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Puoi deviare una “currend”, non la nostra storia

Che cosa significhino concetti come “tutela ambientale” e“ sviluppo turistico” evidentemente a Vieste ancora non si sa. Il nostro è un paese sordo e cieco, terra di violenze ambientali e di silenzi complici.
E’ ormai questa la rassegnata conclusione di chi si vede ignorare le ripetute segnalazioni fatte agli organi competenti riguardo a casi di scempio ambientale con forti ripercussioni anche sul sistema turistico.
E non stiamo parlando dell’ ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché il vaso in questione ha cominciato a traboccare già diversi anni fa, già dalla scorsa amministrazione.
L’ultimo tentativo di denuncia è stato quello di un concittadino, comunque non il primo a sollevare il problema, che si è rivolto all’assessore all’ambiente Losappio e alla Capitaneria di Porto di Manfredonia denunciando la deviazione di un corso d’acqua lungo il lungomare Mattei.
Il problema: il primo corso d’acqua sorgiva, la prima “current” (quella <<sotto il ponte>>), è stato deviato ad opera di un titolare di concessione balneare che, armato di alberi ad alto fusto, prima a “spostato il corso d’acqua, e poi l’ha consolidato grazie alle radici dei suddetti alberi. Non contento questo “paladino della natura e della balneazione” ha deciso di recintare il tratto finale di spiaggia rendendo impossibile l’accesso alla grotta, evidentemente attrazione che distraeva i bagnanti dal suo pezzo di spiaggia.
Quindi limitazione o meglio privazione, a turisti e non solo, di un’ offerta naturale che è di tutti. Ma non finisce qua. I danni causati da questa arbitraria modificazione della corrente hanno devastato la spiaggia che si è trasformata in un acquitrino a causa dell’allargamento del corso d’acqua. Una palude vera e propria.
E le Autorità? Le denuncie sono state tante in questi cinque anni ma…le amministrazioni si susseguono e nessuno si occupa di questo pugno all’ambiente.
Ormai sono i comuni cittadini a denunciare questi “scandali sotto il sole”, si perché recinzione e palude non sono certo nascosti.
Ma la palude provocata non è l’unico atto di “amore” dimostrato nei confronti del nostro patrimonio ambientale. Quelli che maggiormente traggono beneficio da quella che era una costa da sette meraviglie, gli operatori turistici, devono essersi dimenticati che i turisti si fanno tanti chilometri per un bagno vantato come ristoratore e per una spiaggia vantata come dorata e salubre, non certo per ammirare il nuovo androne di un albergo o la nuova disposizione dei letti nelle stanze che affittano. Si, perché pare che i nostri esperti operatori turistici abbiano come unica preoccupazione solamente quella di rendere megagalattiche le loro strutture ricettive scaricando ciò che è meglio non vedere nelle acque del nostro mare bistrattato.
Insomma, quando avranno finito di costruire, ingrandire, riempire e ristrutturare non ci sarà più nessuno disposto a venire fino a Vieste per farsi un bagno nei rifiuti.
Ma questo i nostri operatori non lo sanno.
Chissà se l’amministrazione, la nuova amministrazione, si lascerà illuminare da queste parole di denuncia e si ricorderà che è proprio il nostro ambiente a fare di Vieste la perla del Gargano, anche se non si sa per quanto ancora !!?