Il processo inizierà il 9 luglio, davanti al Tribunale di Nuoro. 14 gli imputati, che risponderanno, a vario titolo, di “favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’agevolazione mafiosa e detenzione di armi”. Tra loro, anche agenti della polizia penitenziaria.
Le immagini della ‘fuga da film’ dal carcere Badu’e Carros dell’ex boss della mafia viestana Marco Raduano, oggi collaboratore di giustizia, hanno fatto il giro del mondo. Per il fatto, 14 persone – presunti facilitatori e fiancheggiatori dell’uomo – saranno sottoposte a giudizio immediato dinanzi al Tribunale di Nuoro.
L’ex boss della mafia viestana, dal 2024 collaboratore di giustizia, fuggì saltando il muro di cinta aprendo alcune porte con delle chiavi. Dopo la cattura in Corsica ha rivelato agli inquirenti la rete di collaboratori e fiancheggiatori che lo hanno favorito nella fuga e nella latitanza.
Il processo, come riportano i quotidiani sardi, inizierà il 9 luglio davanti ai giudici del tribunale di Nuoro.
A sostenere l’accusa i pm della Dda Danilo Tronci ed Emanuele Secci. Le imputazioni sono, a vario titolo, di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’agevolazione mafiosa e detenzione di armi.
All’interrogatorio di garanzia dopo gli arresti si erano tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. A giudizio, tra gli altri, anche Salvatore Deledda, l’agente di polizia penitenziaria di Siniscola che avrebbe fornito il telefonino con cui Raduano, una volta evaso, ha contattato la rete di complici.