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AFFITTI BREVI, C’È L’ACCORDO SUL “CIN”. OGNI STRUTTURA AVRÀ UN PROPRIO CODICE IDENTIFICATIVO NAZIONALE UNIVOCO E DOVRÀ ESPORLO

Per gli immobili destinati a locazione breve per finalità turi­stiche arriva il Cin – Codice identificativo nazionale. Lo stallo po­litico si è sbloccato il 24 con l’«ok» della Commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Re­gioni e Province Autonome al De­creto che contempla anche l’interoperabilità delle banche dati regionali.

In Puglia, infatti, esiste già un Registro Regionale delle strutture ricettive non alberghie­re e, dal 2020, c’è l’obbligo di iscri­versi e di ottenere il Cis – Codice Identificativo di Struttura. Però, come disse la ministra Daniela Santanché lo scorso ottobre: «Il Cin – Codice identificativo nazio­nale – si differenzia dal Cir – Co­dice identificativo regionale – nel­la forma che diventa a carattere nazionale, ma anche nella sostan­za impedendo la frammentazione e le regole disomogenee fra le va­rie regioni che rendeva difficol­tosa l’interlocuzione con le stesse piattaforme Online.

Con il Cin il ministero avrà uno strumento a carattere nazionale per vigilare e per contrastare l’abusivismo e il sommerso».

Perché tutto diventi operativo e si possa fare richiesta di Cin (l’as­segnazione da parte del ministero del Turismo è prevista dall’art. 13-ter del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, comunemente cono­sciuto come «decreto Anticipi», convertito dalla legge 15 dicembre 2023, n. 191) ci vorrà qualche mese.

Dopo l’intesa Stato Regioni sul de­creto (a maggio), sarà avviata la sperimentazione, al termine della quale, validata la funzionalità del­la Banca dati nazionale, sarà data comunicazione con un Avviso in Gazzetta Ufficiale.

Nel frattempo, spiega il mini­stero: «Nelle more dell’attuazione, i titolari delle strutture ricettive e i locatori di unità immobiliari per finalità turistiche o di immobili in locazione breve sono tenuti a rispettare le normative regionali at­tualmente vigenti e, pertanto, a continuare ad utilizzare il Codice regionale o provinciale, laddove previsto nonché, nel caso di nuove strutture o di nuove attività di locazione, a richiedere l’assegna­zione dello stesso all’ente territo­riale di competenza».

Il Cin verrà rilasciato attraver­so una procedura automatizzata dal ministero del Turismo, e il

locatore dovrà fame richiesta compilando un form contenente una serie di dati: per i soggetti privati non imprenditoriali, do­vrebbe essere obbligatorio allega­re una dichiarazione contenente i soli dati catastali dell’immobile, mentre per le attività imprendi­toriali dovrebbe aggiungersi an­che la conformità ai nuovi requi­siti di sicurezza quali, per esem­pio, i dispositivi di rilevazione di gas e monossido di carbonio fun­zionanti e gli estintori che devono essere accessibili e ben visibili (almeno un estintore per ogni piano e uno ogni 200 mq dell’immobile).

Il Cin si dovrebbe applicare agli immobili destinati ad affitti brevi (tutte le tipologie di locazioni turistiche, strutture ricettive alber­ghiere e extralberghiere, compre­se case vacanze e appartamenti turistici). E dovrà essere esposto all’esterno della struttura, oltre che su ogni annuncio ordine, a pena di una multa tra i 500 e i 5.000 euro. La sanzione è compresa tra 800 e 8.000 euro per chi affitta una struttura senza Cin. E, infine, ogni violazione dei requisiti di sicu­rezza può costare tra i 600 e i 6.000 euro.

LA NORMATIVA REGIONALE

I locazioni turistiche -spiega il portale web della Regione Puglia – sono rappresentate dagli alloggi da­ti in locazione, in tutto o in parte, per finalità esclusivamente turistiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lette­ra c), della legge 9 dicembre 1998, n. 431 (Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo).

Sono tenute ad iscriversi al Registro regionale delle strutture ricettive per ottenere l’attribuzione del Codice Identificativo di Struttura – CIS.

La Giunta Regionale, con Provvedi­mento n. 22 del 13/01/2020, pubbli­cato sul Bollettino ufficiale della Re­gione Puglia n.19 del 11/02/2020, ha disciplinato le modalità attuative e di gestione del Registro Regionale delle strutture ricettive non alber­ghiere.

I locatori degli alloggi concessi in lo­cazione per finalità esclusivamente turistiche sono tenuti, a partire dal 4 marzo 2020, ad effettuare la regi­strazione della struttura/e offerta/e in locazione all’interno del portale dedicato Dms, il Digital Manage­ment System.