelmezzogiorno