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I BIZANTINI E IL GARGANO

Crollarono nel suo corso i Principati longobardi, scomparve la dominazione bizantina ; sorse al loro posto la unitaria monarchia normanna, quel regno, cioè, del Sud, che fu una delle «costanti» della storia politica d’Italia sino al 1860.

I fatti di questo cosi interessante ed anche appassionante periodo sono vividamente illuminati, per quanto riguarda, il Gargano e il Molise, dai preziosi documenti del Cartolario Tremitense. di cui andiamo preparando un’edizione critica, comprendente, fra carte edite e carte inedite o sconosciute, un centinaio di pezzi circa, dell’Xl e XII secolo, tutti relativi ai possedimenti molisani e garganici della Badia benedettina delle isole Tremiti.

Lo Sperone d’Italia era nell’Alto Medio Evo regione fortemente longobadizzata, specie nell’interno; e ciò è dimostrato oltre che dall’onomastica e dalla storia del diritto, dal fatto che i Longobardi del Sud fecero della Grotta di S. Michele — luogo eminente del Gargano — il loro sacrario nazionale.

Le parole che il Carabellese usa per la Puglia intera sono ancora più appropriate se attribuite al solo Gargano: «Un mondo longobardo nel quale dall’atmosfera medesima alle più piccole manifestazioni della vita, tutto è come impregnato ed animato dallo spirito di quel popolo. «(F. Carabellese, L’Apulia e il suo Comune nell’alto Medio Evo, Bari, 1905, p. 132).

 Anche politicamente sino alla fine del IX secolo circa, il Gargano fu territorio longobardo, facente parte del Principato Beneventano, come è dimostrato anche da alcuni documenti del Chronicon Vultumense relativi a Lesina e Siponto (1,263 e 312); e nell’assorbimento della diocesi di Siponto da parte di quella di Benevento, dopo le vittorie longobarde del VII secolo, è da vedere un deciso tentativo di legare ancora di più il sacrario garganico, e con esso l’intera regione, al Principato.

I BIZANTINI RIPRENDONO VIGORE

Ma gl’imperatori di Bisanzio non ammettevano, in teoria, limiti al loro dominio in Italia, e quando potevano, non trascuravano nulla per tradurre in atto quelli che ritenevano loro propri diritti d’origine divina. Fu così che nella seconda metà del IX secolo i Bizantini ripresero vigorosamente l’espansione nella Puglia; Bari fu conquistata nell’876, Benevento nell’891 e Siponto nello stesso periodo: era uno di quei momenti in cui sembrava che l’Impero d’Oriente dovesse riunificare l’Italia Meridionale.

E’ assai significativo, appunto, che Bisanzio costituisca proprio ora il «tema», cioè il distretto di «Longobardia», che abbracciti le terre pugliesi di recente conquistate: questo di Puglia sarà uno dei «temi» più importanti, anche se dei più travagliati e incerti dell’Impero.

Secondo un’ipotesi suggestiva del Gay, anche in codesto periodo sarebbe stata scritta la «Vita Sancti Laurentii» (MGH, SS. rer. lang., p. 543), ove nella fondazione del santuario garganico si fa tanta parte a quel santo Vescovo di Siponto, cugino dell’Imperatore d’Oriente e giunto da Costantinopoli.

Questa «Vita» starebbe a testimoniare un tentativo per rivendicare l’autonomia dell’episcopato sipontino di fronte a quello beneventano, staccandone la tradizione dal sentimento longobardo e tentando di immettervi figure ed elementi greci. Ma il tentativo non ebbe alcun risultato pratico; assai presto anzi i Bizantini dovettero ridursi alla difensiva, a causa dei rinnovati assalti dei Principi longobardi, delle discese degli Imperatori d’Occidente e delle frequenti rivolte locali.

(PRIMA PARTE – DAL CARTOLARIO DI TREMITI)

armando petrucci