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Statali sul piede di guerra

 Le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di otto ore per il 26 ottobre per protestare contro il mancato stanziamento in Finanziaria delle risorse necessarie a rinnovare i prossimi contratti. Nella stessa giornata si svolgerà una manifestazione nazionale a Roma con la partecipazione dei tre leader confederali, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. La decisione è arrivata al termine di una riunione dei segretari generali delle categorie.

In conferenza stampa, i leader delle categorie del pubblico impiego hanno annunciato che la manifestazione nazionale a sostegno della vertenza per il rinnovo dei contratti pubblici si terrà a Roma in piazza San Giovanni. «La discussione – si legge nel documento diffuso dalle categorie – ha evidenziato una scelta politica del Governo verso il lavoro pubblico sbagliata e intollerabile. In particolare, il Governo si ostina a non predisporre alcuna ipotesi e a negare qualsiasi confronto o negoziato che consenta di affrontare seriamente la riorganizzazione e riqualificazione delle amministrazioni e dei servizi pubblici. Manca – prosegue il documento – persino l’idea di predisporre una sorta di piano industriale per il lavoro pubblico. In questo ambito si colloca la decisione di aggravare le condizioni e le prospettive del lavoro precario nel pubblico impiego».
I sindacati osservano che in Finanziaria «è previsto il divieto di stabilizzare gli Lsu da parte delle autonomie locali con l'eccezione numericamente marginale dei Comuni esclusi dal patto di stabilità. Così come viene contraddetta la scelta della precedente legge finanziaria e del memorandum in merito alla stabilizzazione dei tempi determinati che avverrà esclusivamente per quelli che al 27 settembre del 2007 hanno tre anni di lavoro in una pubblica amministrazione».
Le categorie del pubblico impiego sottolineano inoltre che «per la prima volta un governo ha deciso di non finanziare il rinnovo del contratto del lavoro, aggravando la questione salariale determinata anche dal mancato rinnovo del biennio 2006-2007 per la gran parte dei lavoratori pubblici che li accomuna a tutto il resto del lavoro dipendente».