Rimboccarsi le maniche e avere tanta pazienza. Questo l'invito che il sindaco di Peschici, Francesco Tavaglione, rivolge agli imprenditori turistici peschiciani a seguito della doccia gelata dei risarcimenti che il Gargano non avrà per rimediare ai danni subiti dal devastante incendio del 24 luglio 2007.
Dopo che il consiglio comunale di Peschici ha detto «sì» alla proposta del sindaco di affidare ad un pool di avvocati la complessa e articolata questione, altri passi ufficiali non se ne potranno compiere. Nel corso della seduta consiliare di mercoledì sera sono volate parole grosse fra maggioranza e opposizione, ma tutti sembrano comunque aver chiara l'idea che il responsabile principale di questa situazione sia il Dipartimento nazionale della Protezione civile che non ha inviato in tempo la domanda. Da Roma, infatti, sul tavolo del responsabile della Commissione europea incaricato di valutare la richiesta dei Paesi comunitari di poter accedere ai fondi di solidarietà in caso di incendi boschivi subiti, sarebbe stata inviata una documentazione incompleta e con ritardi elefantiaci. Nella comunicazione del direttore generale della Commissione europea datata 29 ottobre e protocollata soltanto i17 dicembre dagli Uffici della protezione civile, è detto a chiare lettere il perchè la Comniissione europea non poteva consentire alle nove regioni italiane (Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia), i cui territori era stati interessati dagli incendi, di accedere ai benefici previsti dall'Unione europea in caso di disastri ambientali. Dopo aver ribadito che l'articolo 4 del regolamento del Consiglia comunitario (normativa risalente al 2002) stabilisce che ogni richiesta deve essere sottoposta alla commissione entro e non oltre dieci settimane dalla data del primo danno causato dal disastro, fa un dettagliato elenco delle insufficienze contenute nella relazione di richiesta partita da Roma. Per quanto riguarda la Puglia, si legge che "la richiesta relativa agli incendi della foresta andava inviata entro dieci settimane dal primo incendio sul Gargano che risale al 21 luglio 2007". Nel caso in specie la richiesta non si riferisce a un solo avvenimento, ma ad una serie di fatti analoghi avendo come comune causa fondamentale l'incendio. Per quanto riguarda il Gargano (una serie di incendi boschivi dovuti a caldo eccezionale e condizioni metereologiche non piovose), non è possibile scegliere la data di inizio liberamente, mentre si escludono un numero di eventi che riassumano le cause. Per la Puglia che sta in buona compagnia con l'Abruzzo, le richieste furono presentate dopo la scadenza delle dieci settimane. Il Consiglio comunale ha perciò dato mandato al sindaco e alla giunta di procedere alla nomina dei legali, il cui compito, sarà, specificatamente, quello di trovare il bandolo della matassa, in poche parole, capire a chi far risalire la responsabilità su ritardi e incompletezza della documentazione. Soltanto dopo questa esplorazione, l'amministrazione comunale deciderà il da farsi. Tempi che, comunque, non potranno non essere brevi. Il sindaco ha già preannunciato che, in caso fossero accertate responsabilità precise, non farà sconti a nessuno, men che mai a Governo e Regione. Scontato, a questo punto, che gli imprenditori turistici dovranno, nel frattempo, rimboccarsi le maniche e contare soltanto sulle loro risorse, ma anche datarsi di una buona dose di pazienza.