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INSIEME IN UNA FONDAZIONE PER KALENA

“Insieme per Kalena” è il titolo della Tavola rotonda tenuta a Foggia il 26 febbraio 2007, presso la Sala del Tribunale di Palazzo Dogana, che ha messo a confronto i vari rappresentanti gli organi istituzionali sull'importante questione.

Un tema attuale, per la tutela di un patrimonio di valore inestimabile, l'abbazia di Kàlena, la cui presenza, ormai, corre il rischio di diventare soltanto “virtuale” perché il monumento del IX secolo in agro di Peschici sta cadendo letteralmente a pezzi.
L'iniziativa ha unito le associazioni promotrici (Italia Nostra Gargano e Centro Studi “Martella” di Peschici, rappresentate da Menuccia Fontana e Teresa Rauzino), al mondo accademico, rappresentato dai chiarissimi proff. Raffaele Licinio (direttore del centro di studi normanno-svevi) Giuliano Volpe, nonché dal Magnifico Rettore dell'Università di Foggia, Antonio Muscio.
Il mondo politico era rappresentato dal presidente della Provincia, Carmine Stallone, dal sindaco di Peschici Francesco Tavaglione, dal presidente del Parco del Gargano Giandiego Gatta, dal dirigente dei Beni culturali della Regione Puglia Francesco Virgilio. Per la Curia era presente mons. Domenico D'Ambrosio, arcivescovo della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
Importante la presenza del vicepresidente di Italia Nostra nazionale Giovanni Lo Savio.
Dopo la proiezione, curata da Enzo D'Amato, di alcune diapositive che denunciavano l'attuale degrado dell'abbazia di Kalena, ed il saluto di Menuccia Fontana, presidente di Italia Nostra Gargano, che ha moderato l’incontro, sono seguiti gli interventi dei convenuti. Ognuno ha esposto il proprio punto di vista circa il da farsi. La prof.ssa Teresa Maria Rauzino, presidente del Centro Studi “Martella”, ha ricordato la storia di Kàlena e di tutti i tentativi per recuperare la millenaria abbazia. Già nel dossier di Enzo D'Amato, pubblicato nel volume dal titolo “Salviamo Kàlena. Un'agonia di pietra”, pubblicato nel 2003 dalle Edizioni del Parco per i tipi di Claudio Grenzi editore, si denunciava lo stato di avanzato degrado in cui versava il monumento, importante per l'alto valore storico-artistico- religioso. Cosa è stato fatto ad oggi? Sono state dette soltanto tante belle parole. Ad oggi la situazione è ferma, nonostante ci siano rigorose leggi che tutelino beni monumentali e archeologici così importanti e nonostante il Ministero abbia stanziato fondi pari a 350.000 euro mai utilizzati. In questi anni la famiglia proprietaria del bene, invece di preoccuparsi di recuperare le fabbriche e di trovare un accordo con il Comune di Peschici, all'invito di quest’ultimo ha risposto con controproposte ritenute da tutti inaccettabili. Si sono sollevate molte critiche per l’assenza di Ruggero Martinez, soprintendente ai Beni Ambientali della Puglia, diretto responsabile della tutela del monumento. Certo gli Enti hanno avuto gran parte di responsabilità nella questione Kàlena. Avrebbero dovuto procedere da tempo all'esproprio forzoso del bene e non “farlo cadere a pezzi”. Questa decisione è arrivata soltanto nel luglio 2005 con una delibera del Consiglio Comunale di Peschici che ha affidato al sindaco Tavaglione l’incarico di inoltrare al Ministero tutta la documentazione necessaria per avviare il procedimento di esproprio per pubblica utilità. Un procedimento che finora non ha avuto alcun esito. Molto animato l'intervento di Francesco Virgilio, contestato da molti dei presenti per alcune affermazioni circa l’inerzia degli Enti locali che non hanno finora mai posto la questione Kàlena all’attenzione della Regione Puglia.
Per questo da tutti i relatori presenti è stato proposto di costituire una Fondazione pro Kàlena con l'intento di procedere all'esproprio del bene per restaurarlo e restituirlo alla pubblica fruizione.
La fondazione, che sarà presieduta dal vescovo Domenico D’Ambrosio, metterà insieme Chiesa, Istituzioni del territorio e soggetti privati disposti a lottare per il recupero di un sito di alto valore storico- architettonico-culturale segnalato dal FAI come “luogo del cuore”. “Bisogna stabilire – ha affermato il prof. Licinio- un termine entro il quale interagire e creare un sistema che ci consenta di intervenire!”, pensiero condiviso da tutti i convenuti. Creare il “sistema” diventa fondamentale perché intorno al sistema girano elementi essenziali che incrementano turismo, economia, storia ecc. L'auspicio di rivedere l'abbazia di Kàlena restituita a Peschici, con la possibilità di essere riaperta al culto, è il sogno dell'arcivescovo d'Ambrosio, almeno è quanto egli asserisce, ma crediamo che questo sogno sia condiviso anche da chi peschiciano non è: da chi ama la storia, da chi tiene alle proprie radici culturali, da chi emigrato va alla ricerca di antichi ricordi, dai cittadini del mondo che hanno risposto numerosi alla petizione pro Kàlena. Il recupero dell’abbazia non è solo un problema di Peschici, ma dell'intera nazione. Per questo il Centro Studi Martella lotta, e continuerà a gridare allo scandalo, se il caso non verrà risolto. Dal canto suo, Italia Nostra ha promesso che porterà avanti l'iniziativa del recupero di Kàlena, impegnandosi a intervenire con i suoi organi direttivi nazionali presso il Ministero dei Beni culturali per sollecitare l’ok all’esproprio dell’abbazia di Peschici. Con questo impegno sono stati congedati i convenuti. A noi non resta che sperare che questa tavola rotonda sia proficua di eventi positivi. La cartina al tornasole sarà il convegno sulla “PUGLIA IN/DIFESA” organizzato dal Centro Studi normanno- svevi, che si terrà a Barletta il 28 marzo prossimo. Teresa Maria Rauzino, Raffaele Licinio, Franco Cardini e altri studiosi noti a livello nazionale, indicheranno Kàlena, il fiume Ofanto e il mosaico di Otranto come casi-limite di dismissione del patrimonio storico- paesaggistico- artistico pugliese.