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ChiARA MENTE

Concludo la mia piccola parentesi su un argomento tanto vasto e delicato come la famiglia e, nello specifico, le famiglie in cui i coniugi decidono di separarsi, ma la riapriremo presto perché c’è molto da dire ancora e mi è arrivato molto materiale, grazie alle vostre mail.

Volevo precisare che non dobbiamo trascurare che ogni elemento del «sistema famiglia» ha bisogni e compiti di sviluppo precisi, e durante il suo normale sviluppo fisico e psichico, proprio per questi affronta delle crisi personali (ontogenetiche). Come ben si può intuire, ogni componente della famiglia non è in una campana di vetro ma interagisce con gli altri, vive in relazione, per cui, ne deriva che la crisi che lo riguarda individualmente coinvolge tutti gli altri.

Le crisi sono rotture di un equilibrio: periodicamente esso viene messo in discussione.

Ricordiamoci che le crisi non dovrebbero essere vissute come uno «scatafascio», come drammi biblici: le crisi sono utili, fisiologiche, aiutano a crescere, si vive affrontando e superando continue crisi e conflitti. Credo di poter ragionevolmente affermare che è meglio confliggere che la calma piatta!

Preoccupiamoci delle situazioni in cui sembra esserci un’armonia «perfetta»: qualcuno (forse) sta fingendo e non è un giudizio ma spesso un dato di fatto!

I coniugi prima di tutto sono due individui ciascuno con bisogni personali che si incontrano e si scontrano: possiamo dire che la vita di coppia e una continua «rinegoziazione» dei bisogni, individuali e relazionali. Ed è questo che oggi si sta fondamentalmente perdendo: la pazienza e la voglia di modificare «il contratto», gli «accordi» iniziali.

E’ fisiologico che i coniugi incontrano delle difficoltà ma non tutte si superano. Quando ciò accade la crisi relazionale diventa disfunzionale e se i coniugi non vengono (o non vogliono essere) sostenuti adeguatamente dall’intera rete sociale (parenti, amici, padre spirituale, terapia di coppia…) il rischio è che la crisi diventi un dramma: il conflitto, da costruttivo e utile per il confronto e la crescita personale e coniugale, diventa una tragedia vera e propria che sfocia, nella migliore delle ipotesi, nella separazione e forse nel divorzio, nella peggiore in aggressioni fisiche, violenze, omicidi.

Nel caso della separazione e del divorzio, quanto più è esasperato il conflitto tra i coniugi tanto più feroce sarà la guerra tra loro e tanto più saranno ciechi rispetto ai danni che recano a se stessi ed  ai figli.

Mi piacerebbe che qualche genitore separato condividesse la sua esperienza scrivendo qualche riga su «Il Faro» e magari descrivesse le difficoltà maggiori incontrate lungo il cammino di separazione e/o divorzio dal coniuge, naturalmente non è necessario nome e cognome.

Cari amici, è arrivata l’estate ed è in questi momenti che sogno più che mai la mia Vieste e il suo mare!

Vi segnalo che dalla prossima volta vorrei iniziare a ragionare insieme a voi su come si potrebbe migliorare la nostra accoglienza turistica.

Apriremo un altro capitolo interessante e come sempre attendo la vostra partecipazione attiva. A presto.

Michela Silvestri

psicologa-mediatrice familiare