Menu Chiudi

DOPO IL FUOCO LO SPIETRAMENTO: NUOVA PIAGA PER IL GARGANO

Il nuovo capitolo del Dossier “Parco: ti voglio ricordare che c’è il Gargano da salvare” scritto dai cittadini che hanno aderito all’appello alla mobilitazione delle sezioni di Foggia di LIPU e WWF di Foggia si occupa della micidiale pratica cosiddetta dello "spietramento" che comporta grave turbamento alla fauna e alla flora selvatica e modificazioni significative dell’ambiente e del paesaggio. La trasformazione dei pascoli spontanei in colture attraverso l’azione di dissodamento e frantumazione delle pietre calcaree produce l’alterazione permanente dell’assetto del territorio nonché il mutamento dell’aspetto esteriore del paesaggio. Questa volta le segnalazioni riguardano lo spietramento effettuato in alcuni siti che si trovano nel comprensorio di Monte d’Elio, l’altura che separa la laguna di Lesina da quella di Varano, soprattutto sulla strada provinciale 42 tra la Masseria del Trigno e San Nicola Varano ex idroscalo. L’area, in agro di S. Nicandro e Cagnano Varano, in buona parte è in zona 2 del Parco, ad eccezione dell'ultimo km della s.p. 42 che ne è fuori. Quella dello spietramento è una pratica che ha causato danni ambientali notevoli nella Murgia dove è stata combattuta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato con il sequestro di notevoli estensioni di terreno e la denuncia dei proprietari. Una pratica che, purtroppo, troviamo anche sul Gargano e che si aggiunge perciò alle altre che già stanno affliggendo, senza nessuna risposta decisiva da parte del Parco e di altre Istituzioni, il promontorio come, ad esempio, l’abusivismo, la proliferazione di grandi interventi edilizi sulla costa o i recenti incendi boschivi.
I pascoli naturali sono uno degli habitat più minacciati in Europa e quindi meritevoli di tutela. Nel caso denunciato, si tratta di pascoli a substrato calcareo e di pseudo steppe con concentrazione di rilevanti specie a rischio di estinzione legate a tali habitat seminaturali e contemplati dalle direttive comunitarie.Indagini vegetazionali e botaniche condotte dall'Università di Bari su ambienti spietrati hanno rivelato un’irreversibile distruzione delle specie vegetali tipiche e legate al suolo carsico. Questo condiziona poi anche la sopravvivenza di specie faunistiche legati a questi particolari ambienti. Un recupero di tale tipologia di habitat danneggiati dallo spietramento si vedrebbe solo dopo decine di anni. Anche dal punto di vista strettamente geologico si assiste al dilavamento del suolo cosi frantumato con conseguenze sulla circolazione delle acque e ad un veloce processo di desertificazione, a causa dell'azione erosiva dei venti ed al dilavamento delle acque piovane, azioni non più contrastate dalla presenza degli apparati radicali della vegetazione spontanea. Tutto si riflette anche sul piano paesaggistico con una banalizzazione evidente del contesto ambientale. Per questi ed altri motivi, evidenziano LIPU e WWF, la pratica dello spietramento incorre in numerose violazioni. Tutto il promontorio di Monte d’Elio è gravato da vincolo paesaggistico ex Legge 1497/39 e questa pratica si configura in una grave alterazione dello stato dei luoghi. Per la zona che ricade in area Parco valgono le relative norme di salvaguardia ambientali e territoriali. Tutta l'area rientra comunque in IBA (Important Bird Area, Aree importanti per gli uccelli) e ci sono numerose sentenze comunitarie nonchè interpretazioni da tempo consolidate del Ministero dell’Ambiente che considerano queste aree alla stregua delle ZPS (Zone di Protezione Speciale). A questo proposito si ricorda che in tali zone un recentissimo regolamento della Regione Puglia vieta espressamente gli spietramenti. Le trasformazioni delle aree non coltivate per destinarle a uso agricolo devono essere sottoposte a "verifica di assoggettabilità a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale)", cosiddetto Screening Ambientale, quando la superficie eccede i 10 Ha (5 Ha in area protetta). LIPU e WWF per quanto segnalato hanno trasmesso una circostanziata denuncia al Corpo Forestale dello Stato chiedendo anche di verificare se le aree interessate sono state percorse dagli incendi della zona nel 2003 e quindi sottoposte ad ulteriori vincoli di legge. All'Ente Parco chiedono di attivarsi a fianco dei cittadini e degli ambientalisti per stroncare questo fenomeno dello spietramento. Diversamente in futuro moltissime aree con valenza naturalistico – ambientale saranno trasformate in monotone aree agricole scarsamente produttive. Il vantaggio di breve durata di pochi non deve rivelarsi un disastro ambientale che ricadrà sull’intera comunità del Gargano.

LIPU – Sez. di Foggia
WWF – Sez. di Foggia