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Rodi Garganico. Insorge la minoranza consiliare

Mentre si discute in ordine alla permanenza o meno del Comune di Rodi Garganico nell’ambito della Comunità Montana del Gargano, come recentemente proposto anche dal primo cittadino Carmine d’Anelli, nel frattempo fa discutere la delibera adottata dal consiglio comunale della stessa cittadina garganica lo scorso 30.11.2007, con la quale sono stati nominati i rappresentanti in seno alla Comunità Montana del Gargano.Ed infatti, i consiglieri di minoranza del Comune di Rodi Garganico, Concetta Bisceglie, Pino Veneziani e Domenico De Meo, unitamente a Nicola Pinto (attualmente sospeso dalla carica), hanno proposto ricorso innanzi al T.A.R. Puglia, con il patrocinio dell'avv. Domenico Fasanella, avverso la suddetta delibera del Consiglio comunale.
I suddetti consiglieri lamentano che la maggioranza di governo del Comune, guidata dal sindaco Carmine d'Anelli, ha impedito alla minoranza di eleggere il proprio legittimo rappresentante, accaparrandosi tutti e tre i consiglieri assegnati al Comune di Rodi, laddove invece la legge prevede l'attribuzione alla minoranza di un consigliere comunitario (contro i due della maggioranza); in particolare, la maggioranza uscita vittoriosa in occasione delle ultime elezioni amministrative del 26 e 27 maggio 2007, composta da dodici componenti, sarebbe riuscita ad evitare che la minoranza  eleggesse il proprio rappresentante facendo ricorso ad un clamoroso escamotage politico, consistito nel fingere una dissociazione di quattro componenti della stessa maggioranza (Michele Azzellino, Maria Voto, Libero Mario Carnevale e Lazzaro Pupillo), che nel corso della seduta del consiglio comunale del 30.11.2007, proprio pochi minuti prima della votazione dei suddetti rappresentanti in seno alla Comunità Montana, hanno improvvisamente comunicato di costituire un autonomo gruppo di minoranza, pur esprimendo apprezzamento per “l'impegno” profuso dal Sindaco d'Anelli e per «i risultati raggiunti con varie opere e non ultimo il Porto turistico, vanto di tutto noi…», e ciò in quanto non condividerebbero «l'applicazione dello strumento programmatico», che ad avviso dei suddetti consiglieri dissidenti non corrisponderebbe a quello “enunciato” dallo stesso Sindaco; gli stessi dissidenti si sono quindi riservati di valutare «volta per volta se votare a favore o contro».
Subito dopo la dichiarazione di avvenuta costituzione di tale nuovo gruppo di minoranza, la maggioranza capeggiata da d'Anelli, rimasta in appena otto componenti (sui 17 consiglieri che compongono l'intero consiglio comunale), ha proceduto ad eleggere i propri due rappresentanti comunitari (scelti nelle persone dello stesso Carmine d'Anelli e di Salvatore de Felice), mentre il nuovo gruppo di minoranza ha fatto confluire i propri voti su uno dei citati dissidenti (Libero Mario Carnevale), che ha riportato quatto voti; il gruppo di opposizione, invece, composto da cinque componenti e capeggiato da Nicola Pinto (assente in occasione della suddetta seduta del 30.11.2007 a causa di concomitanti impegni politici), ha votato per lo stesso Nicola Pinto, che pure ha riportato quattro voti, ex aequo con il dissidente della maggioranza Mario Libero Carnevale; a questo punto, a parità di voti tra Carnevale e Pinto, il consiglio ha eletto quale rappresentante della minoranza il più anziano anagraficamente tra i due, e dunque Carnevale (quest'ultimo essendo nato nel 1924, mentre Nicola Pinto è nato nel 1947).
Da qui la reazione del gruppo di minoranza di Pinto, che ha proposto ricorso al T.a.r. Puglia avverso la suddetta delibera e che rivendica il proprio rappresentante nell'ambito della Comunità Montana, ritenendo di essere stata ingiustamente defraudata dalla maggioranza, che attraverso l'espediente della “finta” dissociazione di quattro suoi componenti ha ottenuto il proprio scopo di impedire l'altrimenti certa riconferma di Nicola Pinto in seno all'Organo Rappresentativo della Comunità Montana.
«La minoranza non si costituisce da un giorno all'altro, a seconda delle convenienze del momento – afferma Concetta Bisceglie, consigliere di minoranza del gruppo di Pinto (lista civica “Rodi che vogliamo”) – in quanto i gruppi di maggioranza e di minoranza sono quelli che escono dalle urne, e quindi decisi dalla volontà popolare espressa in occasione delle ultime elezioni amministrative, senza che si possa far dipendere da calcoli politici dell'ultim'ora, al solo scopo di eliminare dalla Comunità Montana un avversario politico ritenuto “scomodo”; insomma la maggioranza è costituita dal gruppo che ha vinto, e la minoranza dal gruppo uscito sconfitto nell'ultimo confronto elettorale, senza che in tale campo possano configurarsi manipolazioni di sorta; riteniamo, pertanto, di avere valide ragioni per impugnare una simile delibera, che ha privato l'unica ed effettiva minoranza del Comune di Rodi Garganico del suo legittimo rappresentante in seno alla Comunità Montana».
Non solo, prosegue Concetta Bisceglie, ma «qualora si volesse prendere sul serio la costituzione di un tale nuovo gruppo di minoranza, dissociatosi dalla maggioranza, si avrebbe la clamorosa conseguenza che a questo punto non esiste più una maggioranza nel consiglio comunale di Rodi Garganico, in quanto la maggioranza si è ridotta ad appena otto consiglieri, contro i nove della minoranza (5+4 dissidenti), con la conseguenza che la maggioranza non ha più i numeri per governare; se così è non resta che prendere atto di tale situazione ed andare a nuove elezioni…».
«Quanto, poi, all’ultima dichiarazione fatta dal Sindaco nei giorni scorsi, volta a promuovere l’auto esclusione del Comune di Rodi dalla Comunità Montana, è singolare riscontrare come una tale proposta sia stata formulata dal primo cittadino appena pochi giorni dopo la presentazione del suddetto ricorso al T.a.r., ed ha tutta l’aria di essere dettata soltanto dalla finalità di eludere la pronuncia dei giudici amministrativi, e non già da ragioni di carattere politico, che francamente nemmeno si comprendono. Come si spiega, infatti, questo improvviso e solerte cambiamento di fronte del primo cittadino, dopo che il Comune di Rodi è stato tra i primi comuni del Gargano a nominare i propri rappresentanti in seno alla Comunità Montana? In realtà la sua unica preoccupazione è soltanto che Pinto possa un giorno ritornare in sella alla Comunità Montana, una volta superati i suoi noti problemi giudiziari, cosa che, anzi, ci auguriamo tutti che avvenga presto».