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Il ridimensionamento del Parco per il sindaco di Peschici è una “bufala”

“La vicenda del ridimensionamento del Parco del Gargano di 17mila ettari, nasce un paio d’anni fa, è vedeva in prima linea le città di Monte Sant’angelo (che per questo si beccò una delle venti bandiere nere di Legambiente), Mattinata, Vico del Gargano, Vieste e S. Giovanni Rotondo. Tutto cominciò dal cambiamento del vento all’interno della dirigenza del Parco , il centro destra ha voluto cambiare tutto imponendo le proprie ideologie.L’iniziativa partì da Nicandro Marinacci, che fungeva da presidente, che inviò a tutti i sindaci una lettera ufficiale che ‘apriva ufficialmente la caccia al taglio del Parco’. Se ora è ancora tutto fermo a è perché l’iter è molto lungo è deve passare perfino dal Presidente della Repubblica, ma se il tutto fosse stato più snello ora il Parco sarebbe già stato ridimensionato”. Queste le dure dichiarazioni di Franco Salcuni, referente provinciale di Legambiente, in merito alla vicenda della volontà di alcune amministrazioni di ridimensionare il Parco del Gargano. Tra gli stessi sindaci principali attori in passato, ora è un’altalena di opinioni più o meno allineate tra loro, ma molto distanti dalle notizie rivelate da Salcuni, anche se si gioca più a nascondersi che a portare alla luce questa scottante verità. “Non mi risulta questa notizia- dice Francesco Tavaglione sindaco di Peschici- non riesco neanche ad immaginare quali Comuni possano aver avanzato una proposta simile. So solo che il mio Comune ha fatto richiesta per rafforzare l’area protetta. Una piccola modifica che permetterà l’inserimento del Santuario della Madonna di Loreto, affinchè per quest’area ci possa essere più tutela-e prosegue-Non riesco a capire perché questa notizia non è balzata agli onori della cronaca. Invece è uscita la pseudo notizia del ridimensionamento dell’area del Parco. Questo ente procaccia attività che significano economia da cui si trae beneficio. Se ora abbiamo un momento difficile le colpe non sono tutte dell’attuale dirigenza del Parco, e questa notizia del ridimensionamento dei confini, mi sembra un ragionamento pretestuoso per attaccare Gatta, in odore di commissariamento- e conclude- l’unico episodio di richiesta di ridimensionamento dei confini del Parco che ricordo è quella di Rignano Garganico una decina di anni fa, quando al timone del Parco c’era Matteo Fusilli, e riguardava l’estromissione di una cava dimessa che non aveva alcun valore dal punto di vista ambientale”. “A prescindere da chi scrive, questa vicenda non mi interessa- dice Carmine D’Anelli sindaco di Rodi Garganico- Questo è un momento particolare che sta vivendo il Parco e non servano polemiche sterili-e aggiunge-il Parco deve essere in funzione di chi lo vive, ed il discorso di ampliamento o restringimento diventa sterile. Comunque non mi risulta che sono state avanzate richieste del genere. Stiamo definendo i confini del Parco, e le variazioni potrebbero riguardare solo particelle o segmenti. Quando qualcuno ha avanzato al presidente Giandiego Gatta l’ipotesi di variazioni dei confini, lui si è opposto sempre a muso duro, però lui deve sempre accogliere le proposte fatte dai sindaci e far procedere le istanze. Mi riferisco alla richiesta fatta dall’allora sindaco di Rignano Garganico Matteo Auoila, che chiedeva l’uscita dai confini del Parco di una cava dimessa in quanto non costituiva patrimonio storico-artistico-culturale- e sottolinea- La proposta poi arrivò al Ministero dell’ambiente, e fu affrontata serenamente in due incontri a Roma, dove non si approvò la richiesta di Rignano Garganico. Da allora non sono state avanzate altre richieste simili, se non, come ho detto prima, limazioni di segmenti e particelle. Comunque al momento non sto frequentando molto il Parco causa festività natalizie e non sono aggiornato sulle vicende- e prosegue- Tutti i Parchi d’Italia hanno dei problemi, il nostro è non avere mezzi e uomini sufficienti a coprire tutto il territorio. E’ facile addossare le colpe a Gatta, tutti abbiamo le responsabilità, anche chi ha governato in passato. Anzi l’attuale apparato politico non collabora. Abbiamo bisogno di serenità e di ragionare, e i mass media devono cercare di buttare acqua sul fuoco per il bene del Gargano, perché i politici passano nella storia ma il territorio resta”. “Ho letto la lettera dei Acquaviva sul vostro giornale sabato- dice Luigi Damiani sindaco di Vico del Gargano- Non so molto della vicenda del ridimensionamento, né so se l’amministrazione che mi ha preceduto abbia avanzato tali richieste- e aggiunge- Negli ultimi anni è cresciuta una piccola deriva culturale che fa perdere l’originale progetto di Parco che lavora in sinergia. Prevale il concetto che il territorio è solo proprio e non degli altri, ma il Parco è un bene nazionale di tutti è non possiamo chiuderci a riccio. Poi prevale anche il problema dell’insofferenza ai vincoli. Ci dovrebbe essere meno consenso è più buonsenso, perché le regole, condizioni essenziali veruna persona libera, vengono fraintesi e diventano soffocamento. Dal sistema Parco non emerge nessuno, e forse questo danneggia qualcuno che vuole spiccare come primadonna- e sottolinea-il Parco è il vero attore dello sviluppo se si applica la dinamicità. Con questo non voglio giudicare l’operato altrui, ma forse questa idea di ridimensionamento, nasce anche dalla delusione di alcuni obiettivi mancati e dalla paura di un’aria di crisi. All’interno c’è una sorta di spaccatura che indebolisce l’approccio al Parco”.
Matteo Palumbo