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Gargano: servizio 118 protestano infermieri e autisti per il contratto in scadenza

Se da una parte la costituzione “Sanità Service” ha fatto sì che ben 180 lavoratori delle cooperative che, per un decennio, hanno garantito il servizio 118 in alcune aree territoriali come il Gargano Nord, abbiano potuto vedersi assicurato un posto di lavoro stabile e una retribuzione secondo quanto previsto dalle norme contrattuali, dall’altra lascia ancora con il fiato sospeso una larga fascia di operatori (autisti e infermieri) che fanno riferimento alle cosiddette associazioni di volontariato, in particolare le Misericordie. Una situazione che non soddisfa assolutamente i diretti interessati, secodo i quali non è possibile usare un metro di valutazione diversa nei confronti di quanti continuano a garantire un servizio essenziale ma che, in cambio, sono privi di contratto e, ripetutamente, sotto la minaccia di licenziamento. La situazione di conflittualità tra i cosiddetti volontari e il loro “datore di lavoro”, le Misericordie, è vecchia di anni, tant’è che venne interessata anche la Procura della repubblica di Foggia con un esposto per denunciare presunte situazioni di “vero e proprio arricchimento da una parte e di sfruttamento dall’altro”. Ci sarebbe stata anche un’ispezione per verificare la correttezza dei rapporti ma, nonostante sembra siano state riscontrate anomalie, le cose non sarebbero cambiate più di tanto. Ecco perché i lavoratori tornano a chiedere che l’ASL non usi “due pesi e due misure”, ma che abbia il coraggio di tagliare corto, come ha fatto con le cooperative, anche con le cosiddette Misericordie che, il volontariato avrebbero poco. I lavoratori delle “Misericordie” chiedono di intervenire in tempi strettissimi, poichè il 31 agosto scade la convenzione con l’Asl, una eventuale proroga della convenzione non farebbe altro che consolidare una posizione di privilegio per le Misericordie e il mantenimento di una precarietà che non farebbe altro che appesantire uno stato di cose, a tutto danno di autisti e infermieri. Sulla nascita della “Sanità service” pernde la spada di Damocle dei ricorsi al Tar presentati dal consigliere regionale, Francesco Damone, e da alcune cooperative, mentre la Confocooperative si è rivolta al Consiglio di Stato.