Mentre si attende l'esito della gara d'appalto per l'affidamento della gestione del porto turistico, che stando ai termini del bando, si terrà il prossimo 27 ottobre, non si placano le polemiche a proposito dell'insabbiamento del bacino portuale.
Sono determinati ad intraprendere qualsiasi iniziativa, in tal senso, i rappresentanti della «piccola pesca», i gestori di pontili galleggianti per l’approdo di barche
che da diporto, i soci della lega navale, gli armatori di motonavi e catamarani diretti a Tremiti e gli stessi amministratori comunali. Il problema, in effetti, esiste e va facendosi sempre più grave in un contesto, come quello del bacino portuale, dove, a fronte di cospicui investimenti che stanno consentendo la realizzazione del primo, vero porto turistico regionale, non si riesce ad ottenere il finanziamento necessario per dar corso al dragaggio dei fondali, sempre più bassi e pericolosi. Ma l'assurdo consiste anche nel fatto che per una porzione di specchio d'acqua (dove la sabbia ha in sostanza invaso tutto il molo) non solo c'è la disponibilità finanziaria per il dragaggio, ma si è proceduto pure all'appalto dei lavori, solo che da più di un anno di quell'intervento non se ne sa più nulla. I lavori dovevano prendere il via già all'inizio di ottobre, ma ancora nulla. L'insabbiamento, in ogni caso, riguarda un pò tutto il bacino portuale, la cui superficie complessiva ammonta a circa 285 mila metri quadri. Sono quattro, però, le aree più a rischio, e che costituiscono pericolo per la pubblica incolumità, divenute tali in seguito a violente mareggiate verificatesi nei mesi di dicembre del 2004 e gennaio-febbraio 2005. Tali aree sono state localizzate prima dall'Ufficio circondariale marittimo di Vieste e dopo dalla struttura tecnica provinciale dell'Assessorato regionale alle opere pubbliche. La prima area pericolosa riguarda l'imboccatura del porto, tra i moli di testata di sopraflutto e il molo di testata dell'isola di Santa Eufemia, dove è stato rilevato un insabbiamento del fondale di circa due metri e mezzo per una superficie di circa 60 mila metri quadri. La seconda area a rischio di navigazione è stata individuata in corrispondenza del molo di testata dell'approdo dei pescherecci (molo San Lorenzo), dove si è rilevato un insabbiamento del fondale di circa due metri per una superficie di 15 mila metri quadri circa. Al centro dello specchio d'acqua portuale, è stata individuata la terza zona critica, con un insabbiamento di circa due metri e mezzo ed una superficie di circa 10 mila metri quadrati. L'ultimo punto pericoloso e quello in corrispondenza del molo sud-est, dove insistono l'attracco passeggeri, gli approdi per la piccola pesca, i pontili galleggianti destinati alla nautica da diporto, la stazione carburanti, la sede della Lega navale, gli attracchi per i mezzi di soccorso della guardia costiera. In questa zona, che tra l'altro è quella più in vista, poiché la sabbia, per un tratto, ha addirittura formato una spiaggetta, l'insabbiamento medio è di circa un metro e mezzo per una superficie complessiva di 20 mila metri quadri. Secondo i tecnici dell'Assessorato regionale alle opere pubbliche, occorre necessariamente provvedere al dragaggio dei fondali, poiché essi, nello stato in cui si trovano, presentano imminente pericolo per la navigazione e per la manovra dei numerosi natanti che il porto ospita.