Il risultato positivo dei progetti programmati con cura è sempre scambiato per fortuna dagli stupidi.
DASHIELL HAMMETT
I progetti sono promesse che la fantasia fa al cuore; e il cuore non rifiuta mai questi regali pericolosi.
JEAN-LOUIS VAUDOYER
Tempo fa, durante letture diverse, mi sono venute incontro queste due frasi che hanno un denominatore comune: il tema del «progetto». La prima è presente nel romanzo II bacio della violenza di un noto «giallista» americano, Dashiell Hammett (1894-1961), il creatore del «duro» Sam Spade. Gli stupidi non sanno che per raggiungere nella vita risultati efficaci è necessario un paziente lavoro di progettazione e programmazione. Pensano, invece, che basti solo la fortuna (intendiamoci, anch’essa può avere la sua parte).
La serietà nella formazione, l’apprendistato severo, raffinamento della preparazione sono purtroppo qualità sempre meno stimate e praticate. L’improvvisazione e la superficialità regnano sovrane ed è a esse che – purtroppo! – spesso arride la fortuna. Ma, a questo punto, bisogna riconoscere che ha una sua verità anche l’altra frase, che è di uno scrittore francese «minore», Jean-Louis Vaudoyer (1883- 1963). Egli ci mette in guardia contro il rischio opposto, quello del fare progetti sempre più alti e vasti col pericolo di trasformarli in illusioni. Sono simili a castelli di carte che incantano per la loro armonia ma hanno la consistenza di un sogno. Basta un colpo di vento della realtà per dissolverli, facendoci passare dall’illusione alla delusione. Eppure già l’antico oratore e politico ateniese Demostene (IV sec. a.C.), in ima delle sue tre orazioni pubbliche in difesa della città greca di Olinto minacciata dal re macedone Filippo (e perciò dette Olintiache), affermava: «Nulla è più facile che illudersi, perché l’uomo crede vero ciò che desidera».
Gianfranco Ravasi