Bilancio agrodolce del primo anno dopo l’accorpamento, tra disincanto e progetti. Il rammarico del commissario Troiano: “non sono riuscito a far dialogare l’ente con i tre distretti”.E’ trascorso un anno dall'Asl Foggia, dallo storico avvento dell'Azienda sanitaria provinciale deliberato in ragione della non più rinviabile contrazione delle spese (che a quanto pare non c'è stata, l'ente viaggia sui 100 milioni di perdita complessiva). E' trascorso un anno dall'Asl Foggia mutuata a tempo di record nell'Asl dei 3 macro – distretti (Foggia, San Severo e Cerignola), le cabine di regia che avrebbero dovuto supplire alla mancanza delle Asl Fg1, Fg2 e Fg3 e che invece sembra stiano facendo registrare la loro mancanza. A1 punto che il commissario straordinario, Donato Troiano, ammette di provare un solo rammarico dall'accettazione dell'incarico ad oggi. “Non essere riuscito a far dialogare l'azienda coi distretti, tutte le volte che ci siamo messi in contatto è stato su iniziativa della direzione generale. Ma non per un qualche demerito dei subcommissari, quanto invece per la cronica carenza di dialogo tra i vertici strategici dell'ente. E' un difetto che dobbiamo , correggere, perché i distretti sono vitali per un sistema sanitario come quello che stiamo costruendo”.
IL BILANCIO – E' trascorso un anno anche dall'arrivo di Troiano, che da commissario dovrebbe essere promosso a direttore generale salvo passare per l'approvazione (del suo operato, s'intende) da parte della giunta regionale. “Credo che un procedimento così complesso, come quello dell'accorpamento di un'azienda sanitaria – spiega – richieda necessariamente un po' di tempo per essere assimilato, per cui valutazioni sulle eventuali disillusioni e sui grandi progetti ancora in cantiere possono lasciare il tempo che trovano”. Tuttavia sul tappeto resterebbero almeno un paio di perplessità, a cominciare dall'eccessiva fretta che battezzò la nascita delle Asl provinciali (la legge regionale che le istituì è datata 26 dicembre 2007) per passare alla percezione di una maggiore distanza tra i cittadini e i nuovi organismi (al punto che Marche, Toscana ed Emilia avrebbero ripensato gli originari intenti di procedere anche loro all'unificazione). “Il fatto della maggiore distanza degli utenti potrebbe soltanto essere una percezione, peraltro non suffragata dai dati di cui invece disponiamo. Molta gente è convinta di questo allontanamento, io dico solo che 1'Asl è divenuta un solo e grande punto di forza e di riferimento: serve sponsorizzare questo concetto, altrimenti sì che potrebbe allontanarsi. Per quanto riguarda la presunta fretta di un provvedimento preso a Santo Stefano – aggiunge il commissario – ritengo che decisioni così coraggiose vadano prese senza indugiare più di tanto. Se uno è veramente convinto di quello che fa e della bontà del suo progetto, perché aspettare una maturazione più lenta e meditativa”.
GLI ORIZZONTI – Forse lo spartiacque di questo primo mandato si può definire la lettera recapitata a Troiano dall'assessore regionale Elena Gentile, in cui il commissario veniva indicato “scolaro che si applica ma potrebbe fare di più”. E Troiano ribadisce. “Mi ha ferito molto, sul piano personale. Su quello professionale, il mio dovere istituzionale è quello di rendere conto solo alla giunta”. Per il resto il progetto va avanti, con molti debiti, con pochissime risorse ma con l'incrollabile fiducia di proporre un disegno nato di fretta ma non per questo malato in origine. “Abbiamo tutte le intenzioni e le motivazioni per continuare, per migliorare i servizi e potenziarne l'offerta – sostiene Troiano-. Continuo a difendere la bontà del progetto, la sua utilità non solo sul piano della razionalizzazione economica ma anche su quello della pianificazione territoriale”. Già, ma se in questo momento – per assurdo – venisse chiesto alla Capitanata cosa ne pensa dell'Asl e degli Ospedali riuniti, la sensazione è che potremmo vederne delle belle.