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«Salvate l’ambiente prima che sia troppo tardi»

Benedetto XVI ha lanciato il suo appello durante la messa celebrata sulla piana di Montorso dinanzi ai quasi 500mila giovani dell’Agorà. «Non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà», ha poi continuato il Papa «Andate controcorrente non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza

Impegnarsi fortemente per «la tutela del creato» e per invertire «quelle tendenze che rischiano di portare a situazioni di degrado irreversibile». Benedetto XVI, durante la messa celebrata sulla piana di Montorso dinanzi ai quasi 500 mila giovani dell’Agorà ha lanciato un forte appello per la difesa dell’ambiente.
«Seguire Cristo – ha detto il Papa – comporta lo sforzo costante di dare il proprio contributo alla edificazione di una società più giusta e solidale, dove tutti possano godere dei beni della terra». Quello della salvaguardia del creato è uno dei campi «nei quali appare urgente operare».
«Alle nuove generazioni – ha aggiunto – è affidato il futuro del pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura. Prima che sia troppo tardi, occorre adottare scelte coraggiose, che sappiano ricreare una forte alleanza tra l’uomo e la terra». Secondo il Papa «serve un sì deciso alla tutela del creato e un impegno forte per invertire quelle tendenze che rischiano di portare a situazioni di degrado irreversibile».
Il Pontefice ha sottolineato positivamente «l'iniziativa della Chiesa italiana di promuovere la sensibilità sulle problematiche della salvaguardia del creato fissando una Giornata nazionale che cade proprio il 1/o settembre».
«Quest’anno – ha concluso – l'attenzione è puntata soprattutto sull acqua, un bene preziosissimo che, se non viene condiviso in modo equo e pacifico, diventerà purtroppo motivo di dure tensioni e aspri conflitti.

Il Papa ha esortato i giovani a non seguire i modelli di vita basati sulla prepotenza e sul successo a tutti i costi e a pensare che «l'umiltà non è la via della rinuncia ma del coraggio».
«Andate controcorrente – ha detto il Pontefice nell’omelia -: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere».
«Di quanti messaggi – ha sottolineato -, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione».
«Non abbiate paura, cari amici – ha ancora detto papa Ratzinger -, di preferire le vie 'alternativè indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune».
Secondo Benedetto XVI i giovani non devono temere «di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei – ha proseguito -, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo».
«Quella dell’umiltà, cari amici, non è dunque la via della rinuncia ma del coraggio – ha concluso -. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull'egoismo e della grazia sul peccato».

Benedetto XVI ha definito la Santa Casa di Nazaret, venerata nella basilica di Loreto, «il santuario dell’umiltà». Ha anche sottolineato che oggi «l'umile è percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece – ha rimarcato – questa è la via maestra, e non solo perchè l’umiltà è una grande virtù umana, ma perchè, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso».
Il Pontefice ha proposto ai giovani gli esempi di santi come Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, e anche santa Gemma Galgani, san Gabriele dell’Addolorata, san Luigi Gonzaga, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, i beati Piergiorgio Frassati e Alberto Marvelli. «L'umiltà che il Signore ci ha insegnato – ha ribadito Benedetto XVI – e che i santi hanno testimoniato, ciascuno secondo l’originalità della propria vocazione, è tutt'altro che un modo di vivere rinunciatario».
«La motivazione fondamentale che unisce i credenti in Cristo – ha poi aggiunto -, non è il successo ma il bene, un bene che è tanto più autentico quanto più è condiviso, e che non consiste prima di tutto nell’avere o nel potere ma nell’essere».