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Le giunte parallele ultimo parto delle Regioni

Malgrado ciò il 13 marzo il consiglio regionale della Lombardia, ha approvato lo «Statuto d’autonomia», un «modello lombardo» a «federalismo differenziato», con lo Stato che però deve finanziare Malpensa.Il consiglio regionale, composto da 80 consiglieri, si proclama ad «autonomia completa» e quindi istituirà «uffici e organismi», una «Commissione garante dello Statuto, organo autonomo e indipendente» (ma cos’è un Consiglio nel Consiglio?), un «Difensore regionale» oltre tutti gli Enti paralleli, collegati, subregionali, di consulenza ecc. ecc. Manca un bel Mister Prezzi lumbard ! La giunta non è da meno ed il governatore «può nominare fino a quattro sottosegretari» con indennità.
Nel mentre l’economia va in tilt e la recessione viene considerata più probabile del sole ad agosto, è straordinario constatare come continui e si esalti la follia burocratica o degli apparati. Tutti i consigli regionali vogliono creare giunte parallele con qualche competenza da gestire, le giunte potenziano gli apparati di supporto: il Molise ha già un sottosegretariato alla Presidenza della giunta, la Basilicata il «Difensore», la Puglia, più tranquilla, si sta avvitando sommessamente in una serie di nuovi organismi, la Sicilia viaggia su binari incontrollabili.
In Campania centinaia di ordinanze di Protezione Civile, che autorizzavano sempre nuove consulenze, hanno creato il presupposto di contenziosi che non finiranno mai.
Il governo centrale, dal canto suo, tende a stratificare gli apparati, a dare consistenza ad organismi di supporto e di consenso. Tali stratificazioni burocratiche raddoppiano, rallentano, frantumano i processi decisionali.
La demagogia la fa da padrona e le tecnocrazie amministrative rifuggono dalle responsabilità rinviando alla politica ogni decisione gestionale (il contrario esatto di quello che volevano le leggi Bassanini).
Veltroni ha parlato di una «gelatina in cui si affonda» ogni volta che bisogna compiere scelte. Alla tendenza di creare apparati non sfugge nessuna Istituzione: le Università tendono a duplicarsi, a gemmare, a espandersi come uno stanco Impero con troppi aspiranti Imperatori.
L’appello degli scienziati sostenuto dal «Sole24Ore» per maggiori finanziamenti alla ricerca senza chiedere di ridurre le elefantiache strutture burocratiche esistenti si sostanzia nella proposta di un nuovo Ente (Agenzia, Authority) per gestire i fondi con trasparenza , che quindi non pare sia stata assicurata da ministero e Cnr. Dopo Mister Prezzi, Mister Scienza!
Nel nome della ricerca si dimentica che la scuola media e superiore in Italia è allo sfascio ed i risultati del «Progetto Ocse Pisa» dimostrano che nella valutazione di studenti di 15 anni di 25 Paesi l’Italia è agli ultimi posti.
Allora la Scuola non l’Università dovrebbe essere il primo punto nell’agenda del governo. Ma, chiunque vinca, avrà da governare un Paese sgangherato, sfiduciato, appesantito dalle stratificazione degli apparati. Apparati che, come dimostra la «statalista» Lombardia, tendono ad aumentare, mentre si pensa di affrontare la cosiddetta «questione settentrionale» organizzando un nuovo ministero: il ministero del Nord Est!
Eppure al Nord vi è stabilità politica delle Regioni (salvo sorprese leghiste), mentre nel Mezzogiorno si apriranno, subito dopo le elezioni, «questioni meridionali» condizionate da instabili personalismi politici, crisi nascoste anche per le inchieste in corso e il condizionamento di mafia, ndrangheta, camorra.
Restano ancora numerosi Commissariamenti: da ultimo nuove ordinanze per la Sicilia di «Proroga dello stato di emergenza in materia di tutela delle acque» ed «in materia di rifiuti».
Basteranno i tesoretti dei Fondi Comunitari ad allentare le tensioni nelle Regioni meridionali e a reggere l’urto della crisi economico-sociale? Alcune dichiarazioni di assessori alla Cultura ed al Turismo meridionali lasciano intravedere preoccupanti segnali di una politica del consenso clientelare dove finiranno per essere divorati e dispersi gran parte di quei «tesoretti».
Egidio Pani