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Vico, tentò di uccidere una ragazza, gli amici adesso gli sono vicini

Michele Mastroiorio condannato a 12 anni. A mente fredda, quando la “giu­stizia" ha emesso la sua prima sentenza, un gruppo di amici crede nell’innocenza di Miche­le Mastroiorio, uno dei tre ra­gazzi ritenuti colpevoli di ten­tato omicidio, oltre che di vio­lenza sessuale di gruppo. Michele Mastroioro, Vincen­zo Bisanzio, entrambi venti­duenni, e Vincenzo Pane di 21 (doveva rispondere del "solo" reato di violenza),
sono stati condannati dal giudice dell’udienza preliminare di Lu­cera, Filomena Mari, rispet­tivamente a 12 e a 4 anni. Il processo per rito abbre­viato alcune settimane fa, a poco più di un anno dai fatti accaduti a Vico la notte dell’8 maggio in una stradina, a po­che decine di metri dal centro del paese. Gli amici sono convinti, de­scrivono Michele Mastroiorio come un ragazzo "socievole, so­lare, generoso, educato", cer­tamente – aggiungono – «caduto in un piccolo buio, come amava dire spesso. Quando finirà tut­to questo incubo dimostrere­mo a tutti come sei realmen­te». I ragazzi ritengono che la condanna che gli è stata inflitta sia ingiusta perchè – spiegano – «neppure a chi uccide danno una pena del genere. Per que­sto chiediamo giustizia». A Michele il gruppo di amici chiede di «avere fede, fede in Dio, nella sua famiglia e nei suoi amici (quelli veri!). Devi capire che, anche se il mondo non sarà per te più come pri­ma, la gente avrà un giudizio negativo nei tuoi confronti, per te saremo, in ogni momento, i tuoi amici o meglio fratelli, persone che ti vogliono bene, che ti sono vicine, e niente e nessuno potrà portarti via, perchè, ricorda, che a vincere sempre nella vita è quel sen­timento che ognuno di noi pro­va verso una persona a cui tiene, a cui è legato». I ragazzi si dicono certi che quando tutto questo sarà sol­tanto un ricordo lontano, Mi­chele saprà rifarsi una vita, e noi – concludono – «saremo qui a darti tutto l’affetto e il co­raggio che ti servirà».
Il fatto. Il giudice ha accolto la tesi accusatoria non solo sulla violenza di gruppo, ma anche sul tentato omicidio. La sera dell’8 maggio, i tre, insieme ad una ragazza, usci­rono da un locale dove si erano intrattenuti per appartarsi, forse per fumare uno spinello. Secondo il pm Vincenzo Bi­sanzio avrebbe tentato di abu­sare della ragazza, ma di fronte alla sua reazione (li avrebbe minacciati di denunciarli), Vincenzo Mastroiorio l’avreb­be colpita con un coltello all’ad­dome. La minorenne riuscì, fortu­natamente, a raggiungere l’abitazione di un farmacista, a poca distanza dal luogo dell’ag­gressione, il quale la soccorse, chiamò i1118 e i carabinieri. La ragazza fu ricoverata in ospedale e, grazie alla sua te­stimonianza, fu possibile ai ca­rabinieri arrestare i presunti autori dell’aggressione. Le indagini vennero condot­te dal pm Claudio Rastrelli e coordinate dallo stesso Procu­ratore capo della Repubblica di Lucera, Massimo Lucianetti. Gli avvocati della difesa Vin­cenzo Palumbo, Giuseppe Ber­gantino, Fiorenzo Mastromat­teo e Venanzio Dandola hanno già preannunciato il ricorso in appello contro questa senten­za.