I riflettori sulle elezioni regionali non si sono ancora spenti del tutto, tenuti accesi sia pure a basso regime, dalle schermaglie innescate da alcuni candidati rimasti fuori dal consiglio regionale per decisione della Magistratura che dovrà ancora attivarsi per esaminare i ricorsi presentati e decidere in merito. La geografia dell’assemblea regionale è pertanto ancora sub iudice. Le determinazioni che saranno adottate in ogni caso non toccheranno Giandiego Gatta, proclamato eletto dalla Commissione centrale presso la Corte d’appello di Bari con 10.017 voti che lo pongono al vertice dei suffragati del centro-destra in Capitanata e il più votato di Forza Italia in Puglia. Va pertanto ad affiancarsi all’altro consigliere regionale di Manfredonia, Paolo Campo, riconfermato nel ruolo. Si è così ricomposta la rappresentanza di Manfredonia della passata legislatura in Regione. Una pattuglia politica cui i manfredoniani hanno affidato, sia pure nelle differenziate funzioni (Campo nella maggioranza, Gatta nella minoranza), le aspettative di una città in grande sofferenza e che pertanto si aspetta dei supporti sostanziali che concorrano a realizzare quella inversione di tendenza politica, economica, sociale, rispetto agli ultimi anni bui.
Che si realizzi, insomma, una sinergia integrata con il prossimo governo comunale al quale spetterà di imprimere un nuovo corso ad una città, un territorio che presenta un grande e variegato potenziale di risorse colpevolmente tradite e lasciate ottusamente inutilizzate. Già, il nuovo governo cittadino. Che certamente non avrà vita facile date le condizioni disastrose in cui sono state portate le finanze comunali, al cui riordino improntato alla legalità, condizione essenziale per una sana e corretta amministrazione, è al lavoro la Commissione straordinaria inviata a Palazzo San Domenico dopo il doppio scioglimento della amministrazione in carica, la seconda addirittura per infiltrazioni mafiose. Occorre pertanto riflettere scrupolosamente sulla riorganizzazione politica locale anche alla luce delle ultime risultanze elettorali.
L’undici novembre prossimo sarà un anno da quando il presidente Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Un lasso di tempo durante il quale vari gruppi di diverso orientamento politico non sono stati con le mani in mano, ma hanno avviato esami e contatti per ricercare persone capaci, oneste, disponibili a misurarsi in una sfida senza precedenti nella pur frastagliata storia amministrativa della città. Un lavoro certosino e per tanti aspetti delicato. Si guarda con attenzione alla data nella quale potranno avvenire le consultazioni elettorali. Tutto dipenderà dalla permanenza della Commissione straordinaria i cui 18 mesi di mandato scadranno ad aprile prossimo quando presenteranno al prefetto di Foggia la relazione conclusiva che non riguarderà solo i conti ma anche l’esame dei motivi delle infiltrazioni mafiose. Potrebbe scattare la proroga di sei mesi. Attesi altresì le iniziative della Corte dei conti in merito alle tante denunce riguardanti i danni erariali causati al comune a vario titolo. Alcune richieste di risarcimento sarebbero arrivate.
Michele Apollonio
gazzettacapitanata