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NOI LICEALI DI PESCHICI, TRA DESIDERIO DI FUGA E VOGLIA DI CAMBIARE

Gli studenti delle classi I e V A del Liceo Scientifico di Peschici

Chi dice che i giovani di oggi non hanno opinioni e vivono divorando immagini al computer o
messaggiando con i cellulari? Se noi adulti,qualche volta, ci fermassimo a ragionare con loro, ci renderemmo conto che hanno le idee chiare su ciò che vogliono, su ciò che manca e soprattutto sanno indicare dei colpevoli. A scuola si studia, si impara, ma soprattutto si dialoga e ci si conosce. Anche noi docenti ascoltiamo e spesso ci fermiamo a riflettere su un’osservazione di un alunno o su una sua richiesta particolare. L’informazione è entrata in classe attraverso la lettura del quotidiano, che permette di affrontare argomenti di attualità e sviluppare un certo spirito critico. I ragazzi del liceo scientifico di Peschici, coordinati dal prof. Angelo Piemontese, si sono cimentati nella stesura di un giornale d’Istituto dal titolo “Ottoetrenta”, che tra le tante rubriche culturali tiene d’occhio anche la realtà locale, pungolando le istituzioni e diventando l’anima critica e genuina di un paese assopito. Abitiamo a Peschici, dunque parliamo di Peschici, paese incantevole? I ragazzi rispondono di no! Scaturisce un dibattito con gli alunni delle classi I e V A  e alla domanda :” sei contento di vivere a Peschici o preferiresti andar via? “Le risposte sono orientate sulla fuga, opportunamente motivata.
                                                                                                                          prof.ssa Grazia Silvestri

Noi giovani di Peschici, futuro della società, vogliamo scappare dal nostro paese per andare in una grande città. Lo ammetto, siamo un po’ troppo esigenti, ma a Peschici mancano davvero tante cose, per esempio un campo sportivo idoneo, un pronto soccorso ben attrezzato e addirittura una scuola superiore (le aule del nostro liceo sono ubicate in appartamenti privati!). A Peschici mancano anche vie d’uscita e durante l’incendio ce ne siamo accorti: l’unica via d’uscita è stata il mare. Manca anche un porto. Siamo rimasti ai tempi dei nostri nonni, quando per raggiungere un’imbarcazione di media stazza ci si doveva far accompagnare da un pescatore con la barchetta a remi (nel 2008 la situazione non è cambiata!!). Peschici è un paese dove regna l’abusivismo, che viene ignorato dalle autorità. L’architettura è molto povera e sono stati fatti interventi edilizi non idonei all’ambiente, come le tettoie di legno, tipiche del Trentino Alto Adige. Noi giovani fino a qualche tempo fa eravamo totalmente ignorati, ma in questi ultimi anni esprimiamo i nostri pareri attraverso il giornalino scolastico “Ottoetrenta”. Peschici è un bellissimo paese d’estate, ma d’inverno regna il “torpore”…
ANTONIO VIGILANTE IA

Sono una ragazza di 14 anni e sono scontenta del mio paese. C’è delinquenza, mancano le strutture per i giovani. La mia scuola occupa delle stanze di un bed and breakfast .Nel mio paese gli adolescenti come me si annoiano,perché gli stimoli a fare qualcosa di divertente mancano. ”Volete sapere come passiamo il nostro tempo libero?” Vedendo una partita al campo sportivo (se non piove, e se non lo troviamo allagato) o ammucchiandoci nell’unica sala giochi del paese (perlopiù frequentata da maschi o da gente poco raccomandabile); in villa o sul belvedere del paese a parlare del più e del meno. Ci può bastare questo? Io credo proprio di no. Peschici è un paese che pensa ad arricchirsi e non pensa al futuro dei giovani,anzi li ignora,dicendo loro solo bugie. Chi ci amministra non ci pensa e non fa nulla per noi. Restare a Peschici significa fare uno di questi mestieri: muratore, casalinga, pescatore…Si, sono tutti lavori onesti, i miei genitori li fanno… Però quale ambizione potrei perseguire rimanendo in paese dopo aver conseguito una laurea?
DONATELLA DI MILO IA

Sono una ragazza di 14 anni e me ne andrei da Peschici perché non ci sono strutture per i giovani. Peschici vive per il turismo solo l’estate, mentre c’è bisogno di lavoro anche per l’inverno e chi viene a visitare il Gargano nei mesi invernali non si ferma a Peschici, ma a Vieste o a Rodi Garganico, perché sono più dotati di servizi e infrastrutture. Basta vedere il porto di Vieste o quello in costruzione a Rodi, che possono ospitare centinaia di barche di diverse dimensioni! Oltre a questo Vieste ospita ogni estate un festival del cinema con attori e registi molto famosi, mentre Peschici ospiterà per la terza volta in 8 anni……. Il “Giro D’Italia”!
FRANCESCA CAROPRESE IA

Peschici è un minuscolo paese che d’estate pullula di turisti e sembra una vera città,ma d’inverno sembra cadere in letargo. L’ospedale più vicino è a circa 80km di distanza, cioè a San Severo, con la macchina si impiega un’ora, che potrebbe costare la vita di un malato! Doveva essere completata la superstrada che collega l’autostrada fino a Vieste… Il nostro parco giochi potrebbe essere chiamato “centro drogati”, viste le siringhe che si trovano. Quale genitore farebbe andare a giocare lì i suoi figli? C’è un centro polisportivo, ma si trova a ben 3km di distanza dal centro abitato,come fa un bambino ad arrivarci? Ci vorrebbero dei pulmini…….. Ecco perché andrei via da Peschici.
GIUSEPPE DE NITTIS IA

Rimarrei a Pèschici perchè bisogna combattere per avere ciò che ci manca.
Rimarrei a Pèschici per cambiare la gente.
Rimarrei a Pèschici per condividere le gioie e i dolori degli altri.
Rimarrei a Pèschici perchè andar via significherebbe arrendersi.
Rimarrei a Pèschici perché i problemi sono dovunque e quindi perchè lasciare i nostri e accollarci quelli degli altri?
Rimarrei a Pèschici perché qui sono sempre vissuto, qui sono sepolti i mie cari e qui voglio morire.       
MICHELE DE NITTIS IA

Il nostro paese è un luogo di mare. L’estate ci sono moltissimi turisti da tutto il mondo, arrivato l’inverno le strutture chiudono e noi giovani ci troviamo senza nulla da fare (escludendo il campo sportivo, quando si può utilizzare, non abbiamo altro). A noi ragazzi di Peschici queste cose mancano molto, non abbiamo un posto dove radunarci e stare in compagnia di altri ragazzi. Se le autorità non si impegneranno a costruire impianti sportivi e luoghi riservati ai ragazzi, compresi tra i 14 e 18 anni, tra una decina d’anni il paese si ritroverà a vivere senza giovani. A noi piacerebbe moltissimo uscire dal nostro paese per conoscere grandi centri abitati.
Matteo:io vorrei andare a Milano, perché ho già un’abitazione, vorrei provare l’università, continuare il conservatorio e diplomarmi in chitarra.
Nicola: io vorrei abitare a Bologna o in Austria, mi piacerebbe lavorare di notte in qualche bar o pub; insomma provare altre realtà.
NICOLA D’AMATO – MATTEO OTTAVIANO IA

Sono un ragazzo di 14 anni, per capire come gira il mondo ne ho ancora pochi,ma ho già capito com’è Peschici e non vedo l’ora di andare via. Il fatto delle strutture mancanti è evidente,ma sarei banale e ripetitivo nel motivare questo fatto come una causa per andare via. Il detto “volere è potere” in questo caso è esatto come non mai, quindi dipende tutto da noi. Io voglio andare via per una serie di motivi: a Peschici quando viene l’inverno si assiste a un cambio,non solo climatico, ma anche comportamentale. Il clima di Peschici, da caldo e festoso si trasforma in chiuso e freddo, mettendo una grande malinconia. Gli  anziani, ma anche certi giovani, hanno vedute molto ristrette e non accettano il nuovo che avanza. Purtroppo stiamo andando verso una lenta involuzione e non voglio fare il menagramo, ma a Peschici sarà inverno non 3 ma 12 mesi all’anno! I turisti in futuro non verranno più in un paese dove manca tutto. I peschiciani, pensano solamente ad accumulare soldi, arrivando anche a usare la violenza. Anche se le autorità del paese lo smentiscono, a Peschici c’è molta delinquenza. Ogni giorno si sentono notizie di violenza, non ultima una sparatoria in una via centrale del paese e l’incendio di cinque magazzini in legno, per i pescatori, costruiti di recente.
DI SPALDRO PIETRO IA

Peschici è un paese posto su una rupe del promontorio del Gargano, che vede alba e tramonto, sul mare Adriatico. Nell’ ultimo decennio è diventato famoso ed è apparso sulle prime pagine dei più grandi giornali italiani per la vincita al superenalotto, che ha portato nelle tasche dei peschiciani ben 63 miliardi di lire! Poi nel 2000, è arrivato il giro ciclistico d’Italia, ritornato poi nel 2006. Fin qui tutto bene… Ma il 24 luglio 2007 abbiamo toccato il fondo! Un incendio di natura dolosa ha distrutto parte del litorale Peschici – Vieste bruciando campeggi, lidi, qualche struttura alberghiera e tanti e tanti alberi e arbusti dell’incantevole macchia mediterranea. Peschici purtroppo è sopraffatta dall’ignoranza e dalla scarsa volontà dei peschiciani di cambiare le cose. Per esempio si poteva costruire un porto migliore; il nuovo liceo doveva essere iniziato ad ottobre scorso e ancora non c’è niente, anche la
scuola elementare doveva essere ristrutturata entro Natale ed è ancora chiusa per lavori. Quando avevo un anno mi sono trasferito a Genova, per motivi di lavoro di papà, e ci sono rimasto quattro anni, perciò avendo provato la vita di città, devo dire che non mi piace, ma se devo realizzarmi devo uscire dal mio paese.

FASANELLA GRAZIA VA

Peschici, dal punto di vista paesaggistico, geografico-ambientale è una località da molti sognata come residenza ideale. Sappiamo infatti come la vita di città sia caratterizzata da stress giornalieri quali traffico e lunghe distanze. Quello che più mi mancherà, quando sarò costretta ad emigrare per proseguire gli studi, sarà sicuramente il mare, che evoca in me molti ricordi d’infanzia ed è stato un compagno della mia infanzia. Data la scarsità dei servizi pubblici e di strutture e aree per bambini ed adolescenti, soprattutto nel periodo invernale (giardini, centri sportivi, oratorio, ecc…) negli studenti del posto nasce il prorompente bisogno di fuggire via. Personalmente, fino a qualche anno fa, appoggiavo questo pensiero, ma arrivata all’ultimo anno del mio corso di studi qui a Peschici ho compreso che non bisogna scappare. Non vi sono mai stati ragazzi o ragazze del posto, che una volta laureati, sono tornati con lo scopo di incentivare la crescita del proprio paese… Ma perché non arricchire e far crescere il Mezzogiorno che ha molto da dare, e ha bisogno di persone capaci di saper valorizzare le sue risorse e di crearne altre? A Peschici manca una classe dirigente, che deve essere costituita dalla moltitudine di laureati peschiciani che hanno scelto di rimanere fuori.
UMBERTO PUPILLO IA

Sono una ragazza giunta alla maturità e che a settembre sicuramente dovrà prendere una decisione molto importante, scegliere cosa fare della sua vita nel campo lavorativo e io per questo preferirei andare via da Peschici, per crescere culturalmente e in futuro, spero non molto lontano, tornare per portare un po’  della cultura acquisita nel mio paese. Secondo me la cultura è la cosa che bisognerebbe far crescere di più in questi piccoli paesi. Infatti questo si nota a Peschici, paese bellissimo per quanto riguarda il paesaggio, ma meno bello per l’ignoranza che lo attraversa.
SCIANNAMEA GIUSEPPINA VA

Me ne andrei da Peschici per il semplice motivo che al di fuori di questo piccolo paese verrei a contatto con gente completamente diversa, con modi di ragionare differenti, culture e abitudini del tutto opposte alla mia, gente con cui non ho mai avuto modo di potermi confrontare. Rimanere a Peschici vorrebbe dire andare incontro ad un futuro privo di opportunità in qualsiasi campo, soprattutto lavorativo. Purtroppo il paese sta degradando a sfavore non solo di noi giovani di oggi, ma anche delle generazioni future.
SIMONA GALLO VA

Sono una ragazza di diciotto anni prossima alla maturità. Dicono che la scelta di vita di questa età sia un passo importante che forma e segna il destino di una persona . Io penso d’aver preso la giusta decisione, perché mi son posta degli obiettivi da raggiungere e per far si che li realizzi dovrei restare a Peschici. Sinceramente non sono concorde con il pensiero dei miei coetanei, cioè di fuggire dalla nostra realtà, così facendo aumentiamo i problemi del paese che diventano irrisolvibili, perché sempre nelle stesse mani. La mia scelta è quella di costruire una famiglia serena ed unita in un paese tranquillo e proiettato verso il futuro. Ho provato ad andare a vivere in una città, però non fa proprio al caso mio! Caos, stress sono tutte le caratteristiche che non mi fanno vivere bene.
SIMONA VECERA VA

Al di là dell’affetto che mi lega al mio paese, al di là anche dell’aspetto paesaggistico o ambientale, che sicuramente è unico, analizzando le cose dal punto di vista sociale, siamo un paese arretrato. Io personalmente mi sono sempre trovato bene a Pescara e penso che non avrei problemi a trasferirmi. Pescara, pur essendo una città fredda offre più possibilità e stimoli di quanti ne offra il mio paese. Lì si respira cultura nell’aria, mentre nel mio paese si respira solo la puzza… Del bruciato!
RONCONE MICHELANTONIO VA

E’ davvero difficile, ora che siamo vicini agli esami, parlare del futuro. Sicuramente, noi giovani che facciamo parte di una piccola comunità come quella di Peschici, dopo gli esami saremo costretti ad emigrare nei centri universitari. Dopo l’università a chi non piacerebbe tornare nella propria casa, tra i propri famigliari ed amici, nel proprio paese, per lavorare serenamente? Ma è nel lavoro che ci sono i problemi per i giovani di Peschici. C’è un altro dato rilevante, che gioca a sfavore del mio paese, la forte corruzione e le raccomandazioni. Lavora chi è vicino all’amministrazione comunale o a chi conta, e quelli come me, che vengono da una famiglia modesta e di onesti lavoratori, a chi dovranno “votarsi”?

MASTROMATTEO ELIA VA

A dir la verità, io non me ne andrei mai da Peschici, perché avendo vissuto per oltre dieci anni in un’altra città, non mi sono sentita mai a mio agio, perché mi mancava la famiglia d’origine. Infatti il mio sogno è stato sempre quello di restare in questo piccolo paese, dove ho tutti i miei amici d’infanzia, i miei zii, i miei nonni, i miei cugini, ma specialmente il mio fidanzato!
DILETTA RAPACCIUOLO VA

Peschici è il paese in cui ho vissuto fin dall’infanzia, nel quale ho trascorso l’adolescenza e i momenti più significativi della vita. Direi che preferirei andarmene… Ma “preferirei” non so se sia il termine più adatto, perché per proseguire gli studi devo andare via per forza. Magari con qualche nostalgia, ma sicuramente anche con impazienza e curiosità di conoscere nuove realtà.
LOMBARDI CHIARA VA

Questi sono i nostri ragazzi e queste sono le loro esigenze e le loro richieste ad amministrazioni, che a tutt’oggi, si dedicano di più all’arte di fare politica, che ad una pratica seria e propositiva, per far decollare questo, ahimè! “Umiliato e offeso” angolo di paradiso. Augurandoci che questo decollo non arrivi con i tempi della politica… Continuiamo a sperare.