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Caro-scuola: sforati i tetti ministeriali per i libri

 È la denuncia lanciata da «Altroconsumo», che ha condotto un’indagine sulle adozioni dei libri scolastici in 55 scuole medie di Milano, Napoli e Roma, per un totale di 355 classi. Con il decreto del 22 maggio scorso il ministero ha fissato i tetti per il 2007-2008: 280 euro per la prima media, 108 euro per la seconda, 124 euro per la terza classe

La norma ministeriale sul tetto di spesa sui libri scolastici rimane solo sulla carta e per le famiglie italiane si prospetta anche quest’anno un vero «salasso imposto dalle scuole». È la denuncia lanciata da Altroconsumo, che ha condotto un’indagine sulle adozioni dei libri scolastici in 55 scuole medie di Milano, Napoli e Roma, per un totale di 355 classi. Nonostante il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni abbia indicato un tetto di spesa di 280 euro per le prime medie, le famiglie si ritrovano a spendere anche un massimo di 394 euro a Napoli, 334 a Roma, e 316 a Milano. A Napoli – segnala l’associazione – il dato sulla spesa media per la dotazione libraria supera addirittura il tetto ministeriale: quasi 300 euro contro i circa 275 di Milano e Roma. Maglia nera ai 394 euro della sezione D della scuola Giovanni Falcone del capoluogo campano.
«Il tetto di spesa è uno strumento che dovrebbe tutelare le famiglie, senza creare vincoli per il mercato e per la concorrenza – fa sapere Altroconsumo in un comunicato -. Se i consigli di istituto lo ignorano nelle scelte dei testi da adottare, salta il meccanismo virtuoso che dovrebbe contenere la spesa per le famiglie». In totale, secondo l’inchiesta, sforano il 44% delle 355 classi considerate. A Napoli la percentuale sale al 65%. Il dato complessivo sulla spesa rispetto allo scorso anno è praticamente invariato ma in una classe su 4 (nel 24% dei casi) si spende oltre il 4% in più di quanto si è speso l’anno scorso. L'associazione dei consumatori, nel calcolare la spesa della dotazione libraria, ha sommato i prezzi dei libri adottati da acquistare, esclusi i dizionari e quelli consigliati per i quali non è previsto l’acquisto. «I risultati dell’indagine – spiega Altroconsumo – sono stati inviati al ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, perché provveda a rivalutare le scelte di manica larga degli istituti scolastici, invitandolo a vigilare sulle adozioni dei testi». Con il decreto del 22 maggio scorso – afferma Altroconsumo – il ministero ha fissato i tetti della dotazione libraria per il 2007-2008 confermando quelli dello scorso anno: 280 euro per la prima media, 108 euro per la seconda, 124 euro per la terza classe. Il decreto permette uno sforamento dei tetti del 10% se ciò che si paga in più è poi recuperato negli anni successivi. Le classi che superano il tetto rimanendo al di sotto del 10% (fino a 308 euro) sono il 29% del totale, senza differenze significative tra le città.
Secondo l’indagine, le classi che addirittura superano i 308 euro sono 54, ovvero il 15% del totale e sono particolarmente concentrate a Napoli dove accade nel 37% delle classi. L’associazione indipendente di consumatori ha monitorato ciò che è successo quest’anno in 35 seconde medie che l’anno scorso avevano sforato il tetto della prima media. Il dato è considerato deludente da Altroconsumo: 20 su 35 hanno sforato anche quest’anno, ben oltre il 10%. solo 13 sono state nel tetto ma nessuno in misura tale da riassorbire lo sforamento dell’anno scorso.
«La circostanza che gli sforamenti possano essere recuperati negli anni successivi appare del tutto illusoria – sottolinea l’associazione -. Anche quest’anno alle parole non seguono i fatti, i portafogli delle famiglie sono colpiti e, quel che è più grave, su beni di prima necessità, quali l'istruzione di base». «Il virtuoso meccanismo del tetto ministeriale che tutela le famiglie, ma non vincola il mercato, troppo spesso è violato, e in alcuni casi oltre i pur larghi limiti di tolleranza fissati – conclude Altroconsumo -. L'insieme di questi elementi fa sì che un provvedimento a tutela delle famiglie perda d’efficacia, soprattutto in aree del Paese economicamente più deboli».