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Vieste/Vico, Dossier sulla Sanità “troppe le carenze”. Un altro esposto

Il voluminoso dossier sulle presunte disfunzioni nei punti di primo intervento di Vico del Gargano e Vieste, ma anche sulle gravi carenze che, quasi con cadenza giornaliera si registrerebbero negli altri centri del Gargano nord, si è arricchito di una ulteriore documentazione che, da qualche giorno è, ancora una volta, all’attenzione di Prefetto, Procura della Repubblica e ad altri organi istituzionali. A denunciare lo stato di cose, e questo dallo scorso anno, è il vice segretario provinciale Fials-medici, Antonio Traja, il quale ora torna alla carica con altre segnalazioni, ben dettagliate, in cui vengono riportati dati, numeri e circostanze di fatti incresciosi che avrebbero, in alcune circostanze, messo in pericolo l’incolumità del personale medico, e di cui si chiedono accertamenti.
Il fatto più grave, e sul quale pare che la Procura di Foggia abbia aperto d’ufficio un fascicolo, quello accaduto la notte del 7 agosto scorso, quando un tragico incidente stradale, a pochi chilometri da Vieste, in una zona con alta presenza di turisti, ha visto coinvolti sei giovani. Sul posto si attende l’arrivo dell’ambulanza di Peschici del 118, chiamata dalla centrale operativa di Foggia, essendo quella di Vieste impegnata nel trasporto in ospedale di un paziente.
Quattro feriti, in gravissime condizioni e un altro deceduto sul posto, vengono trasportati tutti presso il punto di primo intervento di Vieste da un’ambulanza non medicalizzata della guardia medica estiva del centro garganico e dall’ambulanza non medicalizzata di Ischitella stazionandovi per diverso tempo; mentre, il sesto, più fortunato, viene ricoverato con l’ambulanza medicalizzata di Rodi Garganico.
Tutto questo, nonostante che il presidio di Vieste non presenti alcun requisito per fronteggiare la gravità della situazione, non essendo pronto soccorso di presidio ospedaliero.
Soltanto intorno alle sei, dopo alcune ore dall’incidente, e con l’arrivo dell’ambulanza di Mattinata e il ritorno di quella di Vieste si provvedeva al trasporto dei pazienti presso i presidi ospedalieri della provincia, con arrivo dopo le sette e con pesante epilogo: un ragazzo di sedici anni, in gravissime condizioni, deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale; altri tre ragazzi in prognosi riservata. Il medico del PPI di Vieste, a seguito della situazione vissuta, alla fine del turno manifesta sintomi di un forte stress psicofisico e shock emotivo. Altro episodio, anche se di diversa natura, presso il pronto soccorso di Vico del Gargano dove un paziente avrebbe costretto il medico a chiudersi a chiave e a restarci fino all’arrivo dei carabinieri, e successivamente, informata la Centrale, ad abbandonare la postazione, che rimaneva, così, non medicalizzata fino al termine del turno di lavora. E questo perchè la presenza della guardia giurata è prevista soltanto durante la notte. Ancora una segnalazione del responsabile sindacale: una unità medica del Punto di primo intervento di Vieste viene dislocata, dal 1 luglio al 14 settembre, presso il presidio di Vico del Gargano, e questo nonostante l’aumento esponenziale di utenza sul territorio di Vieste.
Altra situazione, già ripetutamente segnalata, i medici del pronto soccorso di Rodi Garganico vengono, da tempo, impiegati impropriamente per il servizio di 118. Senza accennare alle tante carenze delle strutture che ospitano i centri di primo intervento dislocati nei Comuni del Gargano nord, dei quali se ne sono occupati anche i militari del Nas. Tutto questo sarebbe soltanto la punta dell’iceberg di una lunga serie di episodi che si sono succeduti dal giorno di istituzione del servizio 118, poco più di cinque anni fa.