Unico punto affrontato nella seduta della V Commissione presieduta da Michele Mazzarano quello relativo all’abuso edilizio a baia Zaiana, nel comune di Peschici, su proposta della consigliera del Movimento 5 stelle, Rosa Barone con l’audizione del direttore del dipartimento Ambiente, il dott. Paolo Francesco Garofoli, del sindaco di Peschici Luigi D’Arenzo e del direttore dell’ufficio tecnico del Comune, Francesco Delli Muti.
L’episodio risale ad aprile scorso, quando si è cementificata la discesa che porta a Baia Zaiana, una baia di difficile accessibilità, con caratteristiche particolari dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. “Non è tollerabile la costruzione di strade da parte di privati in una zona di tale pregio e sul quale dovrebbe essere attiva la vigilanza degli enti preposti” il commento di Rosa Barone. In tal senso la consigliera ha stigmatizzato l’assenza in audizione dell’Ente parco del Gargano, denunciandone la latitanza “in ordine a tutti gli aspetti di tutela e preservazione del paesaggio, con una gestione lacunosa e autarchica, mancando da sette anni il Consiglio direttivo”.
Il sindaco di Peschici Luigi D’Arenzo ha spiegato che il Comune è intervenuto immediatamente con un’ordinanza dirigenziale di demolizione del manufatto abusivo e – parallelamente – richiedendo agli stessi denuncianti di restituire al Comune la disponibilità pubblica della proprietà abusivamente rivendicata
Gli esecutori dell’abuso, per 57 metri lineari, hanno chiesto di ottemperare, utilizzando materiali ecocompatibili per il ripristino delle condizioni precedenti, ma l’attuazione dell’intervento si è arenato perché, su domanda del Comune, la Soprintendenza ha chiesto un procedimento di compatibilità paesaggistica.
Il direttore del dipartimento Ambiente della Regione Puglia, Paolo Garofoli, ha manifestato la necessità di ricostruire la corrispondenza anche tra il Comune e la Soprintendenza per comprendere quali procedimenti amministrativi siano necessari al superamento dell’impasse.
Secondo la consigliera Barone “non si tratta di rimuovere solo i 57 metri dell’ultimo intervento abusivo ma anche tutto il percorso di discesa con scalini realizzato negli anni sempre da soggetti non autorizzati” perché “le opere per accedere alla spiaggia, e per consentire l’arrivo anche di mezzi di soccorso, devono essere oggetto di una pianificazione da parte degli enti pubblici e non di singoli cittadini”, ha concluso.
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