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ASL/ Arriva la Digos negli uffici per la Sanitàservice

Aria amara al quartiere generaledellaAsl in piazza della Libertà. Non c’è l’energia né di chiudere la stalla né di inseguire i buoi che sono scappati via. Dopo la pubblicazione dell’elenco dei raccomandati di Sanitàservice sul nostro giornale le bocche sono serrate. Ieri c’era la Digos. che fa visita negli uffici di piazza della Libertà un giorno sì e l’altro pure. Il bubbone di Sanitàservice è ormai scoppiato. D’altronde era nell’aria. Ne aveva parlato Nino Marinacci in consiglio provinciale la scorsa estate. Se ne era parlato persino durante un’audizione della commissione regionale sanità. Con i nomi e i cognomi. Una seduta blindata. E un verbale che non è mai stato stato fuori. Ma facciamo il punto. La Sanitàservice avrebbe dovuto razionalizzare le spese, ridurre i costi e stabilizzare i lavoratori delle cooperative che avevano in gestione i servizi per i presidi ospedalieri e gli ambulatori .territoriali.
E’ nata con una missione precisa, quella di mettere ordine nel 118. Ma ha ben presto guardato a una moltitudine di altri servizi: ausiliariato, guardiania, pulizie. Senza portare a termine l’opera di riassetto del 118.
Sanitàservice è il primo esperimento in Italia. Una società in house providing all’interno di una pubblica amministrazione. Più di cinquecento le persone assunte. Molti i lavoratori in possesso dei requisiti. Ma tantissimi gli imboscati. Due giorni fa l’Attacco ha pubblicato una parte dei casi nell’elenco. Omettendo nomi e sponsor.
L’ambizione del Governatore. Ma Sanitàservice è molto altro. E’ il cavallo di battaglia del governatore  Nichi Vendola. E della sua battaglia in favore dei precari e degli ultimi. La rete sottile delle connivenze tra i funzionari di piazza della Libertà, i presidenti delle cooperative, i sindacalisti e i politici è assai densa e non facile da sbrogliare. “Anche i sindacalisti hanno paura di perdere il loro posto di lavoro. Senza parlare dei numerosi volontari di San Severo passati con un colpo di mano nella Sanitàsercivice, rivela una fonte interna. L’ASL è una società con 300milioni di debiti. C’è chi come Cecchino Damone, dice addirittura 500milioni. La zona che grava maggiormente sulle casse è quella della ex Asl FG1 (Alto Tavoliere) dove, tra l’altro, si registra il maggior numero di imboscati in Sanitàservice. Fino a quando a condurre le redini dell’azienda era il commissario straordinario Donato troiano, c’era anche il capo espiatorio. Oggi dall’insediamento del nuovo direttore generale, Ruggero Castrignanò, poche cose sono cambiate. Difficile da determinare la sua posizione. Tra l’incudine e il martello. Stretto le esigenze politiche di vendola (che l’ha messo lì, sottotesto: io non mi fido di nessuno) e il sottogoverno che è allevato a Piazza della Libertà in questi anni. Ci sono fornitori in attesa di fatture in pagamento da nove mesi. Colpa dei funzionari e del loro strapotere. Ciascuno ha una storia e biografia; il denominatore comuneè l’assoluta fungibilità a potente politico di turno. Cambiano le maggioranze, cambiano la loro “fede”politica.
I dirigenti che contano
Il primo della lista è Raffaele Granatiero. Già tirato in ballo da Michele Lapollo nell’intervista rilasciata a l’Attacco la scorsa settimana. “I più inguaiati di tutti? Raffaele Granatiero – riferiva Lapollo – che fa il bello e il cattivo tempo. E amico di Sgm ed è lo sponsor ufficiale e questo lo sanno anche i muri alla Asl. Solo che stanno tutti zitti. Tutti collusi”. C’è chi lo definisce “il capo assoluto della Asl.  Granatiero lavora nell’Area gestione del patrimonio.
Si occupa soprattutto di appalti. E’ nella Asl da sempre. Prima opera va su San Severo, nella ex Asl Foggia1. Nasce ragioniere ma in pochi anni si accredita come riferimento trasversale della politica. Oggi è visto con simpatia dal Pd (ex ds) di Manfredonia. Michele Lapollo va giù pesante. “Ha dato – dichiara al’Attacco – il servizio di ausiliariato alla Sgm e non poteva farlo. Glielo ha dato per 24euro a fronte di un’offerta di 17euro. E già 17 euro erano una barca di soldi. E non solo. E riuscito a dare a una cooperativa sociale un affidamento diretto da due milioni di euro quando la legge dice che il massimo è duecentomila euro. Granatiero alla Asl fa praticamente tutto quello che gli pare”. E’ in rotta di collisione con l’amministratore della Sanitàservice Antonio Di Biase poiché quest’ultimo si sarebbe messo di traverso all’assunzione di sua moglie nella società. Il secondo funzionario viene da Cerignola, dalla ex Asl Foggia2. E Giuseppe Liscio nell’Asl da circa quindici anni. “Quando vengono i consiglieri è da lui che vanno. E lui che insieme a Granatiero ha in mano l’Asl”. E entrato nell’azienda con la licenza media come centralinista e si è fatto strada. E’diventato geometra, lavora nell’area tecnica e si occupa soprattutto di manutenzione ordinaria e straordinaria. Ha praticamente carta bianca soprattutto sul destino delle somme urgenza, la vera leva di consenso Quella dove si decide la sorte delle piccole e medie che gravitano nell’orbita della sanità. Politicamente? Come l’acrobata sta con tutti Tarquinio, con la Gentile con Sannicandro con Marino con Tatarella e con Ruocco “.
Manfrini, il valore della differenza. 
Liscio è molto vicino ad Attilio Manfrini che è stato da poco nominato nominato capo delll’area tecnica di Piazza della Libertà. Ex sindaco di Cerignola in quota Pci negli anni ottanta, raffinato professionista e assiduo frequentatore della upper class del centro del basso Tavoliere, l’ingegnere Manfrini è stato direttore dell’Asl FG2. E’ stato uno delle menti dell’operazione Geco di Antonio Tarquinio nata dall’esigenza di stabilizzare gli lsu a condizioni di privilegio nella gestione dei servizi delle pubbliche amministrazioni. C’è chi individua in loro gli sponsor più forti dei raccomandati di Sanitàservice. Non avrebbero disdegnato di sistemare nella società in hause, amici e parenti.

Daniela Tonti
L’Attacco