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L’Inchiesta Nastri D’Oro/”Assolvete Formica e condannate gli altri otto imputati”

Se per l’ex ministro socialista Rino Formica non c’è la prova che parte della tangente sia finita anche nelle sue tasche e per questo va assolto, vanno invece confermate – ha chiesto il pg nel processo d’appello – le condanne per concussione, a pene oscillanti dai 4 ai 6 anni, inflitte a Foggia agli altri 8 imputati del processo «nastri d’oro». Si tratta di ex deputati, ex assessori regionali e consiglieri comunali coinvolti nell’inchiesta «nastri d’oro», sui cinque miliardi di lire che Ottavio Pisante, proprietario della ditta Emit di Milano, sostiene d’essere stato costretto a versato tra il ‘90 e il ‘91 ad esponenti Dc, Psi e Psdi per non subire intralci nella costruzione dei nastri trasportatori al porto industriale di Manfredonia. Il sostituto procuratore generale Angela Tomasicchio ha concluso dopo quasi due ore, la requisitoria davanti ai giudici della prima sezione penale della corte d’appello di Bari, chiedendo l’assoluzione di Formica (4 anni e 6 mesi in primo grado) e la conferma delle condanne infitte a Foggia il 22 aprile 2004 agli altri 8 imputati: gli ex deputati Francesco Borgia, Mimì Romano, Angelo Ciavarella, Franco Di Giuseppe; gli ex assessori regionali Giuseppe Affatato e Roberto Paolucci; l’ex vice commissario del consorzio Asi (ente appaltante i lavori) Giuseppe Manfredi; l’ex consigliere comunale manfredoniano Vincenzo Catanese. In aula c’erano tutti gli imputati, tranne Formica: si dicono innocenti. L’udienza è stata rinviata al primo ed al 15 giugno per le arringhe difensive; sentenza attesa per luglio.