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Ticket sulla diagnostica

colpo di spugna definitivo Il Senato ha approvato la cancellazione con 148 “sì” dei partiti di maggioranza, 42 “no” di Lega e Udc e 56 astensioni di Forza Italia e An, facendo sue le modifiche al decreto legge sul ripiano dei debiti della Sanità della Camera. Abolito anche il blocco dei pignoramenti dei creditori nei confronti delle Asl morose.

Il Senato fa sue le modifiche al decreto legge sul ripiano dei debiti della Sanità in alcune Regioni apportate da Montecitorio: spariscono del tutto i ticket sulla diagnostica, che il Senato aveva portato da 10 a 3.5 euro, e la moratoria dei pignoramenti contro le Asl che era stata introdotta da Palazzo Madama. Il via libera è arrivato con i 148 sì della maggioranza, i 42 no di Lega e Udc, le 56 astensioni di Forza Italia e An. Il Senato aveva approvato il decreto il 18 aprile. La Camera lo aveva modificato in due punti il 10 maggio. Il testo, che ora è stato convertito in legge, sarebbe scaduto a fine settimana. «Indica un obiettivo storico, che salva il sistema sanitario pubblico permettendo il rientro alle Regioni che, non per colpa loro, si sono trovate davanti a un deficit consistente» ha commentato il ministro della Salute Livia Turco.
Ecco i punti principali delle modifiche al decreto varato stasera definitivamente.
3 MILIARDI NEL 2007 PER DEFICIT REGIONI – È autorizzato il concorso straordinario dello Stato nel ripiano dei disavanzi strutturali dei servizi sanitari regionali registrati nel periodo 2001-2005. Per raggiungere questo obiettivo sono messi a disposizione 3 miliardi di euro per il 2007.
VIA TICKET RICETTE SPECIALISTICA – La scomparsa del ticket «costa» 511 milioni di euro. Per la copertura vengono utilizzati 100 milioni del fondo dei debiti pregressi e 411 milioni del fondo di rotazione per le politiche comunitarie.
NON C'È BLOCCO PIGNORAMENTI – Tornando al testo iniziale, il blocco per 12 mesi dei pignoramenti contro le aziende sanitarie che non pagano i fornitori è stato cancellato.
CONTROLLI – Ogni anno i risultati della verifica dei piani di rientro sono «tempestivamente» trasmessi dal ministro dell’Economia al presidente della Corte dei Conti, che, nel caso di irregolarità, potrebbe far partire «un giudizio di responsabilità amministrativa e contabile». Ci sarà un maggior coinvolgimento del Parlamento: il decreto, che ripartisce le risorse tra le regioni interessate, dovrà essere trasmesso alle commissioni di Camera e Senato competenti. Il Parlamento riceverà una relazione sullo stato dei debiti.