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IL VALZER DELLA POLITICA A VICO DEL GARGANO

Si schiarisce la caotica atmosfera di fine gennaio e il vento della ragione allontana il cumulonembo che mi­nacciava sfracello nel cielo di Vico. L’attraversata di Raffaele Sciscio riprende la navigazione sicura; lo dobbiamo all’Arte della (P)olitica.

L’Arte della Politica è la più bella, affascinante, raffinata, misteriosa, perché nel nascosto delle sue pieghe sta la forza: l’IMPREVEDIBILITA’, basta saper leggere dentro i fatti.

Un grande del Partito Socialista, Rino Formica, nostro conterraneo, diceva spesso che la politica è fatta di sangue e merda; basta studiare a fondo le differenze, ed io aggiungo bastava saper cogliere l’attimo per mettere fine all’indegno balletto di un gruppetto di consiglieri, se sfi­duciare il sindaco, ritornare sui propri passi, minacciati di espulsione dal loro partito, una danza macabra, un passo avanti e due indietro, letta da tutti come ridicolo ricatto.

Quello ch’è successo in questi giorni a Vico del Gargano è quanto di più imprevedibile possa capitare. Se avessi la pos­sibilità di far sedere intorno ad un tavolo i tre più raffinati stra­teghi della politica: Macchiavelli, Mazzarino e Kissinger, per una lettura della crisi amministrativa casereccia, farebbero la figura dei principianti, nessuno dei tre avrebbe il lume per raccapezzarsi.

Il “documento programmatico di Consiglio comunale” che si firma fra poche ore con il Gruppo consiliare del Partito Democratico, accordo di mandato per mettere fine allo stallo in atto, è di un equilibrismo bilanciato e di una so­luzione innovatrice che rimette al centro del Consiglio comu­nale, soprattutto se messo in buone mani (buone mani) la so­stanza del governo cittadino, rivaluta il ruolo dei consiglieri a responsabili dell’architettura amministrativa, costruisce un saldo rapporto con la Regione Puglia, esalta il valore della trasparenza.

Una raffinatezza politica che nemmeno la ge­suitica corrente democristiana dei “dorotei” sarebbe stata capace di produrre. Si poteva lasciare tutto agli eventi, un po’ laissez-faire.

Oppure, poche e chiare cose da realizzare e “governare” questo paese con la testa e non con la pancia. Si è passato rapidamente – questo è il capolavoro dell’imprevedibilità- da un Sindaco sfiduciato ad una salda maggioran­za.

L’accordo di mandato poggia su quattro obiettivi vitali per il futuro di Vico che, se realizzati in pieno, creano un argine al declino del paese di San Vaientino. Andrea Pazienza, citta­dino di San Menaio, ci ha lasciato una massima storica e ra­gionata:” Indietro non si torna mai, nemmeno per prendere la rincorsa”.

E Dante Alighieri è rimasto con tanto di naso nel vedere come si è risaliti dal nono girone dell’Inferno, quello dei traditori, ruffiani e buoni a nulla, alla collina “in Ierusalemme”. Un capolavoro della Politica e della responsabilità. Quella responsabilità che ha fatto riflettere molti di noi sui danni che avrebbe provocato al paese un prolungato vuoto amministrativo avvitato e costruito su dì un pretesto.

.. Il sangue si eredita, ma la virtù si acquista…” (Miguel De Cervantes)

michele angelicchio