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Anno nuovo: le sfide di Legambiente, Arci e il diario Montanaro per cambiare Monte Sant’Angelo

"L’anno che verrà: passare per l’informazione per costruire partecipazione" è il titolo dell’incontro organizzato dal Patto associativo per Monte Sant’Angelo tenutosi il 29 dicembre 2008 presso il Museo Tancredi di Monte Sant’Angelo. Una sala affollata ha partecipato per quattro ore al confronto coordinato dal giornalista Piero Paciello e introdotto dai rappresentati delle associazioni promotrici, Domenico Prencipe, Nicoletta La Torre, Franco Salcuni.  La politica locale era rappresentata dai capigruppo in consiglio comunale dei principali accorpamenti di maggioranza e opposizione, Pasquale Palumbo del gruppo del Partito Democratico e Giovanni Granatiero del gruppo di maggioranza Uniti per Monte.
 
Fame e sete di partecipazione, inadeguatezza di una visione politica centrata sul mattone e allergica al confronto, stanchezza per il declino inesorabile di Monte, determinazione e voglia di reagire, spazi per l’associazionismo, questi i temi emersi nel dibattito.
 
Il patto associativo ha chiamato i cittadini a informarsi e a discutere delle questioni principali che segneranno l’anno nuovo. Dando un segnale forte: se la politica pensa di poter decidere da sola questo non le sarà permesso.
 
Quattro le questioni principali messe sul tavolo della discussione:
 
Piano strategico provinciale. Il comune di Monte ha presentato le proposte progettuali per Capitanata 2020 senza discussione con l’opposizione consigliare, con le associazioni e con la città, presentando, a detta di tutti gli intervenuti, progetti vecchi, inopportuni e sicuramente non prioritari. Ad eccezione del progetto per il centro storico, che andrebbe in linea con la candidatura Unesco, gli altri sono progetti di infrastrutture che le associazioni ritengono inutili e devastanti, come il raddoppio della strada corta per collegare Monte a Macchia, la strada per la valle di Carbonara per collegare direttamente Mattinata con San Giovanni Rotondo, la "ristrutturazione della costa di Macchia" a dir poco sospetta dopo la vicenda Chianca Masitto. Addirittura ilarità nella platea ha suscitato la notizia che tra i progetti presentati ci sia una funivia da Macchia a Monte. Il capogruppo Granatiero ha assicurato che per la scelta delle priorità, visto che al massimo uno sarà il progetto finanziato, sarà resa protagonista la cittadinanza e saranno consultate le associazioni. Legambiente Arci e il diario Montanaro hanno manifestato il loro pensiero: l’unico progetto presentabile e plausibile è quello che riguarda il centro storico, però fatto con modalità conservative e non devastanti. Gli altri vanno ritirati, perché attualmente impresentabili.
 
Contratto di quartiere. Monte Sant’Angelo si è aggiudicata un finanziamento di cinque milioni di euro. La discussione è stata interessante perché si facevano notare due incongruità che fanno pensare al progetto montanaro come una truffa politica. La prima è che porta il nome del Rione Junno quando invece non prevede nessun intervento nel centro storico. L’altro è che per ottenere questi finanziamenti il comune deve obbligatoriamente autorizzare la costruzione di altri 70 appartamenti, peraltro in aree tipizzate a verde (le ultime non occupate da palazzi con l’artificio dell’articolo 51), in una città in calo demografico che negli ultimo quattro anni ha cantierizzato circa mille nuovi alloggi. Qualcuno faceva notare che quel denaro potrebbe essere utilizzato per finanziare il recupero del centro storico, vista la disponibilità manifestata dall’assessore regionale all’urbanistica a rivedere il progetto.

Piano Urbanistico Generale. Per quello che riguarda il futuro dell’urbanistica a Monte Sant’Angelo sarà fondamentale la discussione che maturerà per il nuovo Piano Urbanistico Generale. Legambiente ha denunciato la gravità del fatto che da tre mesi ha avanzato richiesta formale del documento preliminare che il prof. Karrer ha presentato al comune. Questa copia non arriva. Le tre associazioni si chiedono se questo gesto è la premessa della qualità della discussione che ci aspetta, con la politica che non solo non cerca il confronto, ma che addirittura cerca di ostacolare in qualche modo?
 
Ex cinema Piemontese. Per quanto riguarda l’intenzione da parte dell’amministrazione comunale di comprare l’ex cinema Piemontese, le tre associazioni manifestano la necessità di un confronto preliminare, per capire assieme alla comunità quali sono le reali esigenze della cittadinanza. Sicuramente va scongiurata una nuova speculazione edilizia, con la costruzione di appartamenti a un passo dalla Celeste Basilica.
 
Di questo e di altre questioni si è discusso. Granatiero ha dato segnali di apertura, peraltro convocando, in qualità di presidente della commissione consigliare ambiente Legambiente e Arci per un confronto continuo nella commissione da lui presieduta. Il Patto associativo apprezza la pacatezza e la disponibilità del consigliere Granatiero, ma si chiede due cose.
Queste apprezzabili aperture e disponibilità al dialogo sono condivise anche dal sindaco e dalla giunta? E poi, perché non audire anche il diario Montanaro con Arci e Legambiente?
 
I promotori dell’incontro hanno chiesto subito, entro gennaio, un segnale di disponibilità e apertura verso la partecipazione e una nuova politica, chiedendo di fare cinque cose concrete:
 
1. la prima è apporre, nel prossimo consiglio comunale, il vincolo di inedificabilità assoluta negli orti periurbani. Sarebbe assurdo, nell’anno della candidatura Unesco, tenere gli orti ancora edificabili come lo sono adesso.
2. La seconda è di far partire le ordinanze per il ripristino dello status quo ante nel centro storico, soprattutto li dove i tetti in coppi sono stati sostituiti con tetti in tegole. Anche questo sarebbe un bel segnale per l’unesco. Per testimoniare che davvero crediamo in un rapporto diverso con il centro storico.
3. Poi una richiesta banale: rispondere alle lettere di associazioni e cittadini è un obbligo di legge e va fatto entro trenta giorni. Perché una richiesta di informazioni e di atti avanzata da Legambiente tre mesi fa è rimasta ancora inevasa?
4. Bloccare i lavori di chiancamasitto che ancora vanno avanti con le ruspe e come se i cittadini non avessero detto nulla. Occorre sedersi attorno ad un tavolo per capire, con i cittadini, come mitigare gli effetti di quell’intervento.
5. Far capire alla cittadinanza ed alle associazioni le modalità di accesso all’auditorium delle clarisse e alla biblioteca comunale. L’auditorium è un bene pubblico? allora perché le associazioni devono pagare 200 euro per potersi riunire ed organizzare eventi? così si rischia di negare l’accesso della sala a cittadini e associazioni.
 
Queste le cose che le associazioni del Patto chiedono vengano fatte entro il mese di Gennaio.
 
Ringraziando Piero Paciello per aver coordinato i lavori, la cooperativa Ecogargano per aver concesso l’utilizzo della sala del Museo, Bernardo Bisceglia per aver messo a disposizione il service,
 
Legambiente Arci e il Diario Montanaro augurano ai cittadini, alle istituzioni, alle associazioni, agli organi di stampa un felice 2009
 
Patto associativo per Monte Sant’Angelo
Arci, il diario Montanaro, Legambiente