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Il pane di Monte Sant’Angelo: vessillo del Gargano in Europa.

Il convegno organizzato dall’Ente Parco Nazionale del Gargano rilancia un cibo che affonda le sue origini nella notte dei tempi.

L’inserimento del pane di Monte Sant’Angelo nell’Atlante regionale dei prodotti tipici, grazie all’impegno del Parco Nazionale del Gargano, è considerato il primo passo per ottenere l’ambito riconoscimento della denominazione di origine protetta (Dop). Un obbiettivo al quale anelano il Parco del Gargano e l’associazione panificatori di Monte Sant’Angelo. Ma vi è altro. Il pane è considerato il tassello fondamentale per rinsaldare quel legame ancestrale che caratterizza un territorio, appunto il Gargano, ricco di storia, di passato illustre e di prodotti tipici alimentari dal gusto unico e prelibato. Tutto questo è emerso durante il convegno organizzato dall’Ente Parco sabato 21 ottobre all’Hotel Palace San Michele a Monte Sant’Angelo (moderatore il giornalista Ernesto Tardivo), al quale hanno partecipato relatori illustri, tutti pronti a decantare le virtù del pane di Monte Sant’Angelo. Come ha fatto la tecnologa alimentare della Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia professoressa Teresa De Pilli, la quale ha presentato uno studio effettuato su un campione di 33 panifici della provincia di Foggia. Ebbene il pane di Monte Sant’Angelo è risultato il migliore per proprietà organolettiche e capacità di mantenere intatta la sua fragranza a distanza di oltre dieci giorni (quando di solito la media degli altri pani è di due o tre giorni). Se la De Pilli ha sottolineato gli aspetti tecnici dell’alimento per antonomasia, che affonda le sue radici nella notte dei tempi, il giornalista-scrittore Marcello Veneziani ha, con accenti lirici, descritto il ruolo che il pane riveste nell’ambito culturale del sud. “Baciare il pane è un atto di civiltà. Io lo faccio e non mi vergogno. E’ un atto di rispetto verso un alimento che rappresenta il nostro passato, verso le fatiche dei nostri avi. Io fin da piccolo, grazie ai miei genitori, che a Monte Sant’Angelo hanno insegnato a scuola negli anni dal ’41 al ’45, ho potuto conoscere il pane. Quelle pagnotte, quei fette condite di olio, pomodoro e origano, hanno popolato i miei sogni di bambino”. Chi invece punta, dopo l’inserimento nell’albo regionale dei prodotti tipici, al Dop è Donato Taronna, il presidente dell’associazione panificatori di Monte Sant’Angelo. Il quale dopo aver ringraziato l’Ente Parco per aver ottenuto il primo riconoscimento, non si ferma e non demorde, puntando ad un obbiettivo più alto. “Abbiamo tutte le caratteristiche e le potenzialità per puntare al Dop. Certo non è facile. Ma utilizziamo grano tenero locale e lievito naturale e grazie alla durezza dell’acqua e al clima che influenza la cottura, facciamo un pane che meriterebbe di essere presente nei supermercati non solo di Torino e Milano ma in quelli di tutta Europa”. Nelle conclusioni del dibattito il presidente del Parco Gatta ha sottolineato gli sforzi compiuti dal Parco nel valorizzare il pane: “Il pane da sempre evoca il sostentamento, l’appagamento del bisogno, la gioia di ritrovarsi insieme attorno a un desco. Senza il pane, ogni pietanza sembra più povera, persino più triste. Centinaia di proverbi, di detti popolari, di leggende, di preghiere hanno come protagonista il pane. Per questo abbiamo inteso parlarne e celebrarlo, perché il nostro pane è superlativo, per sapore, per fragranza, per odore. Per questo siamo riusciti, non senza sacrificio ed impegno, ad inserirlo nell’atlante dei prodotti tipici”.  Al termine del convegno presso la suggestiva cornice del Castello Svevo di Monte Sant’Angelo è andata in scena una gustosa degustazione di prodotti tipici, che ha avuto come alimento principe appunto il pane, presa d'assalto da una numerosissima schiera di amanti del gusto, a dimostrazione della felice intuizione di un parco che punta a riconfermarsi al top delle aree protette più amate d’Europa.