La gestione del 118 a Foggia finisce nella bufera, con uno scontro aspro tra 1’Asl e le cooperative daune che ieri ha avuto anche uno strascico nell’aula del consiglio regionale. La questione parte da qui: l’Asl di Foggia ha creato – contro il parere del suo stesso collegio sindacale – una società cui affidare in house la gestione del servizio di emergenza. In questo modo – ha spiegato il subcommissario Antonio De Biase – ci saranno «significativi risparmi» nella gestione del servizio. Falso, ribatte la Confcooperative di Foggia. E anzi qualche presidente dì cooperativa lancia l’accusa: l’operazione Sanitàservice si sarebbe svolta sotto le insegne di Rifondazione Comunista, con lo scopo di incrementare il tesseramento a Foggia e provincia in previsione del congresso del partito di Nichi Vendola. Al di là della polemica politica, su tutta 1’operazione pesa come un sasso il parere del collegio sindacale dell’Asl, secondo cui «non esiste alcuna norma (…) che autorizzi l’Asl a costituire una società a responsabilità limitata». Ma l’azienda, che nel 2007 ha accumulato perdite nell’ordine dei 100 milioni di euro, va ugualmente avanti: il 20 maggio prima riapprova la costituzione di Sanitàservice, poi nomina amministratore unico il dottor Antonio Di Biase, subcommissario per la ex Asl Fg/2, manager molto vicino a Rifondazione. L’operazione ovviamente scontentagli operatori. «È facile dimostrare che i risparmi di cui parla Di Biase sono fittizi», attacca Michelangelo Rubino della Confcooperative dauna, che solleva un problema pratico: «Da una parte si insinua che le cooperative non pagherebbero il giusto ad autisti e soccorritori, dall’altra si continua ad affidare alle coop l’organizzazione dei pronto soccorso estivi». In questa storia sono in ballo circa 13,5 milioni. Ogni postazione del 118 vale circa 300mi1a euro l’anno, a Foggia ce ne sono 45, Sanitàservice dovrebbe cominciare dalle 14 di competenza della ex Fgl (San Severo e dintorni). Secondo Di Biase il risparmio ammonterebbe a 20mila euro a postazione l’anno, ma le cooperative dicono che non è possibile: Sanitàservice non solo non può stipulare i contratti di operatore sociale, ma non possedendo ambulanze (e non potendo acquistarle) dovrà comunque rivolgersi alle cooperative per noleggiare i mezzi. La questione è stata al centro, qualche settimana fa, di un’interrogazione presentata dal consigliere Francesco Damone. Ieri l’ha ripresa Mimmo Magistro, presidente nazionale del Psdi, che ha inviato una lettera a Vendola e all’assessore Alberto Tedesco. Il consigliere Arcangelo Sannicandro, di Rifondazione, difende invece l’iniziativa dell’Asl dauna: «Serve – spiega – a porre fine allo scandalo della gestione del 118, che soprattutto nel Gargano Nord è gestito da cooperative o presunte tali che normalmente non rispettano né contratti né versano i contributi». Ma come fa Sanitaservice ad assumere tutti gli operatori di cui avrebbe bisogno? Soprattutto, con quali risorse? «Noi non possiamo internalizzare 3-400 persone – riconosce Sannicandro – ma la società a capitale pubblico permette alla Asl di fronteggiare l’emergenza e l’urgenza avendo a disposizione uomini e mezzi in maniera molto più snella di prima». E in quanto all’accusa di aver utilizzato l’operazione in chiave tesseramento? «Non esiste affatto una cosa di questo tipo – risponde Sannicandro – in quella zona noi non abbiamo nemmeno le sedi».