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Crisi alla IMAR di Manfredonia: 20 dipendenti in cassa integrazione

Dallo scorso 4 agosto venti lavoratori della IMAR, azienda metalmeccanica specializzata in carpenteria pesante e meccanica di precisione, sono stati posti in cassa integrazione a zero ore, senza che nella comunicazione ufficiale fatta loro pervenire fosse specificato la durata del provvedimento. "E' l'ennesimo caso di un'azienda metalmeccanica insediatasi nel contratto d'area che denuncia uno stato di crisi con atti, procedure, reali motivazioni e qualità delle relazioni sindacali tutte contestabili", denuncia Antonio La Daga, segretario provinciale della Fiom Cgil di Capitanata. La Imar si è insediata nella zona Di/46 grazie ai finanziamenti del II protocollo aggiuntivo al Contratto d'area di Manfredonia, ricevendo un contributo pubblico di 23,5 miliardi di lire. "L'azienda – ricorda la Fiom Cgil – aveva dichiarato che nell'arco di 24 mesi sarebbe andata a regime, prevedendo l'assunzione di 87 operai. Si sono però fermati a 64 unità, e alla scadenza dei quattro anni di vincolo previsti dal Contratto d'area ci ha comunicato, in un incontro convocato in Assindustria lo scorso 23 luglio, la decisione di ricorrere alla cassa integrazione per un calo di commesse". Il sindacato ha rifiutato la sottoscrizione di un accordo: "Prima di ogni cosa va ricordato – afferma La Daga – che delle 44 unità restanti dopo la cassa integrazione, una quindicina sono con contratti a termine o comunque atipici. Inoltre avevamo chiesto che prima di ricorrere alla cassa integrazione si potevano utilizzare le 80 ore di ferie residue che mediamente ha accumulato ogni operaio. In estrema ratio, avevamo chiesto comunque la rotazione tra tutti i dipendenti della stessa cassa integrazione. Proposte che sono state rigettate dalla Imar". Quanto al calo delle aziende, i rappresentanti sindacali aziendali hanno fatto presente come a fronte delle 9 aziende perse, altre 10 sono state acquisite come clienti. La Fiom Cgil contesta inoltre anche la comunicazione della Cassa Integrazione: "Il telegramma è stato inviato anche a chi stava godendo delle regolari ferie concesse dall'azienda, così come a chi era in malattia da un mese per aver subito un'operazione. Addirittura ad alcuni operai il provvedimento è stato comunicato a mezzo sms, in quanto non avevano un recapito utile al quale spedire il telegramma". La Fiom Cgil chiede "l'intervento urgente del Prefetto e del responsabile unico del Contratto d'area, nonché primo cittadino di Manfredonia. Chiediamo – conclude La Daga – verifiche accurate sull'uso fatto dalle aziende dei finanziamenti pubblici, eventualmente la loro revoca. Non vorremmo che la Imar si aggiungesse al lungo elenco di aziende metalmeccaniche che hanno chiuso in questi anni, come la Monvir, la WIR, la Mente Group, la TMI, la BMP".