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Alga rossa: la Procura raccoglie i dati

La presenza dell’alga rossa nella diga di Occhito preoccupa seriamente. L’interesse della stampa è stata una risposta alle numerose sollecitazioni e pressioni che sono arrivate dai cittadini, preoccupati da una carenza di notizie e direttive sul comportamento da assumere quotidianamente. Questo ha portato il procuratore della Repubblica Vincenzo Russo a prendere la decisione di intervenire. Al momento non è stato ancora aperto un fascicolo d’inchiesta. E diventa più chiara la visita del sostituto procuratore del tribunale di Foggia Rosa Penza, che nei giorni scorsi ha compiuto un sopralluogo, a bordo di un elicottero della Polizia di Stato, sorvolando l’area della diga di Occhito insieme ad uno staff di agenti muniti di apparecchiature sofisticate e macchine fotografiche. Quel sopralluogo è stato inoltre preceduto da una visita altrettanto importante. La Polizia Giudiziaria è stata negli uffici del Consorzio di Bonifica di Capitanata, per acquisire tutta la documentazione che riguarda la diga. Scarichi e livelli d’acqua. Il sopralluogo aereo si sarebbe esteso anche al vicino confine col Molise e all’area in cui insiste la discarica di San Bartolomeo in Galdo in provincia di Benevento per verificare se il percolato proveniente da quel sito non abbia inquinato le zone limitrofe sino ad arrivare alla diga di Occhito. E gli ispettori di Polizia giudiziaria infatti hanno acquisito il carteggio relativo anche a quella zona. Non è stato possibile avere la documentazione biologica relativa all’alga rossa , perchè il consorzio non è competente in materia. Il prossimo atto potrebbe allora essere quello di interrogare Asl, Arpa e assessorato regionale alla Salute che effettua le analisi sui campioni di acqua prelevati in diga.