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ChiARA MENTE

Desidero concludere questa sezione sull’omosessualità con un passaggio «pratico» affinché tutto non rimanga ad un livello teorico. Mi preme molto però fare delle precisazioni perchè non intendo alimentare idee distorte e soprattutto quei pregiudizi che invece voglio sfatare!

La psicologia, vedete, dal 1879 ha prodotto progresso scientifico e culturale. E’ una scienza «umana» ma non è come la fisica o la matematica: essa ha a che fare con gli esseri umani, studia il comportamento umano, i processi e le funzioni mentali etc. Essi possono essere anche ricercatori e quando avviano uno studio, una ricerca, utilizzano il metodo scientifico, si avvalgono della statistica, conoscono benissimo il mondo dei numeri e si attengono rigidamente ai parametri della scienza. Non si arriva alla formuletta, in genere: i ricercatori psicologi trattano sempre l’umano. La psicologia rimane nella sfera del possibile non della certezza: ci offre delle lenti di ingrandimento e possibili chiavi di svolta ai nostri disagi o per potenziare le nostre risorse (perché la psicologia non si occupa solo di disturbi e «cose che non vanno»).

Quanto segue dunque non è la prescrizione di un farmaco.

1) Quando si comprende che i figli in adolescenza  possono provare attrazione sessuale per individui dello stesso sesso la prima cosa da fare è non andare in panico, niente allarmismi: i genitori andranno insieme dallo psicologo, spiegheranno al professionista cosa notano, questi successivamente potrà chiedere di incontrare il ragazzo o la ragazza in questione. Successivamente formulerà la sua ipotesi e comunicherà il possibile percorso di intervento. Solo con la collaborazione e la motivazione dell’utenza lo psicologo può aiutare e aiutare ad elaborare e a gestire la situazione che si configura: entrambe le parti (genitori e figli) hanno bisogno d'incoraggiamento e di sostegno. Poi si percorrerà la via più utile, per quel papà, per quella mamma, per quel figlio, per quella figlia… un passettino per volta… Naturalmente, per gente di un piccolo paese, in qualsiasi parte d’Italia, non è facile accettare tutto ciò che si allontana dalla media (accettare che un figlio fumi, che si faccia un tatuaggio, che si metta un orecchino). Non è facile accettare soprattutto per il fattore sociale: «Mo c’hanna dice i cristien». Però c’è un’arma dalla nostra parte: l’informazione, che non dà spazio all’ignoranza e ci rende liberi. La cultura di un paese siamo noi e ognuno, per primo, se informato, quando sente dire cose inesatte ha la possibilità (e il dovere) di fare precisazioni. La mentalità di cui noi viestani ci lamentiamo tanto non cambia da sola!!!!

2) I momenti in cui i figli adolescenti cercano il contatto con i genitori sono pochi e bisogna dunque coglierli al volo ed essere immediatamente disponibili: bisogna parlare loro con serenità di sessualità. Questo i genitori possono farlo da soli ma se desiderano, poiché non è sempre facile e nessuno «nasce ‘mbarete», possono farlo grazie ai professionisti psicologi che li aiutano a trovare modi e stili più appropriati per comunicare con i propri figli. Non diamo per scontato che parlare significhi comunicare!!

3) Dobbiamo capire che l’omosessualità è una identità, è uno dei possibili esiti dello sviluppo che non sempre si risolve in un’unica direzione. Pensate alla Sindrome di Down: lo sviluppo cromosomico subisce delle modifiche ma coloro che manifestano questa diversità non vengono isolati, o maltrattati dai genitori, generalmente, ma sono figli e «solo» per questo… Amati!!

4) Come esposto prima, una preferenza omosessuale non è irreversibile: se ci si percepisce o si percepisce un figlio omosessuale, è possibile che le cose cambino, grazie alla comprensione delle cause di tale comportamento e grazie alla competenza, alla professionalità e al coivolgimento della famiglia.

Non è una favola! E’ possibile, è reale: lasciamo che le «curve» siano solo condizione di (parziale) isolamento geografico ma non culturale. Dipende da tutti noi. Attendo le vostre considerazioni, opinioni e quant’altro.  Potete contattare «Il Faro» o «Ondaradio» e magari anche scrivermi. Vi lascio la mia e-mail: misilvestri@yahoo.it Alla prossima, parleremo di «Adolescenza: crisi dei figli o dei genitori»?

Michela Silvestri-psicologa