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Palazzo Dogana, Fitto convocato per far “ragionare” Pepe

Come ampiamente prevedibile, sarà il neoministro agli Affari regionali Raffaele Fitto a chiudere la partita con Antonio Pepe perla definizione della squadra di governo a Palazzo Dogana. Perché le fumate sono an­cora e sempre grigie, dopo le consultazioni con le segreterie dei partiti ed i loro maggiori referenti.
Accontentato Paolo Agostinacchio con la possibile vicepresidenza si sono scatenati Enrico Santaniello, che for­te del suo ruolo decisivo nel ballottaggio ha `sparato’la richiesta di tre as­sessorati; e la nutrita pattuglia dell’Udc, che bruciati i nomi ‘tecnici’­graditi al notaio, ma non quelli indicati daAngelo Cera e Franco Di Giu­seppe -ha calato invece gli assi Mimmo Verile e Bruno Longo, entram­bi seccamente respinti da Pepe. In Forza Italia l’ascesa di Tonio Leone alla vicepresidenza della Camera ha ridimensionato il ruolo del senato­re Carmelo Morra, che non ha molto gradito. Difficile negare un posto in giunta a Stefano Pecorella (fedelissimo di Leone), ma altrettanto dif­ficile non irritare il resto del gruppo. Anche Roberto Ruocco è fermissi­mo sulla propria posizione, un posto in giunta per il suo fedelissimo Ro­mano D’Antonio. L’unico nome che al momento non sembra essere messo in discussione è quello di Antonio Montanino, che può giocare su diverse frecce al suo arco: l’espressione di un territorio bisognoso di considerazione e rappresentanza, rapporti distesi con il Palazzo di Giu­stizia e un buon lavoro all’opposizione durante il mandato di Stallone.