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LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI, LA NOTTE DI PASQUA EPIFANIA

Ultimo appuntamento del Presepe Vivente a Rignano Garganico, la notte tra il 5 e il 6 gennaio ritornano in vita i defunti. Lo raccontano il centenario Angelo Resta la sua moglie Nunzia Mastrillo Si conclude a Pasqua l’Epifania, 6 gennaio, il Presepe Vivente a Rignano Garganico. Un avvenimento che fa rivivere le antiche tradizioni del ciclo natalizio. Il tutto interamente ambientato nel caratteristico e pittoresco centro storico di conformazione prettamente medievale, che diventa per l’occasione luogo e teatro privilegiato dell’azione, senza ricorso alcuna alla fiction, come accade in altre parti dello Stivale.

Sta qui il successo crescente della manifestazione, che ha come attori gli stessi rignanesi: anziani, adulti, giovani, ragazzi e bambini, come nel caso della Natività e del coro delle voci bianche che accompagnano il sacro rito al suono degli Zampognari del Gargano. Con l’arrivo dell’Epifania, si rinnova anche un’altra tradizione antica. Ecco il racconto che ne fanno due anziani e longevi coniugi: Angelo Resta, centenario, e Nunzia Mastrillo, novantenne.

Lei: “La sera si ‘vestiva’ la tavola, questo alla vigilia dell’Epifania. Si prendeva mezza panetta di pane; si metteva sulla ‘buffetta’ la bottiglia dell’acqua, la forchetta, il coltello, come quando uno doveva mangiare. Dicevano che quando era mezzanotte venivano a mangiare i morti, che esclamavano ‘tutte li fiste jèssere e meneèssere e Pasqua Epifanie maje ‘nge venesse! (traduzione letterale: tutte le feste andassero e venissero, e Pasqua Epifania non ci venisse mai)’. Allora finivano tutti i giorni di festività, il giorno di Pasqua Epifania ognuno ritornava a casa sua, alla propria dimora. Si faceva quello perché dicevano che la notte venivano chè dovevano mangiare”.

Lui: “mia madre mi raccontava che a Pasqua Epifania si facevano le stesse funzioni (religiose) della notte di Natale e più belle ancora. Una comare di mia madre passava per il Purgatorio (la chiesa e la via) mentre andava a casa sua. Vide che la chiesa stava apertà e pensò: ‘vedi si dice già la messa! Entro e me la sento un poco!’ Ed è entrata. Come è entrata ha visto una comare sua che era morta. Pensò – ‘La comara è morta e sta qui!’. La comara morta andò da lei e le disse: – ‘Vattene via, altrimenti la chiesa si chiude e resti dentro!’. Era la mezzanotte tra il 5 e il 6. Questa se n’è uscita; come se n’è uscita si è serrata la porta ed è rimasto un lembo della gonna nella porta e si è strappata”.

Lei: “i morti giravano tutta la strada processionale. Partivano dalla chiesa Madre e giravano tutta la strada processionale, nel centro storico e poi si perdevano”.

Lui: “raccontano che la notte di Pasqua Epifania esce la processione dei morti. C’era un pastore in campagna, alla proprietà di Don Antonio De Maio. Questo pastore, (come se dicessi domani è Pasqua Epifania!), doveva portare un capretto al padrone, si doveva alzare subito la mattina per portarlo. Questo si alzò con questo pensiero. Si è svegliato e ha visto che c’era la luna, come un cuore di mezzogiorno. Disse : ‘Mamma mia si è fatto giorno, adesso che vado dal padrone cosa mi deve dire? Prima orologi non se ne usavano’. Questo prende il capretto, se lo mette addosso e sentito suonare la campana din don. ‘Madonna – ha detto – è mezzogiorno!’. Invece era mezzanotte. Allora ecco che vede scendere la processione da sopra. Veniva dalla via di San Rocco (chiesa). Come è arrivata vicino, eccoti che vede il compare che andava davanti a tutti, chè portava la croce”.

Lei: “quello era morto per ultimo”.

Lui: “mi piacerebbe sapere se sono veri questi fatti! Si è fermato vicino e ha detto: ‘compare e tu cosa vai facendo?’. Si è messo la mano alla fronte e ha detto: ‘Ah, questa è la processione di Pasqua Epifania!’. Se ne è andato alla casa, ha raccontato tutto alla moglie ed è morto. Andavano tutti in fila con le candele accese. Dove andavano alla fine? E chi lo sa!”.

Questa intervista audio registrata e raccolta da Antonio Del Vecchio e Angelo Capozzi” è contenuta nel libro Natale tra ieri e oggi. Tradizioni, usi e costumi di Rignano Garganico, Regione Puglia – Crsec, 2000.