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Sanità e appalti, l’inchiesta va avanti perquisiti anche i figli di Tedesco

Hanno perquisito l´abitazione e lo studio privato dell´ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco, ma non solo. I carabinieri del reparto operativo, ieri mattina, sono arrivati anche negli uffici delle società che operano nel settore della sanità e che sono riconducibili ai figli dell´esponente politico. Su disposizione del pm antimafia Desirèe Digeronimo, i militari cercavano carte, documenti che possano o meno confermare una delle ipotesi dell´inchiesta. Hanno perquisito l´abitazione e lo studio privato dell´ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco, ma non solo. I carabinieri del reparto operativo, ieri mattina, sono arrivati anche negli uffici delle società che operano nel settore della sanità e che sono riconducibili ai figli dell´esponente politico. Su disposizione del pm antimafia Desirèe Digeronimo, i militari cercavano carte, documenti che possano o meno confermare una delle ipotesi dell´inchiesta. E cioè che le società, facenti capo ai figli dell´ex assessore (che non risultano indagati) siano state più o meno avvantaggiate con l´affidamento di incarichi per la fornitura di strumenti ospedalieri. A pagina 2 del decreto di perquisizione, infatti, parlando del «ruolo di vertice assunto dal Tedesco all´interno del sodalizio in esame» parla dei presunti legami dell´esponente politico con il mondo imprenditoriale, nel quale, dice, «figurano società direttamente o indirettamente riconducibili alla sua famiglia». Da qui la decisione di cercare anche nella sede di queste aziende eventuali riscontri alle ipotesi che hanno dato corpo all´inchiesta. Il presunto conflitto di interessi dell´assessore, in passato al centro di polemiche politiche, quindi, entra nell´indagine della Dda. Un´indagine che ipotizza «un´asse imprenditoria-sanità», alimentato anche dalla collaborazione al sistema di manager delle Asl regionali. «Abbiamo piena fiducia nell´operato della magistratura. Attendiamo serenamente di essere ascoltati dagli inquirenti ai quali continueremo ad assicurare la massima collaborazione» hanno spiegato in una nota il direttore generale della Ausl Bat, Rocco Canosa, e i direttori sanitario e amministrativo della stessa Ausl, Franco Polemio e Felice De Pietro, tutti e tre destinatari, martedì mattina, del decreto di perquisizione. I carabinieri del reparto operativo, in queste ore,
stanno facendo il punto sul materiale, carte e documenti, che hanno acquisito. E stanno studiando anche uno dei provvedimenti, al centro dell´inchiesta: un passaggio del piano della salute, riguardante la possibilità di estendere anche ai privati la prerogativa di erogare prestazioni di assistenza domiciliare, sarebbe stato inserito dall´assessore su suggerimento dell´imprenditore Diego Rana (anche lui indagato nell´inchiesta). A confermarlo le intercettazioni, agli atti del fascicolo che può contate anche sulle dichiarazioni di alcuni funzionari delle Asl che, convocati come persone informate sui fatti, sono diventati testimoni. Al pm hanno raccontato, cioè, di aver subito pressioni «dall´alto» perché venissero firmati determinati provvedimenti. E intanto il caso dell´inchiesta che ha travolto il mondo della sanità approda a Roma. I deputati pugliesi del Pdl hanno rivolto un´interrogazione al ministro, invocando un´ispezione in procura e puntando l´indice contro la pubblicazione su Repubblica Bari dell´intercettazione, riportata nel decreto di perquisizione.

Gabriella De Matteis