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GROTTA PAGLICCI: FINALMENTE LA PROPRIETA’ NELLE MANI DEI BENI CULTURALI

Il giacimento paleolitico di Grotta Paglicci, come noto ubicato nel territorio di Rignano Garganico, entrerà tra i "tesori" del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Fino ad oggi, strano ma vero, è ancora di proprietà privata ed è nelle pertinenze della Famiglia Bramante, da sempre fattivamente disponibile, tuttavia, ad agevolare le ricerche. Nessun Ente, nemmeno la Soprintendenza preposta, ha pensato di espropriare l'area di Paglicci, vanificando di fatto ogni tentativo di proteggere il bene con le dovute infrastrutture (finanziate in più riprese dal Parco e dalla Comunità Montana del Gargano). Fortuna che lo Stato ha provveduto a vincolarla nei primi anni della sua scoperta da parte di alcuni ricercatori di fama nazionale. Più attenzione per Grotta Paglicci è stato ribadito nei giorni scorsi dal ministro e vice-premier Francesco Rutelli, giunto in Capitanata per inaugurare l'Anno Accademico dell'Università degli Studi di Foggia. Oggi lo ribadisce il presidente del Centro Studi Paglicci, Enzo Pazienza, che, come spiega in una nota inviata agli organi di informazione, chiede una maggiore "vicinanza" degli Enti preposti ad un bene così importante, che ha restituito oltre 45.000 reperti databili tra i 500.000 e gli 11.000 anni fa. Pazienza parla di un incontro, avvenuto la scorsa settimana a Roma, presso il suddetto Ministero e presso l'Agenzia centrale delle entrate, dove una delegazione di amministratori comunali e dirigenti del Coordinamento Amici di Paglicci, capeggiata dall'assessore alla cultura Nicola Saracino, ha incontrato separatamente i massimi dirigenti dei due Enti. La Famiglia Bramante, qualche anno fa, aveva chiesto allo Stato uno sconto su alcune tasse di successione, in cambio cedeva Grotta Paglicci alla pubblica utilità. Oggi arriva la risposta del Ministro e soprattutto dell'Agenzia delle entrate, che invierà a breve una contro-deduzione ai Bramante, che a loro volta avranno 20 giorni di tempo per decidere se accettare o meno. Comunque sia, il Ministero è pronto a sostenere il Comune di Rignano, il più piccolo centro abitato del Gargano, nell'eventuale esproprio d'urgenza. Tutto si dovrebbe risolvere entro febbraio 2007. Dalla sezione "Archeologia" del Ministero per i Beni e le Attività Culturali tutta la disponibilità a salvaguardare e a pubblicizzare il sito paleolitico più importante d'Italia, che merita di essere conosciuto dalla grande massa e "toccato" dai flussi turistici che contano. E non è tutto. Saracino, che si è detto entusiasta dell'incontro romano, e Pazienza hanno incontrato l'altra mattina a Foggia il massimo dirigente della Soprintendenza Archeologica della Puglia, Giuseppe Andreassi, per dipanare anche un'altra intricata vicenda, quella del Museo di Grotta Paglicci, la cui inaugurazione è attesa da anni. Oggi in paese è possibile visitare un'avviata mostra-museo, gestita dal suddetto Centro Studi Paglicci, ma è priva dei reperti più importanti, che farebbero gola a tante università e centri museali italiani e stranieri. Per impedire la "fuga" o lo "scippo" dei reperti, il Centro studi ha dichiarato alcuni mesi fa lo "stato di agitazione", utile a sollecitare gli Enti preposti e i mass media a non abbassare la guardia. Andreassi, in conclusione, ha proposto al Comune di Rignano una propria convenzione per la gestione del futuro museo. Saracino, dal canto suo, ha chiesto alla Soprintendenza un ritorno economico e occupazionale per il piccolo centro garganico. Qualcosa di più lo si saprà nei prossimi giorni, quando la Giunta comunale esaminerà il documento. Ulteriori informazioni sul sito internet www.grottapaglicci.it.