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«Facciamo c he il 2008 sia l’anno della sicurezza sul lavoro»

E' stato finalmente pubblicato il decreto che definisce le modalità di erogazione del "bonus incapienti" previsto dal collegato alla Finanziaria."Vogliamo fare del 2008 l’anno della sicurezza sul lavoro: senza manifestazioni retoriche, senza convegni ma concentrandoci su attività, innovazioni e risultati, come è nella cultura degli imprenditori italiani". E’ il leader di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, nella lettera di auguri inviata ai presidenti delle associazioni del sistema, a promuovere così l’impegno degli imprenditori a favore della sicurezza sul lavoro. "Sono convinto – prosegue – che in materia di sicurezza sul lavoro non si faccia mai abbastanza, nel senso che innovazioni e miglioramenti sono sempre possibili. E a noi spetta fare tutto quanto è in nostro potere. Ma voglio anche dire con la stessa chiarezza che non siamo disponibili nè ad accettare nè a subire alcuna strumentalizzazione". L'obiettivo di garantire la massima sicurezza, infatti, per Montezemolo, "potrà essere raggiunto se al nostro impegno si affiancherà un disegno condiviso fra istituzioni, imprese e sindacati, senza inutili contrapposizioni. Il lavoro non sicuro rappresenta una minaccia alla convivenza civile. E’ per questo che abbiamo sempre condiviso la lotta al lavoro nero e all’economia sommersa dove si registra gran parte degli incidenti sul lavoro e dove il mancato rispetto delle norme di sicurezza viene usato come elemento di concorrenza sleale". Per questo gli industriali, nel prossimo incontro con il governo a gennaio proporranno "un’azione forte e comune basata soprattutto sulla prevenzione".
Tre le linee di intervento della proposta: la prima basata sulla formazione per la quale occorre un "piano straordinario" che coinvolga tutti i lavoratori per far crescere la cultura della sicurezza con particolare attenzione per i soggetti meno preparati, come i giovani al primo impiego o i lavoratori stranieri".
La seconda è la consulenza alle imprese ed ai lavoratori, "utilizzando una parte delle ingenti risorse che le aziende versano all’Inail".
La terza , infine, è una "vera" collaborazione fra pubblico e privato "per individuare insieme forme e strumenti che aiutino imprese e lavoratori per una più efficace applicazione delle norme sulla sicurezza", oltre all’unificazione dei vari soggetti pubblici che si occupano a vario titolo di sicurezza sul lavoro "per evitare duplicazioni e sprechi e ci si possa concentrare sulle cose da fare".