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«Mi candido all’Ue ma resto in Puglia»

Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà ha ufficializzato così la propria candidatura

 

«Come è ovvio non corro per un seggio a Strasburgo, corro per dare una mano ad un progetto politico a cui tengo molto. Quindi non c’è alcun problema per la Regione Puglia, perchè ovviamente intendo rimanere fino all’ultimo istante al mio posto e, se Dio vuole, intendo ricandidarmi alla presidenza della Regione Puglia nel 2010». Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà ha ufficializzato così la propria candidatura alle elezioni europee nel corso della manifestazione con cui ha aperto la campagna elettorale dell’alleanza politica composta dal Movimento per la Sinistra, Sinistra Democratica, Verdi, e Partito Socialista.

«Credo che nelle prossime ore si deciderà dove – ha aggiunto parlando delle circoscrizioni elettorali dove si presenterà – io ho messo a disposizione del progetto a cui tengo di più, di questa nuova formazione di Sinistra e Libertà, la mia persona la mia candidatura». A proposito delle dichiarazioni del ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, sulla possibilità che Vendola possa anche non essere il prossimo avversario del centrodestra alla Regione Puglia, lo stesso Vendola ha commentato: «Penso che questo tocchi deciderlo al centrosinistra. Mi pare che Fitto può occuparsi dei problemi di casa sua, in tutti i sensi».

Riguardo ai dubbi sulla opportunità della candidatura del leader di Sinistra e Libertà alle europoee, espressi anche da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, Vendola ha aggiunto che «l’opportunità penso di poterla stabilire io. Credo che poi gli elettori si esprimeranno e spero che Ferrero – ha sottolineato Vendola – non pensi di vivere parassitariamente sulla pelle degli altri. Io auguro a Ferrero e alla sua formazione tutto il successo che può raccogliere e di superare lo sbarramento come lo auguro a me».

«Penso che la contesa elettorale non debba essere tra chi è stato precedentemente insieme – ha continuato Nichi Vendola parlando di Ferrero – la contesa riguarda problemi drammatici della società italiana. Se facessimo una campagna elettorale meno legata al teatrino della politica e un pò più legata alla vita e alla morte, al dolore della perdita del posto di lavoro, alla condizione di crisi del nostro Paese, penso che faremmo tutti quanti una buona cosa».

«Comunque, spero che la campagna elettorale non sia la giostra medioevale delle polemiche, delle contese rusticane, delle disfide di Barletta, spero che sia un momento nel quale il Paese è posto di fronte allo specchio, l’Europa intera – ha concluso il leader di Sinistra e Libertà – è costretta a guardare le proprie angustie, le brutture, i propri angoli buii».

VENDOLA: IL VUOTO POLITICO ITALIANO NON E’ RIEMPITO DAL PD, IL PARTITO FAREBBE BENE A CAPIRE LE RAGIONI DELLA PROPRIA CRISI
«Il Pd si deve abituare all’idea che pur essendo il più grande partito di una coalizione non ha il potere di condizionare le altre persone e gli altri partiti». Lo ha affermato il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, che da Bari apre la campagna elettorale dell’alleanza politica che punta a trasformarsi in un soggetto unitario dopo il prossimo turno elettorale. «Io non sono iscritto al Pd – ha sottolineato – non lo sono stato, credo che il Pd farebbe molto bene a capire le ragioni della propria crisi e consentire a tutti, incluso me, di fare quello che ho sempre fatto: io faccio politica. Penso che il vuoto che oggi c’è in Italia, il vuoto di sinistra non viene minimamente riempito dall’azione del Pd nè, dalla leadership di Dario Franceschini, e questo vuoto di sinistra non è un problema politico è un problema sociale, è un problema democratico».

Secondo Nichi Vendola, «l’assenza della sinistra dal Parlamento significa un tasso di solitudine maggiore dei soggetti più esposti ai venti della crisi». Per le prossime elezioni l’aspettativa di Sinistra e Libertà, e del suo leader, è «di superare agevolmente il 4%, di far vivere questo cantiere che mette insieme due parole Sinistra e Libertà – ha spiegato Vendola – sinistra che è la parola che ha la propria ragione di esistere nel rapporto con il mondo del lavoro e oggi con la precarietà, con una condizione di privazione del futuro per un’intera generazione; e libertà, non quel prodotto di plastica che si vende negli ipermercati berlusconiani, ma la libertà dalla paura, dalla miseria, dalla precarietà. Credo – ha concluso – che dobbiamo riprenderci questa parola che è stata trasformata in uno spot pubblicitario dalla destra».