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LA STANGATA SUI COSTI DEL TRATTAMENTO RIFIUTI È PESANTE. LOCALITÀ TURISTICHE TRA LE PIÙ COLPITE. VIESTE PAGHERÀ 300MILA EURO.

Lunedì 22 gennaio partirà la richiesta urgente di incontrare il governatore Michele Emiliano. La lettera sarà firmata dalla presidente dell’Anci, Fiorenza Pascazio, a nome dei sindaci pugliesi.

La stangata sui costi del trattamento rifiuti è pesante, per molti Comuni potrebbe essere insostenibile. Stiamo parlando del conguaglio degli arretrati, sugli anni dal 2017 al 2023, per il trattamento e lo smaltimento del secco residuo (spazzatura indifferenziata).

Il Comune di Taranto – per indicare un caso limite – deve sborsare undici milioni su un totale complessivo di poco meno di sessanta per tutti i Comuni della Puglia. L’allarme è alto perché i costi si dovranno trasferire nelle bollette della Tari da far pagare ai cittadini. «Noi sindaci – afferma Pascazio – siamo gli attori istituzionali che hanno avuto il rilievo più basso in questa vicenda. La situazione che si è determinata deriva da decisioni prese da altri, ma ora siamo noi a dover subire la prevedibile ondata di protesta dei cittadini e delle opposizioni». 

Ogni sindaco, di qualunque colore, subirà il contraccolpo politico. Le tabelle dei conguagli che l’Ager (agenzia regionale dei rifiuti) ha comunicato ai sindaci, lo lasciano presagire. Il caso Taranto (10,8 milioni di arretrati) è il più clamoroso. Ogni Comune ha ricevuto la propria quota di conguaglio. Spulciando le tabelle si può osservare un quadro molto eterogeneo.
La città più popolosa, Bari, 315mila abitanti, dovrà coprire 1,9 milioni. Ma in provincia città ben più piccole dovranno pagare cifre ugualmente consistenti: Molfetta 1,3 milioni; Altamura 1,2; Bitonto 1,1. Bari però può vantare impianti propri come quello di Amiu.
Nel Barese spiccano i 600mila euro di Castellana (meno di 20 mila abitanti) o i 700mila di Gravina. Nella Bat, Barletta avrà il salasso più alto con due milioni di arretrati, Andria ne pagherà circa la metà (923mila).
A Brindisi tocca la cifra di 1,7 milioni. Qui c’è un caso che si riproduce spesso. Carovigno è un po’ più piccola di Ceglie Messapica, ma la prima è un centro turistico e pagherà 200mila euro, la seconda 26mila. Ovunque i paesi turistici, che producono più spazzatura, hanno costi di smaltimento e conguagli più alti.
A Foggia toccano di 1,3 milioni. La piccola Vieste, turistica, 300 mila.
Lecce ha un conto da 1,2 milioni, Nardò mezzo milione e la piccola Otranto 462 mila.

Cosa chiederà l’Anci alla Regione? «Chiederemo – risponde Pascazio – di farsi carico della questione, sotto qualsiasi forma: con un intervento finanziario di sostegno, ma anche favorendo un tavolo di mediazione con i gestori dei sei impianti “minimi” coinvolti nella vicenda. L’azienda Cisa di Massafra, per dire, ha già negoziato di distribuire l’incasso degli arretrati in sei anni e senza interessi». È la strada che Anci e Ager vorranno seguire con i gestori degli altri impianti: a Conversano, Cavallino, Poggiardo, Ugento e Manfredonia. Anche Ager, tramite il proprio presidente Massimo Colia, sindaco di Stornarella, auspica un intervento della Regione «per individuare possibili forme di supporto a vantaggio dei Comuni pugliesi».