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LESINA NON VUOLE IL MEGA IMPIANTO PER I RIFIUTI

La discarica si sta saturando, si rischia emergenza rifiuti? 

Importanti novità sulla questione della gestione del ciclo dei rifiuti sul Gargano nord sono emerse nel Consiglio comunale di Vieste di giovedì sorso 23 novembre. Le ha riferite prima l'assessore comunale all'Ambiente Antonio D'Errico e poi le ha poi precisate il sindaco Ersilia Nobile.

Il Comune di Lesina non sarebbe più disponibile a far insistere sul proprio territorio un sito che sia l'unico impianto a servizio dei Comuni del bacino Fg/1 (in cui ricade Vieste) per lo smaltimento dei rifiuti. I due amministratori viestani hanno riferito di aver appreso la notizia direttamente dal primo cittadino del Comune lagunare nel corso di una riunione svoltasi a Sannicandro Garganico nella serata di mercoledì 22 novembre, presenti tutti i Comuni dell'ambito Fg/1 per definire i dettagli per trasformazione dell'Autorità per la gestione dei rifiuti urbani in ambito territoriale ottimale (ATO) in soggetti con personalità giuridica in relazione alle procedure per il completamento della gestione straordinaria commissariale che si chiuderà al 31 dicembre 2006. A Lesina, come riferito dal Sindaco, dopo tre riunioni il Consiglio comunale si è detto, seppur con un voto che ha spaccato l'assise municipale (8 voti favorevoli e  6 contrari) non disponibile ad avere sul proprio territorio un mega impianto a servizio di tutti i Comuni del bacino Fg/1, ma solo uno piccolo in riferimento alla definizione di un opportuno sub-bacino. Questa novità, riferita dal sindaco Nobile e dall'assessore D'Errico, andrebbe ad azzerare quella possibilità, ventilata a settembre in un incontro alla Regione Puglia, quando i rappresentanti di Lesina si mostrarono invece disponibili ad accogliere quell'unico impianto comprensoriale. Quella prima disponibilità di Lesina faceva di fatto venir meno la necessità di un altro impianto a Vieste, così come era stato programmato dall'ex presidente della Giunta regionale Fitto, d'intesa con la passata amministrazione comunale Spina Diana, per un'ubicazione che aveva creato non poche proteste nella comunità locale, con interpellanze sia agli organismi regionali che anche a livello di Unione Europea. Al di là di quella disponibilità di Lesina, c'era già una precisa volontà della governo regionale guidato da Vendola di escludere comunque Vieste dall'ospitare un tale genere di impianto per i rifiuti. Lo spiegò in un'intervista a "Il Faro" [n.33/2006] proprio l'assessore D'Errico: «La Regione Puglia non ne vuol sapere di installare a Vieste un impianto di trattamento dei rifiuti perché in area del Parco». Questa convinzione faceva riferimento all'alta valenza ambientale e paesaggistica, come è quella del sito prescelto nell'ex cava di Cisco, oltre all'aspetto più strettamente formale, evidenziato dalla posizione che contrasta con la normativa in vigore (come evidenziò a suo tempo Giuseppe Ruggieri, ispettore onorario di Vieste ai beni architettonici e del paesaggio, che sollecitò anche i competenti uffici dell'Unione Europea).

A Lesina si sarebbe conferita tutta la parte residua dalla raccolta differenziata dei rifiuti, ovvero tutto ciò che non è carta, plastica, vetro. Oltre ad una discarica, cosiddetta di servizio-soccorso, era previsto un impianto di trattamento per produrre un'ultima frazione residuale di rifiuti di cui una parte finiva in discarica ed un'altra andava ad un altro impianto a Manfredonia che produce combustibile dai rifiuti. Tutto ora torna in discussione. Bisogna trovare al più presto un'altra localizzazione per quell'impianto di Lesina. O forse si pensa di tornare all'ipotesi di averne due a servizio del bacino? Nel qual caso Vieste tornerebbe a rischiare di ritrovarsi nuovamente quell'impianto di rifiuti, ora evitato, eventualmente con un'altra ubicazione? Nel frattempo, per il presente resta il problema dell'esaurimento della capacità di stoccaggio della discarica viestana di Landa della Serpe a fronte del persistere dell'inadempienza di vari Comuni gargancici dal sanare la propria situazione debitoria («Vantiamo crediti per oltre 6 miliardi delle vecchie lire!» ci disse a settembre scorso l'assessore D'Errico) per il conferimento dei rifuti a Vieste, primo fra tutti per entità delle somme dovute quello di Sannicandro Garganico. Per uscire dallo stallo lo stesso assessore D'Errico lanciò provocatoriamente (ma non troppo) la proposta di bloccare l'ingresso in discarica ai rifiuti per quei Comuni non in regola con i pagamenti.

Le procedure legali per il recupero di quei crediti sono state attivate. Nel frattempo però il tempo incombe: non c'è certezza sul sito per un impianto di bacino, la discarica si sta saturando,… e si rischia di trovarsi da un momento all'altro in piena emergenza rifiuti!